La posizione possibilista del sindacato che non segue la linea della Fisac/Cgil

MILANO. Una nota di Massimo Masi, segretario generale di Uilca, giunta nel tardo pomeriggio di martedì parte dalla conclusione positiva dell’accordo tra la Banca Popolare di Milano e le organizzazioni dei lavoratori, per arrivare all’altra questione che è sul tavolo dei sindacati: la trattativa sul piano industriale di MPS che, secondo il segretario, “il 17 dicembre entrerà nella fase decisiva. Momento determinante che non vedrà probabilmente la presenza della Fisac/Cgil, sindacato di maggioranza all’interno del Gruppo Montepaschi. Prima di analizzare lo schieramento sindacale credo sia opportuno affrontare le proposte aziendali. Intanto la situazione economica della Banca si aggrava sempre di più: un altro prestito di 500 milioni, i titoli della Banca definiti junk, pone il sindacato e i lavoratori di fronte a responsabilità da far tremare le mani. Le ultime proposte dell’azienda sul Cia, sul Fondo di sostegno al reddito volontario, sulla mobilità, sulle esternalizzazioni non sono per noi conclusive e la trattativa non è affatto terminata, occorrerà nei prossimi incontri trovare soluzioni definitive su tutti gli argomenti ancora aperti. Vista la situazione della Banca senese – prosegue la nota Uilca – è più opportuno trovare soluzioni all’interno del nostro contratto e con le nostre peculiarità e prassi o far fare il cosiddetto spezzatino ad altri e con altri contratti? I lavoratori hanno diritto ad avere certezze economiche e normative o rischiamo di farli uscire, eventualmente, senza garanzie? E’ lecito scommettere sulla ripresa di questa Banca, così illustre? Il Coordinamento nazionale Uilca del Monte Paschi ha risposto che è disponibile ad andare avanti con le trattative. I conti si faranno solo alla fine della trattativa e non a metà. La Uilca, a tutti i livelli, privilegia la politica degli accordi per dare garanzie e certezze ai lavoratori”.