"E' in gioco il futuro di Siena"

SIENA. Ecco da dove arriva la “discontinuità” di Ceccuzzi! Direttamente dalle segrete stanze della Banca d’Italia! Da Visco che ha voluto la defenestrazione di Vigni e l’arrivo di Viola.
La gestione della banca era all’attenzione della stessa Banca d’Italia già da qualche anno e in Via Nazionale non hanno voluto rischiare: nel novembre 2011, hanno chiesto il rinnovamento del management della banca e della Fondazione. Altro che “discontinuità ceccuzziana o dalemiana”! Fuori e dentro il Pd ci hanno voluto vendere la stagione del rinnovamento come farina del loro sacco e invece di loro non c’era nulla. Solo l’ennesimo mascheramento della realtà ad uso propagandistico.
Visco dice alla giornalista di Repubblica: “Siamo stati noi ad aver fatto pressione per la sostituzione del vecchio management. Il ricambio al vertice non è certo avvenuto per caso. La situazione di Mps era sotto osservazione da molto tempo”.
Dunque nessuna operazione di rinnovamento è partita da Siena, per volontà dell’ex sindaco Ceccuzzi. Lui sapeva dell’invito giunto da Bankitalia e lo ha usato a proprio vantaggio spacciando per “discontinuità” da lui attuata e fortemente voluta quella che era, invece, una scelta obbligata.
Alla luce di quanto sta emergendo intorno alla gestione della banca Mps e della Fondazione, i contorni del “discontinuatore” si fanno sempre più foschi. Per essere l’uomo del rinnovamento Ceccuzzi difetta in una visione davvero vecchia della politica. Egli distorce la realtà a suo uso e consumo e crede che essere chiamato ad amministrare la cosa pubblica voglia dire agire in totale autonomia, senza dover dare conto a nessuno del proprio operato. Questi metodi da avanspettacolo, da numero da illusionista non sono accettabili da chi ha un minimo di senso critico e intelletto. Di fronte al disastro Mps – di cui ancora non abbiamo la misura esatta – e al dissesto delle casse del Comune, Ceccuzzi dovrebbe riconoscere il suo coinvolgimento diretto in ogni aspetto di queste tristi vicende. Il vero segno di cambiamento sarebbe quello di dire tutta la verità sul Bilancio del Comune, sulla scelta di dimettersi, sul valzer delle nomine di Fondazione e banca Mps. Lui conosce tutti i retroscena e, data la situazione di estrema crisi delle istituzioni cittadine, ha l’obbligo morale di mettere fine a questa farsa che sta danneggiando l’immagine di Siena in tutta Italia.
Ceccuzzi discontinuatore, dovrebbe mettere fine anche alla macchina di fango che, in questi mesi, si è accanita contro alcuni ex consiglieri comunali.
Inoltre il PD nazionale deve dirci chiaramente se ha la decenza di continuare o meno a proporre personaggi di così basso livello a rappresentare il Partito in una città come Siena.
Non è più tempo di verità distorte o, peggio, di mezze verità: c’è in gioco il futuro di Siena.
Eugenio Neri – candidato sindaco