Dopo sei mesi il valore è di nuovo ai minimi storici

di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Sei mesi in Viola non sono serviti e, come facilmente preconizzato lo scorso 20 aprile, il titolo MPS è tornato al valore dei giorni subito seguenti l’allontanamento del Dg Antonio Vigni. Ci eravamo chiesti: “Quali fondamentali della banca sono sconosciuti ai poveri mortali?” Da gennaio ad oggi, nonostante i risparmi sugli stipendi dei dipendenti (finora raccomandati e non sembrano aver condiviso la stessa sorte, ma non si sa mai) e i miliardi generosamente prestati dalla Bce, non c’è stato alcun progresso in borsa: 0,19 euro valeva l’azione MPS il 10 gennaio 2012, 0,192 euro vale alle ore 17:30 di martedì 12 giugno.
Qualche gioiello di famiglia è stato venduto, e non c’è rimasto quasi più nulla da alienare dopo la cura dimagrante della vendita Biverbanca e dei 200 sportelli Antonveneta in dirittura d’arrivo. Sarà vero che si vende tutto? Non si trova neanche un socio di maggioranza per Consum.it.
Anche l’ulteriore rinvio del Cda al 25 del mese sembra aver raffreddato gli investitori. Eppure solo 7 giorni fa autorevoli commentatori scrivevano: “MPS guadagna oltre cinque punti e mezzo, nettamente in tesa al Ftse Mib. Il rialzo è legato alle attese per il Cda di oggi (5 giugno, ndr), che dovrebbe fare il punto sul programma di dismissioni”. Lo sapevano in Rocca Salimbeni che indugi e ritardi non avrebbero fatto buona impressione: hanno ugualmente rinviato due volte un Cda fondamentale. Ne consegue che gli operatori di borsa, nel mare in tempesta per i problemi spagnoli, greci e ora anche italiani (secondo l’opinione del ministro delle finanze austriaco), riconoscono che il Monte è più in difficoltà delle altre, affossandolo ulteriormente con una raffica di vendite.
In sei mesi Viola non è stato in grado di diminuire il portafoglio in titoli di Stato italiani; recuperare liquidità con i finanziamenti Bce in favore della clientela; aumentare la redditività in modo significativo come ha messo bene in mostra la trimestrale; costringere molti debitori eccellenti (di cui diversi retaggio della politica dei prestiti facili agli amici) a metter mano al portafoglio e rimborsare la banca, rientrando dalle esposizioni.
Per tacere dei Tremonti bond, la spada di Damocle regalo dal duo Mussari-Tremonti. Dicono che si sta studiando alacremente il progetto Co.co.bond, pericoloso strumento finanziario per chi offre e per chi compra, che si basa su un concetto di stabilità finanziaria del titolo a cui a Siena non si può certamente aspirare.
Sommato a tutto ciò c’è la quasi certezza che MPS farà un altro aumento di capitale. Cheuvreux, società finanziaria del Credit Agricole, l’ha ipotizzato prima dello scorso Natale con motivazioni che a sei mesi di distanza sono tuttora valide e incontestabili.