Agostino Milani espone i suoi dubbi circa la "salute" dell'istituto bancario senese, all'indomani delle dichiarazioni del presidente Mancini (Fondazione Mps)
SIENA. Gabriello Mancini, Presidente della Fondazione MPS, ha dichiarato in questi giorni che per “MPS” il peggio è passato, salvo poi scoprire, nel corpo delle dichiarazioni, che lo stesso Mancini non è molto soddisfatto di come vanno le cose.
Intanto ci dice che i dati dell’ultima semestrale hanno messo in evidenza come le conseguenze della grave crisi economica che ha interessato tutti i mercati finanziari, siano ancora avvertibili, nonostante le strategie adottate dai vertici della Banca abbiano portato a sensibili miglioramenti.
Insomma, il malato è migliorato, però non sta ancora tanto bene e non è ancora fuori pericolo.
Rimangono, infatti, da sviluppare la redditività, un ulteriore contenimento dei costi, l’aggiornamento tecnologico e non ultima la riorganizzazione.
Dovendo sviluppare tutte queste cose, Mancini, in altre parole, ha detto che la Banca non rende, costa troppo, non è adeguata dal punto di vista tecnologico e necessita di essere riorganizzata.
Niente male per un paziente in via di guarigione!
Forte dei risultati dichiarati come lusinghieri dai vertici della banca, Mancini prosegue diffidando lo stesso menagement anche dalla semplice ipotesi di aumento di capitale per rafforzare la consistenza patrimoniale del MPS.
Sta di fatto che se nessuno ipotizzasse questo aumento, non si capisce per quale motivo Mancini lo dovrebbe esorcizzare e, se qualcuno ne parla, è evidente che la patrimonializzazione non è così forte.
In caso di floridezza una tale ipotesi avrebbe lo stesso senso del suggerire una cura ricostituente a Manuela Arcuri.
Ed infine, dopo gli esorcismi sull’aumento di capitale, Mancini torna a chiedere la remunerazione del capitale investito, ovvero quei dividendi che quest’anno sono stati negati.
Ora tutti sanno che Mancini fa riferimento politico ad Alberto Monaci, una delle figure forti del PD senese, di cui fanno parte anche il presidente della Banca Giuseppe Mussari, il sindaco Maurizio Cenni ed il deputato Franco Ceccuzzi.
Per quanto riguarda il presidente della Banca il suo pensiero coincide con i comportamenti della Banca stessa e non c’è quindi bisogno di chiarirlo ulteriormente, mentre è interessante ricordare come Maurizio Cenni nel contesto di un convegno sindacale, abbia recentemente invitato la Fondazione a non fare la Banca, esternando dubbi sulla strategicità delle partecipazioni in altri soggetti bancari, quali Mediobanca ed Intesa San Paolo, che non garantiscono un sufficiente livello di redditività e non sono funzionali all’indipendenza strategica del MPS, aggiungendo per ultimo che Siena ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità.
E’ infine da ricordare come l’on. Ceccuzzi, in un dibattito alla festa provinciale del PD di quest’anno, abbia dichiarato pubblicamente di condividere come “decisione lungimirante, saggia e sana, quella di non ridistribuire i dividendi da parte MPS”.
Da quanto sopra si evince come le posizioni dei più autorevoli esponenti del partito-sistema che governa Siena su Banca e Fondazione siano particolarmente divaricate.
Noi riteniamo che il pluralismo costituisca per tutti una ricchezza, purché riesca a trovare quelle sintesi che , nel caso del PD senese, al momento appaiono improbabili.
Non vorremmo che, per mancanza di una visione strategica complessiva, dopo la tragedia dell’università, dopo la scomparsa delle erogazioni della Fondazione, scomparsa che l’on. Ceccuzzi auspica come scelta di medio lungo periodo per privilegiare la patrimonializzazione e quindi il rafforzamento della Banca, la città possa ritrovarsi a qualche brutta sorpresa anche con la Banca MPS e scoprire che il peggio deve ancora arrivare.
Agostino Milani – Futuro e Libertà per l’Italia
