Lo slittamento di Basilea 3 fa correre il titolo senese a numeri impensabili fino a pochi giorni fa

di Red
SIENA.Il grido di dolore del presidente dell’Abi Mussari, oltre ovviamente alle richieste di ben autorevoli banchieri europei, è stato ascoltato. “I Governatori e responsabili delle autorità di sorveglianza del Comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria, riuniti alla Bri (Banca dei Regolamenti Internazionali), hanno approvato all’unanimità, secondo le attese, la revisione degli standard di liquidità per le banche previsti dalle regole di Basilea3” così scrive Il Sole 24 Ore. Il comunicato della Bri (Bsi, Bank for International Settlement nell’originale inglese) conferma che: “L’accordo di oggi è un chiaro impegno per garantire che le banche detengono attività liquide sufficienti per impedire alle banche centrali di diventare il “prestatore di prima istanza”.
Risparmiamo ai lettori le caratteristiche tecniche della decisione: l’importante è sapere che tutto il sistema che da anni strangola progressivamente sempre più il sistema produttivo nazionale e il credito alle famiglie e favorito la grande speculazione (bene ammanicata con la politica) comincerà ad avere i suoi effetti a partire dal 2015 secondo un calendario aperto e modificabile. Uno fa appena in tempo a pensare che una simile decisione non può che spingere le borse europee in alto grazie al nuovo interesse sui titoli bancari, che subito vede confermata la propria opinione. Infatti alle 9:03 del 7 gennaio, dopo appena tre minuti di contrattazioni a Piazza Affari, il titolo MPS viene sospeso per eccesso di rialzo +5,91% teorico, poi riammesso e ri-sospeso con +12,12%, dopo pochi minuti (9:26).
La Consob indaga e ci farà sapere: anche se le esperienze dei senesi sull’azione dell’ente guidato da Giuseppe Vegas nel passato (vedi vigilanza sull’acquisto Antonveneta) sono, per quello che riguarda il passato, poco felici e pure poco tranquillizzanti.
Nei giorni scorsi il presidente dell’Adusbef, Elio Lannutti si è era infatti chiesto: “Dov’era la Consob in questi anni, mentre i piccoli azionisti venivano saccheggiati?”. Perché non c’è solo Montepaschi in questo calderone, ma Parmalat, Cirio, i bond argentini, Unipol-Fonsai, solo per citare alcuni esempi”. L’accusa che l’arbitro dei mercati fosse condizionato in qualche modo non è affatto velata nelle parole dell’onorevole. E se lo Stato pare avere dei buchi nel sistema di protezione, ecco come parole tipo “responsabilità” e “senesità della banca” sono solo appelli retorici per i gonzi che ci hanno voluto credere in questi anni e che ora vorrebbero dare la colpa alla crisi: nessuno è più cieco di chi non vuol vedere. Lannutti continua a chiedere le dimissioni di Giuseppe Mussari – indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’acquisizione di Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena, che ne ha causato l’attuale dissesto – dalla presidenza Abi, ma tutti fanno orecchie da mercante, specialmente a Siena. Il suo grande elettore, o almeno un caldo sostenitore della sua nomina a capo dei banchieri italiani, non parla mai di lui in prima persona, né delle sue responsabilità e si concentra sui BTp quasi avesse ordinato un altro presidente di acquistarli e ricavarne derivati sanguinosi. Grande elettore che, è approdato per volontà politica sullo scranno più alto di Rocca Salimbeni per sostituirlo. Chissà se Alessandro Profumo, terminato il suo compito a Siena, troverà una poltrona ad accoglierlo. Magari alle presidenza dell’Abi nel 2014 quando Mussari non potrà più riessere eletto.
Alle 9:51 il titolo sale ancora (+16,40%) ed è il migliore della Borsa: che ci sia qualcuno (facciamo una ipotesi tanto per cercare di dare un “senso a questa storia”) che voglia farlo rapidamente arrivare al valore per il quale Gabriello Mancini ha dichiarato che venderebbe le residue azioni in possesso della Fondazione MPS così che chi arriverà nel 2013 a prenderne il posto, di qualunque schieramento politico sarà, non abbia in mano alcuna arma per difendere Siena dal completamento del saccheggio?
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