Il rialzo in Borsa salva il weekend del bi-presidente
di Red
SIENA. Le parole di Klaas Kot “Non posso escludere il default greco”, come avevamo riportato venerdì mattina, sono state sconvolgenti per i mercati. Strano lo stupore: viste le divisioni interne in Grecia e l’esagerato livello di incapacità della politica locale, pensavamo che i mercati dessero il fallimento ellenico per scontato. Si tratta di un debito di 353 miliardi di euro, cinque volte più della bancarotta argentina del 2001, circa 30mila euro per ciascun cittadino greco. Ovvie smentite della Merkel, ma Papandreu non vuole mollare la poltrona e vende diverse opzioni sempre più esplicite che parlano di default, anche pilotato. Solito balletto trito e ritrito… con quei tassi di interesse dei bond a due anni al 70,61% chi mai potrebbe ripagare un debito? Le borse si sono infilate in una spirale involutiva fino al pomeriggio, quando sensazioni legate alla Germania per il rafforzamento del fondo salva-stati – con tanto di appello degli industriali tedeschi ai parlamentari e ai Paesi del G20 che hanno garantito stabilità al sistema finanziario – hanno dato fiato al comparto bancario che ha letteralmente trascinato l’indice Ftse Mib al +1,36%. Sugli scudi Banca Popolare di Milano, ma buona anche la performance di MPS che chiude con +3,34% a euro 0,383%. Lo spread scende a 390 punti, un valore fuori controllo. Per tranquillizzare la situazione, a mercati chiusi, la signora Lagarde, ovvero il n. 1 del Fondo Monetario, ha ammonito che in questa situazione “potremmo rischiare il collasso della domanda mondiale”, mentre gli USA si devono impegnare “nel consolidamento del bilancio e nella riduzione del tasso di disoccupazione”. Gli americani hanno fatto finta di nulla e hanno salvato il weekend con il Dow Jones a un +0,35%.
Intanto in Italia si fa sempre più forte la voce di Confindustria. Emma Marcegaglia ha illustrato un manifesto in 5 punti preparato dall’associazione per ricompattare le parti sociali nel difficile pressing sul governo affinché agisca rapidamente per il bene del paese. Ha incassato la disponibilità del segretario CGIL Camusso, ha incontrato venerdì a Firenze il presidente Abi, Mussari (sulla via del rientro a Siena per il weekend), che “dietro le quinte ha un ruolo forte nel tessere il difficile equilibrio tra le molte anime dell’alleanza tra parti sociali, e nel ricucirne gli strappi”. Speriamo bene – visti i precedenti – per la Marcegaglia. Una digressione che spieghi la diffidenza dei mercati nei confronti del governo Berlusconi. Nella prima manovra approvata a luglio, come ricorderete, una bella fetta degli incassi che avrebbero reso possibile la manovra di bilancio veniva da una posta regolata da un apposita legge deroga. E giù applausi per il saldo finale, con commovente accento della Bce e dei governanti europei. Per nulla impressionati, gli analisti si sono studiati quella legge deroga. Una legge del 2003 per fronteggiare la crisi di quel momento, che il governo, cioè il tandem Berlusconi-Tremonti, aveva dichiarato che sarebbe entrata in vigore dopo due anni e invece era rimasta da allora lettera morta. Si sono sentiti presi in giro: se era fumo negli occhi nel 2003 speravano di rivenderlo ora un’altra volta? Ecco un esempio di quando scriviamo che il governo non gode di alcuna credibilità presso i mercati finanziari. Le conseguenze, purtroppo, le hanno pagate tutti i mercati finanziari, per via della globalizzazione. Incoscienza o incapacità?
Ma torniamo a Giuseppe Mussari. Mentre incontrava la signora Marcegaglia o poco dopo, i cronisti gli chiedevano conto di un nuovo scoop del Financial Times, giornale autorevole evidentemente ricco di fantasia anche dopo le smentite Guzzetti/Intesa. Il quotidiano inglese ha diffuso la notizia che MPS potrebbe vendere a non precisate banche francesi (quelle a rischio nazionalizzazione, se si realizza il fallimento greco) gli sportelli ubicati in Veneto. “Il Monte dei Paschi non vende nessun sportello”, è stata la gelida risposta. D’altra parte chi altri ha 9 miliardi di euro da investire in Veneto, pardon, in Antonveneto? Grazie a Dio, abbiamo salvato il weekend. Of course.