Dopo aver azzerato un patrimonio enorme ogni nuovo passo deve essere compiuto valutando ogni possibilità, dice il candidato sindaco

SIENA. Siamo all’atto finale: quello che, in prospettiva, azzererà la partecipazione della Fondazione Mps nella Banca. Il colpo ancora una volta lo ha in canna Mancini. Lui parte da considerazioni ragionevoli ma la soluzione viene fatta passare come unica ed inevitabile.
Mancini si appresta a vendere il controllo della banca e, con questo atto, a spegnere le luci: progetto eliminazione di Siena completato. Non che quanto proposto dal sig Mancini Gabriello non abbia fondamenti sensati: lui pare dire “vendiamo ora prima che successive diluizioni delle quote di capitale portino ad azzerare la partecipazione” (sono inevitabili gli aumenti di capitale della banca già deliberati e sono previste possibili emissioni di azioni per rimborsare gli interessi dei Monti bonds, in entrambi i casi senza diritti di opzione). Con i quattrini ricavati dalla vendita si pagano i debiti della Fondazione e resta un “tesorettino”, molto “ino”.
Dunque Mancini, il buon amministratore e padre di famiglia, dalla visione strategica di un fantaccino, ci ricasca di nuovo, come fece resistendo sul 50+1%! Perché? Non credo nella cattiva fede, credo invece che lui sia la persona sbagliata per prendere decisioni cruciali in questo preciso momento. Così non la pensano di certo coloro che finalmente otterranno il completo controllo di MPS, finalmente de-senesizzato, e che pretendono urgenza nel vendere. Dunque il “piano sopravvivenza” deve essere fermato e bisogna riflettere su possibilità alternative, che ci garantiscano la quota di controllo. Mancini non vende solamente azioni vende il controllo: si fermi, e subito!
Dopo aver azzerato un patrimonio enorme ogni nuovo passo deve essere compiuto valutando ogni possibilità e ricorrendo solo in casi estremi ad ulteriori cessioni.
Eugenio Neri
Candidato sindaco a Siena