
SIENA. E’ atteso per oggi il cda di banca Mps che dovrà decidere su un eventuale rilancio del prezzo dell’Ops lanciata il 24 gennaio scorso su Mediobanca.
Nel concambio di 2,533 azioni Mps per ogni azione Mediobanca, lo sconto è vicino al 4% (circa 700 milioni) e il cda potrebbe dare un ritocco rialzo dell’offerta da aggiungere allo scambio azionario, probabilmente in contanti.
La soglia minima del 35% del capitale di Mediobanca è un traguardo ormai abbastanza vicino, ma si tratta ora di valutare se vale la pena di effettuare un rilancio che porti gli investitori istituzionali e i privati ad aderire all’offerta. Puntando in realtà di andare oltre il 50% per puntare alla maggioranza assoluta. Se Mps, infatti, avesse addirittura il 66,7%, potrebbe deliberare in assemblea straordinaria la fusione con Mediobanca. Il controllo consentirebbe di sfruttare crediti fiscali per 2,9 miliardi di euro in sei anni.
Il rilancio di Mps per il 3% porterebbe il concambio dell’OPS ad appena sopra 2,60 azioni per ogni azione portata in adesione. A quel punto, è molto probabile che anche i fondi d’investimento lascino Nagel. Non va dimenticato, peraltro, che Mediobanca detiene il controllo di Generali con una quota del 13,20%, il vero obiettivo di Delfin-Caltagirone, sostenuti nell’operazione dal Governo.
L’ad Luigi Lovaglio, potrebbe anche proporre al cda un’estensione del periodo di offerta a dopo la metà di settembre, che, oltre a garantire la possibilità di rastrellare ulteriori azioni sul mercato, estenderebbe il periodo di passivity rule, cui è sottoposta Mediobanca in virtù dell’Ops, riducendo la possibilità di mettere in campo altre operazioni difensive da parte del management. Piazzetta Cuccia nel frattempo ha visto assottigliarsi ulteriormente la quota detenuta dai soci storici riuniti nel Patto di consultazione.