
ROMA. Il deputato Laffranco (FI-PDL) in un’interrogazione parlamentare ha portato la nomina di Marco Morelli ad amministratore delegato del Monte dei Paschi all’attenzione del Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Laffranco ricorda che Bankitalia ha comminato allo stesso Morelli una multa l’8 ottobre 2013 per oltre 200mila euro per gravi irregolarità commesse nell’operazione Fresh (che coinvolgeva anche Jp Morgan), quando era vicedirettore generale di MPS.
Da ciò si evince la presunta mancanza – da parte di Morelli – dei requisiti richiesti per il nuovo incarico.
Da ciò si evince la presunta mancanza – da parte di Morelli – dei requisiti richiesti per il nuovo incarico.
Il cda ha già riconosciuto a Morelli i criteri di integrità e correttezza per poter ricoprire l’incarico nell’ultima riunione della scorsa settimana
“La legge – sottolinea Laffranco – include espressamente tra i criteri di correttezza da esaminare le relazioni d’affari dell’esponente, le condotte tenute nei confronti delle autorità di vigilanza e le sanzioni da queste irrogate. Il comportamento dell’attuale numero uno di MPS risulta di particolare gravità considerato che egli ha partecipato a tutte le fasi dell’operazione, dalle prime interlocuzioni (periodo al quale risale l’indemnity del 2008, da lui stesso sottoscritta) fino alla definizione del termination agreement. Il manager alla vigilia del giudizio di Visco si difese con la sua annunciata archiviazione nel processo MPS. Ma Bankitalia replicava che l’irrilevanza penale della condotta non esclude la sua gravità nella sfera bancaria, dove secondo la legge ciascuno è responsabile della propria azione od omissione, cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa”.
Secondo Bankitalia “Morelli conosceva l’esistenza (come risulta 2016 comprovato dalla email del 12 marzo 2009) della indemnity rilasciata nel 2009. All’ex dirigente non poteva sfuggire la necessità di trasmettere tale documento alla Vigilanza: la garanzia in esame riportava in capo a MPS il rischio di impresa in ordine alla quota parte di notes Fresh su cui insisteva”.
“La legge – sottolinea Laffranco – include espressamente tra i criteri di correttezza da esaminare le relazioni d’affari dell’esponente, le condotte tenute nei confronti delle autorità di vigilanza e le sanzioni da queste irrogate. Il comportamento dell’attuale numero uno di MPS risulta di particolare gravità considerato che egli ha partecipato a tutte le fasi dell’operazione, dalle prime interlocuzioni (periodo al quale risale l’indemnity del 2008, da lui stesso sottoscritta) fino alla definizione del termination agreement. Il manager alla vigilia del giudizio di Visco si difese con la sua annunciata archiviazione nel processo MPS. Ma Bankitalia replicava che l’irrilevanza penale della condotta non esclude la sua gravità nella sfera bancaria, dove secondo la legge ciascuno è responsabile della propria azione od omissione, cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa”.
Secondo Bankitalia “Morelli conosceva l’esistenza (come risulta 2016 comprovato dalla email del 12 marzo 2009) della indemnity rilasciata nel 2009. All’ex dirigente non poteva sfuggire la necessità di trasmettere tale documento alla Vigilanza: la garanzia in esame riportava in capo a MPS il rischio di impresa in ordine alla quota parte di notes Fresh su cui insisteva”.
Premesso quanto sopra, il deputato chiede al Governo “se e quali apprezzamenti siano stati svolti, alla luce del comportamento tenuto da Morelli come manager di MPS in un’operazione con Jp Morgan, per il quale è stato sanzionato da Banca d’Italia, in ordine ai requisiti di professionalità, onorabilità, in dipendenza, competenza e correttezza richiesti calla legge per guidare la banca senese”.
Leggi il documento completo sugli Atti della Camera a pag 33.