Complesso giro di intermediazione dietro il derivato Alexandria

di Red
SIENA. Nello scorso novembre qualcuno a Siena e a Roma aveva tirato un sospiro di sollievo, ma è durato poco. Le indagini coordinate dalla procura di Milano su una società svizzera di intermediazione in operazioni di compravendita di prodotti finanziari, la Lutifin SA, avevano fatto emergere un vorticoso giro di commissioni con risvolti illegali. In particolare, il sospetto degli inquirenti era che le operazioni con la Lutifin venissero fatte anche per “abbellimenti” di bilancio da parte delle banche. Ovvero, in alcuni casi era un modo per far uscire titoli tossici o particolarmente rischiosi, e poi farli rientrare modificati o dopo che il bilancio era stato sistemato. La stampa aveva riferito di 18 indagati, tutti dell’area finanziaria e bancaria milanese e della società svizzera.
Ma la sorte non è stata benigna con gli sfortunati banchieri senesi. Nella chiavetta Usb sequestrata nel 2010 alla Lutifin dalla Finma, la Consob svizzera, e girata per competenza al pm milanese Roberto Pellicano, si parlava anche di banca MPS. Documenti (fatture e contratti di consulenza, tra cui la fattura numero 30 per 600.000,00 euro) relativi alla transazione di un prodotto strutturato da 120 milioni effettuato, nel 2007, con la tedesca Dresdner Bank. Uniti dalle indagini a dichiarazioni di numerosi testimoni, hanno consentito agli investigatori di formulare pesanti accuse. Così prosegue il racconto fatto da Il Sole 24 Ore: “Nell’informativa del Nucleo, viene spiegato che «Lutifin Services Sa era stata utilizzata quale veicolo per effettuare pagamenti riservati nei confronti di alti dirigenti del Monte dei Paschi di Siena, in cambio dell’acquisto, da parte dell’istituto di credito da cui dipendevano, di un “pacchetto titoli” all’interno dei quali ve ne erano alcuni (Cd0) che presentavano forti perdite per Dresdner Bank».
Nella chiavetta elettronica arrivata dalla Svizzera, ci sono poi altre cose sui cui stanno lavorando i militari della GdF. Tante le controparti bancarie italiane (non solo Mps) ed estere. E anche qualche investitore istituzionale di quelli che pagano le pensioni. «L’attività di intermediazione finanziaria ha riguardato molteplici transazioni – dice il Nucleo nell’informativa – aventi per oggetto strumenti finanziari di vario genere, nella maggior parte dei casi titoli obbligazionari Otc (over the counter, non regolamentati)». Materiale per ulteriori capitoli di indagine”, e che stringe il cerchio sull’operazione Alexandria in tutte le sue sfaccettature; nel dettaglio, il prodotto strutturato aveva un codice Isin (una sorta di “targa” che hanno tutti gli strumenti finanziari): XS0257560028. L’emittente era Skylark Ltd, società veicolo di Dresdner Bank con sede alle Cayman.
Sarà difficile per il vecchio management di Rocca Salimbeni uscire da questa storia, che lo vede sotto il tiro della Magistratura fin da tempi non ancora sospetti. Gli impatti contabili per Rocca Salimbeni sono evidenti nei 500 milioni in più di Monti bond che Profumo e Viola hanno chiesto al governo, proprio per prepararsi al peggio: a contabilizzare le perdite che nessuno risarcirà.
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