Dal downgrade della Spagna alle obbligazioni subordinate dell'Irlanda

di Red
SIENA. Il tonfo di giovedì lasciava presagire un triste weekend, come siamo abituati da mesi. La mazzata notturna di Standard & Poor’s che aveva retrocesso il rating spagnolo, teneva tutti a galleggiare con le papere dello stagno, sperando che i cacciatori andassero altrove. Ma abbiamo già spiegato che, arrivando con i suoi giudizi solo a certificare le scelte operate dai mercati, l’azione delle agenzie di rating è assolutamente di retroguardia, esiti negativi non ci sono stati, i mercati avevano già agito. Zapatero sta pagando, e con lui tutta la Spagna, la presunzione che con uno sviluppo immobiliare incredibile per dimensioni si sarebbe surrogata l’assenza di crescita economica e industriale del periodo franchista. I derivati, poi: una scorciatoia esagerata di utili che tanto “se lo fanno gli americani sapranno bene come fare” e invece siamo tutti allo scoperto. Però se lo spread iberico è diventato migliore di quello italiano, nonostante tutto, è perché la direzione economica della Spagna è già cambiata prima della nomina del successore a capo del governo. In Italia, invece, qualunque cosa succede tutto ritorna esattamente al punto di partenza dopo un gran putiferio.
Oggi l’esito del voto di fiducia in Parlamento ha dato la possibilità di un ultimo giro di valzer al governo e la Borsa nel pomeriggio prende la rincorsa per chiudere come migliore europea di giornata con un eccellente +2,49%. Ma in generale tutte le borse del vecchio continente hanno fatto bene, godendo della reale volontà dei governi di realizzare la ricapitalizzazione degli istituti di credito in difficoltà. Banca MPS non ha particolarmente brillato +0,39% a euro 0,4087. Rispetto a un mese fa la quotazione migliora del 5,99%, ma niente di speciale anzi “l’affare” di venerdì della Fondazione sembra essere il punto più alto di una estate da dimenticare. Errata corrige per gli analisti di Goldman Sachs che hanno tagliato da 0,55 a 0,47 euro il prezzo obiettivo su Rocca Salimbeni. Wall Street gode dell’aumento delle vendite al dettaglio negli USA a settembre: +1.45% per il Dow Jones.
Il 13 ottobre – ma la maggioranza della gente non lo sa – è uscito il report mensile della Bce (si può trovare sul sito della Banca d’Italia) che, nemmeno troppo velatamente, raccomanda al governo del Belpaese di mettere in campo nuove misure economiche in Italia: basta guardare l’editoriale, che racconta di inflazione al galoppo, mancanza di crescita del Pil, crisi dei prestiti interbancari garantiti. Forseil presidente del consiglio, di fronte alla prospettiva di rimettere le mani nelle tasche degli italiani, avrebbe preferito passare la palla a qualcun’altro, ma i processi personali sono troppo incombenti per mollare la poltrona. L’unica bella notizia, ma non è detto sia merito del governo, viene dal saldo del debito pubblico: in agosto è tornato sotto i 1900 miliardi di euro, se non si scopriranno le solite partite di giro in entrata o in uscita a falsare il dato…
Intanto in Irlanda è scoppiata una bomba finanziaria che potrebbe ritrovarsi fra qualche tempo anche da noi. Bank of Ireland aveva scaricato a risparmiatori (anche italiani) delle obbligazioni subordinate che, con successive ristrutturazioni, sono arrivate a valere un centesimo delle originarie mille euro di valore iniziale. Le obbligazioni subordinate sono titoli ad alto rendimento ed alto rischio: nell’aprile 2008, per sostenere la famigerata acquisizione di Antonveneta, banca MPS realizzò un prestito obbligazionario simile, Upper Tier II 10 anni, da due miliardi di euro con rendimenti allettanti (Euribor 6 mesi + 250 punti base). Adesso, stante l’andamento molto negativo dell’istituto di credito senese (si vedrà meglio alla presentazione della terza trimestrale), ci potrebbe essere la tentazione, legale e perfettamente legale, di sospendere il pagamento delle cedole senza che ciò implichi il default della banca. E la trasformazione coatta delle obbligazioni subordinate in azioni della banca stessa. Nel 2008 erano state emesse da una banca che le agenzie di rating premiavano con una “A”, chi pensava che il titolo fosse più adatto a un fondo pensioni o a una assicurazione che ai piccoli risparmiatori?