Mussari torna a Siena, ma per il basket...

di Red
SIENA. Spingere in su i listini si è rivelato cosa facile per i bancari, dopo la benzina tedesca iniettata a mezzogiorno. Unicredit e Intesa hanno avuto le perfomances migliori, ma MPS si è ben difesa con il +3,34% a euro 0,426, che riporta la quotazione al livello di inizio mese. Non sarebbe una cattiva notizia questo timido segnale di ripresa della quotazione. E ancora i bancari nel pomeriggio tengono su Wall Street, che termina le contrattazioni con +1,30%. Il consueto tour delle borse orientali vede chiudere in parità sia Tokyo che Sydney, per un fine settimana tranquillo. Ci si attende per l’ultimo venerdì del mese una borsa in leggero ribasso sui mercati europei. La buona notizia sarebbe che lo spread, il differenziale tra BTp e Bund, sta viaggiando in queste ore intorno i 360 punti, riportandosi ai livelli di inizio settembre come successo al titolo MPS. Per la settimana prossima i mercati giudicheranno le iniziative degli stati nazionali, che in questo weekend dovranno pensare alle misure per stimolare la crescita economica, senza la quale non vi sono provvedimenti che possano risolvere alcuna situazione.
Nel novero dei paesi declassati c’è la new entry Nuova Zelanda, che – nel pieno dei campionati mondiali di rugby – viene placcata dal duo Fitch e Standard & Poor’s che ribassano il rating da AA+ a AA sul debito a lungo termine in valuta straniera. Rivisto anche il rating sul debito in valuta locale, dati anche i gravosi impegni governativi per la ricostruzione di Christchurch, devastata poco tempo fa da un terremoto che ha causato 181 vittime.
Tornando a casa nostra, il Tesoro ha divulgato la notizia che il patrimonio dello Stato ammonterebbe a 1800 miliardi di euro. Di cui almeno 700 sarebbero “fruttiferi” e una quota interessante potrebbe essere venduta in pochi anni. Rimangono sempre i dubbi se questo sia un momento conveniente per vendere, visto che anche i prezzi immobiliari sono molto bassi. Sarebbe forse meglio ridurre i costi diretti e indiretti della politica, ad esempio tagliare una parte delle spese militari (il budget del Ministero della Difesa è di 24 miliardi) rinunciando a 130 inutili aerei da guerra dal costo stimato di 18 miliardi di euro, per cui si stanno apprestando capannoni di assemblaggio all’aeroporto di Cameri (NO) o evitare le inutili infrastrutture come i 20 miliardi del Ponte di Messina (non fatevi imbrogliare dalle stime ufficiali che sono sempre parziali “ad usum delphini” molto più basse), che ci è già costato oltre 1 miliardo di consulenze e incarichi. E’ importante che il governo faccia qualche considerazione su un dato inquietante: nel mese di agosto il tasso di disoccupazione in Italia è calato al 7,9%, ma di contro la disoccupazione giovanile è cresciuta al 27,6%, con punte del 44% al Sud. Una polveriera innescata per il futuro e che coinvolge non solo i giovani, ma le famiglie che soffrono nel vederli senza prospettive per il domani.
Ma per tornare a qualcuno che problemi di lavorare non ne ha, anzi, ha il problema ad occupare più poltrone, giovedì sera c’era a Siena Giuseppe Mussari, occupato per il Montepaschi. Ma non era a Rocca Salimbeni a discutere con Antonio Vigni del futuro della banca. Era alla presentazione della Mens Sana, a distribuire magliette e sorrisi di circostanza. Ma non pensate di vederlo in città oggi: impegnatissimo, il presidente Abi, dopo mesi di silenzio al codazzo di Tremonti, ha sposato la linea conflittuale di Confindustria. E stamattina è a Roma con Emma Marcegaglia a presentare la “contromanovra” per la crescita, firmata a quattro mani con i leader di Rete Imprese Italia, dell’Ania e della Alleanza Cooperative Italiane, ricco di numeri e misure concrete. Il Monte può attendere, visto che è nelle buone mani del Direttore Generale in odore di licenziamento. Di opportunità e opportunismi parleremo in un’altra occasione.