Escamotage politico per salvare i Monti bond dalle sgrinfie della UE
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. L’idea è di ristrutturare per ricapitalizzare con i soldi pubblici, non aiuti ma “aiutini” di Stato. Ma a pagare alla fine sono i lavoratori. Non stiamo parlando del Monte dei Paschi di Siena, ma di Bankia, in Spagna. Il quarto istituto di credito del Paese ha annunciato il proprio piano di ristrutturazione: chiusura di mille delle 3mila agenzie aperte e quasi 6mila lavoratori a spasso. Plauso dell’Fmi, ovviamente. Grazie a tutto ciò arriveranno dalla UE la bellezza di 18 miliardi di euro. Non è la stessa situazione di Rocca Salimbeni, ma – a parte qualche particolare – il dato oggettivo del fallimento è lo stesso. Però Bankia provvederà a snellire le fila “attraverso dimissioni volontarie o il pensionamento anticipato”, come affermato dal suo presidente, Ignacio Goirigolzarri. Si vede che lui non ha mai sentito parlare di esternalizzazione… Nel frattempo procurerà di trasferire ad una bad bank (una foglia di fico ricorrente) 57,2 miliardi di euro di titoli tossici, quelli che hanno determinato il crollo del mercato immobiliare spagnolo. Anche il commissario alla concorrenza, Almunia, ha ammonito che nel suo paese le banche “devono ridurre la loro attività”. Meno attività, meno personale, certo.
La differenza tra Bankia e MPS? La prima è stata ufficialmente nazionalizzata e lo stato spagnolo detiene il 45% delle azioni. La seconda pigolerebbe aiuti mascherati via “Monti bond”. Il risultato è lo stesso, in pratica. In linea di principio Rocca Salimbeni può dire di non essere fallita, come han dovuto riconoscere gli omologhi iberici. E le ultime novità in arrivo dal Parlamento confermano la giustezza delle tesi esposte. Un emendamento al decreto Sviluppo – depositato in Senato dai relatori, Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pd) – è la soluzione al confronto tra il Ministero (che puntava a minimizzare l’ingresso nel capitale di MPS), e la Commissione Ue. La formulazione originale del decreto disponeva in caso di incapienza per pagare gli interessi annui l’obbligo di emettere azioni riservate al Tesoro – parametrite a valore di libro e non di mercato – il nuovo articolo di legge dice che, se Rocca Salimbeni non avrà i soldi per le cedole, potrà scegliere tra emettere azioni al prezzo di mercato (come richiede la Ue), o aumentare il suo debito verso lo Stato con l’emissione di altri Monti Bond. Geniale temporeggiamento, che finirà per moltiplicare la spirale del debito da cui la banca non riuscirà mai più a venir fuori, visto che per lunghi anni la redditività languirà… Il malato è grave, conviene continuare a fare sperimentazione sul poveretto? E’ accanimento terapeutico? O forse non sarebbe meglio prendere atto della realtà?
Chi subisce le conseguenze negative di queste scelte è in primis la Fondazione, che tace. E nessuno può costringere la Deputazione ad andarsene via. Palazzo Sansedoni si ritroverà nel giro di un anno con le residue azioni MPS (34,9%), che avranno un valore sufficiente per rimborsare i 350 milioni di debito fatti da Mancini e Pieri – che ancora si devono pagare – per poi rimanere con due palazzi, una Biotech in liquidazione, qualche speculazione immobiliare dagli esiti incerti, del personale da ricollocare. In un contesto degradato che spingerà i creditori a anticipare l’incasso rispetto agli accordi presi in primavera.
Nessun investitore può ragionevolmente puntare su un titolo di borsa così condizionato dalla politica e la quotazione è destinata, con l’aumento del debito, a contrarsi ulteriormente. E’ esattamente quello che sta succedendo da due anni, con la crescita dei debiti inversamente proporzionale al calo del valore del titolo. In nome di chi e di cosa stanno sacrificando Siena? Quando la Fondazione varrà zero nel capitale MPS il valore reale dell’avviamento, degli immobili, degli attivi sarà stato trasferito altrove, come il Cog, e vale almeno il doppio di quanto ci stanno mettendo dentro col giochetto dei Monti bond. Per questo a Siena non è necessario che ci sia un sindaco, che a nome della comunità possa opporsi a questa spoliazione, , basta un Commissario…
