Secondo il presidente non è stata studiata una alternativa ai Monti bond

di Red. foto di Corrado De Serio
SIENA. Università Luiss, Roma lunedì 10, conferenza dal titolo “Money, banking and finance”. Si va alla scoperta che anche i banchieri possono cadere dal pero, anche due volte a fila. In fondo che questa settimana sarà tremenda lo avevano capito tutti fin dall’annuncio della nuova candidatura di Berlusconi alle prossime elezioni. Alla domanda se avesse visto la puntata di Report, il presidente di MPS Alessandro Profumo avrebbe risposto secondo le agenzie di stampa di aver guardato Inter-Napoli. Ma si sa che i cronisti sono curiosi; non può mancare quindi la domanda se l’annunciata caduta del governo Monti potrebbe portare alla non approvazione dell’emendamento che consentirebbe alla banca di emettere i previsti 3,9 miliardi di Monti bond. Anche questa risposta, definita “stizzita”, è disarmante: “Non abbiamo considerato l’ipotesi”, più adatta forse a chi il banchiere non lo fa per mestiere che a un lupo di mare scafato come l’ex presidente di Unicredit. Chissà quali altre possibilità alternative non saranno state considerate nel Piano Industriale… Riguardo al governo Monti, alla domanda se le dimissioni dell’esecutivo complichino la situazione, Profumo risponde “Mi sembra tautologico”. Inoltre, ritiene che dopo l’annuncio delle dimissioni del Governo “la volatilità resterà piuttosto alta per un periodo relativamente lungo”. Rimettendo in forse uno dei capisaldi del Piano scritto a molte mani dal Tandem e dai suoi consulenti ben pagati: la discesa dello spread. Sapere che non sia stato preso in considerazione uno scenario alternativo serve a rassicurare mercati, dipendenti, clientela?
Per la seconda volta in pochi giorni anche Fabrizio Viola si è astenuto dall’inviare email di supporto ai colleghi, ed è un silenzio molto eloquente. L’approvazione della legge sulla stabilità è l’ultima possibilità di vedersi concessi i Monti bond nell’ultima edizione concordata con la Commissione UE. Sarà oggetto di trattativa serrata tra il partito che li vuole e le forze politiche che finora si sono opposte con successo. Chissà quali retroscena e quali accordi ci saranno sottobanco e se riusciranno a evitare il Commissariamento della banca con le ovvie dimissioni di Profumo e Viola. In caso contrario, Gabriello Mancini rimarrebbe l’unico esponente della città con voce in capitolo diretta sulla banca: ma avendo acriticamente e totalmente appoggiato i due amministratori, dovrebbe dimettersi pure lui, con la linea di difesa scelta sconfessata. Ecco che si ritorna a dire che la città non conta nulla sulla banca che ne porta il nome, benché molti abbiano creduto per troppi anni il contrario.
Il Profumo-pensiero, nella giornata dedicata alla Luiss, è ricco di notazioni: “Mi aspetto 5 anni di significativi e drastici cambiamenti nei modelli di business banking. E’ necessario creare un più forte mercato finanziario per muoverci da un banking-centred system a un market system. E’ necessario disporre di più capitale, tagliare i costi e riformare il sistema orientandolo sempre più verso un customer-oriented system, diversificando i servizi”. Sull’accordo della vigilanza bancaria pensa che “ci siano i presupposti” per raggiungerlo, e che “le banche europee devono cambiare in modo consistente, ma soprattutto deve cambiare la supervisione” varando in tempi rapidi l’Unione bancaria. Avvicinato da un professore della Luiss per i consueti saluti di fine convegno, alla domanda ”Come te la passi a Siena?”, Profumo ha detto: “’Vita intensa…”