D'Alema dice la sua sulla crisi comunale. E intanto si perdono posti di lavoro

di Red
SIENA. Poco più di un anno si promettevano 1000 posti di lavoro a Siena. Ora i dati snocciolati dalla Cgil sul tasso di disoccupazione provinciale al 6,6%, i 107 posti di lavoro che salteranno tra breve a Siena Biotech, i 230 lavoratori Pramac per cui si è aperto l’abisso, ci fanno intravedere uno scenario completamente diverso e foriero di tristi presagi. Ci suona fatuo l’allarme per il commissariamento del Comune, condito da pericoli insidiosi su posti di lavoro che qualcuno dovrebbe tagliare e corse di cavalli che si potrebbero non disputare. Non contribuirà a rasserenare gli animi la dichiarazione del prefetto Saccone che lavoratori del sociale e Palio di Siena non corrono rischi dall’opera del probabile commissario prefettizio. Così come il calcolo dell’influenza delle Contrade sul governo della città, un aspetto marginale delle vicende politiche recenti. Rimangono i posti di lavoro in bilico e un ente Provincia che sta a guardare.
Nel frattempo con una intervista a l’Espresso in uscita oggi, Massimo D’Alema è entrato nel dibattito sulle dimissioni del sindaco di Siena. “Quello che è successo a Siena è molto grave. C’è una grande istituzione come il Monte dei Paschi che versa in grave difficoltà, penso che il sindaco avesse ragione a voler affrontare quella situazione. In ogni caso, in molte parti d’Italia ci sono divisioni, contrapposizioni che segnano il corpo del partito e che sono la spia di un’inconsapevolezza per il ruolo che ci compete”. Detto come se non ne sapesse niente, fin dai tempi non sospetti della Banca 121.
In nome della presunta discontinuità ceccuzziana, il Pd ha innescato una crisi tra le sue componenti locali in cui una ha cercato di esautorare l’altra, a partire dalle nomine nel nuovo CdA di banca MPS. Probabilmente galeotta fu l’incorporazione in Monte dei Paschi della Banca Toscana, il piccolo feudo degli ex-Margherita locali, lanciati ipso facto alla conquista del boccone più grosso: Rocca Salimbeni.
Ora non vi è dubbio che messe sotto il segno del cambiamento, le scelte del sindaco potessero andare nella direzione giusta. Ma visto che intorno al neo-presidente Alessandro Profumo e all’AD Fabrizio Viola rimangono, come vicepresidenti, il vecchio revisore dei conti Marco Turchi, da sempre amico di D’Alema, e il consigliere di lungo corso Turiddo Campaini che ha avallato dicendo sempre sì (come risulta dai verbali del CdA precedente) alle pessime scelte (Antonveneta e titoli di Stato a gogò) della coppia Mussari-Vigni, solo con una conoscenza superficiale sull’argomento si può avallare la tesi della discontinuità in questo Consiglio di Amministrazione.
In borsa i tentennamenti della Merkel sulla Grecia hanno rimangiato in una sola volta i progressi di ieri, e con -7,60% il titolo MPS è tornato a valere 0,2127 euro, in balia totale degli eventi come più o meno tutto il comparto bancario. Rincara la dose a livello globale Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale, affermando che il contesto globale attuale “è pieno di opportunità, ma è anche un mondo di gravi problemi e incertezze, questa generazione deve affrontare la peggiore insicurezza economica in decenni, forse dalla Grande Depressione”.
In serata Wall Street capisce tutto e ferma il suo rosso a -0,83%. Cerved certifica che nei primi tre mesi del 2012 sono fallite oltre 3000 aziende in Italia, un numero assurdo, specialmente nel campo dell’edilizia. Lavoro e occupazione, crescita: sono le parole d’ordine di questi giorni, urgono soluzioni per evitare disastri ulteriori. Anche a livello locale. O glocal. Ma ne parleremo.