Il vano tentativo di sviare l

SIENA. Sulla vicenda dell’accorpamento delle provincie di Siena e Grosseto, il PD senese è sempre più goffo nel riproporre antiquate soluzioni che hanno come unico scopo quello di nascondere l’incapacità di governare gli accadimenti di questo periodo.
Troppo poco. Dopo che i propri esponenti locali, che siedono in Parlamento, non si sono ribellati alla manovra del Governo, sostenuto peraltro dallo stesso PD, adesso non si trova di meglio che lanciare l’ennesimo inutile e sfruttato Comitato. Ma non se ne può più di Comitati o Forum! I cittadini hanno bisogno di fatti concreti, non di parole ripetute all’infinito che ormai suonano come “aria fritta”. Dopo la superficiale sottovalutazione della vicenda, l’Unione comunale del PD di Siena solo oggi chiede aiuto alle istituzioni cittadine. Un aiuto finalizzato a produrre l’ennesimo documento con cui sostenere la permanenza del capoluogo della Provincia a Siena. Ci chiediamo a cosa serva un’altra raccolta dei soliti spot propagandistici privi di sostanza.
Troppo tardi. Non era forse più logico che il deputato Susanna Cenni e il vicepresidente della Camera Rosy Bindi avessero sostenuto le ragioni del nostro territorio quando il governo lanciò la proposta di accorpamento a luglio? A cosa serve l’ennesimo documento quando l’iter del dispositivo legislativo è già in avanzato stato di attuazione? La realtà è che il PD senese sta cercando di riparare in modo maldestro all’ennesima pessima figura. Un partito fuori tempo massimo, verrebbe da dire. O meglio, poiché si parla dell’accorpamento con Grosseto, un buttero che rincorre i buoi già scappati.
Il diversivo. Il modus operandi ricorda quello del presidente Bezzini, il quale sta tentando in ogni modo di sviare l’attenzione dei cittadini individuando il commissariamento del Comune come responsabile della perdita della Provincia. Manovre evasive prive di fondamento, poiché il presidente della Provincia è proprio quel Bezzini il quale, visto il ritardo della propria azione, addossa ad altri la responsabilità di ciò che sarebbe stato in suo potere contrastare. Scendere in piazza contro il governo, quando l’accorpamento è visibilmente troppo inoltrato nel percorso di maturazione, significa gettare il fumo del campanilismo negli occhi dei senesi, nella vana speranza che si dimentichino l’immobilismo del PD senese. La manovra del presidente Monti doveva essere contrastata con coraggio sul nascere, non dopo che è stata digerita anche dalla Regione Toscana.
Vien da pensare che sia più seria la satirica iniziativa dei goliardi senesi, ovvero l’ingresso a Siena dei celebri butteri, che non quella dei politici del PD.