L'annunciato aumento di capitale spinge il titolo sempre più in basso
di Red
SIENA. Alle otto della sera di venerdì 15 aprile, il mondo della finanza sembra non credere all’aumento di capitale non solo di Banca MPS, ma anche degli altri istituti finanziari richiamati alla patrimonializzazione. Anche a fine settimana registriamo che il titolo ha perso ulteriore terreno terreno, confermandosi con 0,915 (-1,19%) sotto il valore di chiusura di 0,931 dell’ 8 aprile, il venerdì precedente la decisione di fare l’aumento. L’analisi di borsaitaliana.it del 14 aprile è impietoso: “Archiviano un’altra giornata negativa i bancari. B.P.Milano ha chiuso con un -2,36%; il Cda convocato per martedi’ prossimo potrebbe valutare l’ipotesi di una ricapitalizzazione. Con il segno meno anche Intesa Sanpaolo (-1,73%), B.Mps (-1,19%), Ubi B. (-1,08%), B.Popolare (-1,06%) e Unicredit (-0,29%). L’a.d. della banca di piazza Cordusio, Federico Ghizzoni, ha sottolineato come l’istituto non abbia bisogno di un aumento di capitale. In rosso Fonsai (-3,05%), peggior titolo del Ftse Mib”.
Per quello che riguarda la situazione senese, sembra confermato che alla Fondazione Monte Paschi di Siena servono 800 mln circa per partecipare all’aumento di capitale di B.Mps. L’Ente si dovrebbe riunire lunedì prossimo per valutare il pacchetto di interventi per sostenere pro-quota la ricapitalizzazione di Rocca Salimbeni. In effetti risulta da indiscrezioni che la possibilita’ di indebitarsi concessa dal ministro Tremonti sia intorno ai 300-400 milioni, ben al di sotto della cifra complessiva dell’operazione: da cui la complessita’ della manovra, che consiste nell’utilizzare una parte dei titoli privilegiati Mps in portafoglio (circa il 10% del capitale), provare a smontare le gestioni patrimoniali, quindi gestire il futuro di Consum.it (controllata del gruppo in predicato di realizzare accordi strategici nel credito al consumo, ha annunciato 23,1 milioni di utile netto 2010, + 385% sul 2009), e mettere in gioco alcune partecipazioni monetizzabili, come lo 0,42% di Intesa Sanpaolo e l’1,9% di Mediobanca.
Posizione condivisa anche da Ilsole24ore: la volonta’ della Fondazione di partecipare all’aumento di capitale senza diluire la propria partecipazione al di sotto della soglia del 50,1% (oggi ha in portafoglio il 55,5% complessivo) deve avere come contropartita nel prossimo futuro cedole piu’ sostanziose rispetto ai 164 mln complessivi dell’ultimo triennio. Non potrebbe essere diversamente, conclude il quotidiano, perche’ l’Ente senese sta infatti giocando le sue ultime carte per mantenere il controllo sul Monte, cosi’ come vogliono le istituzioni locali di riferimento, Comune e Provincia in primis. E a Siena l’ipotesi di perdere la maggioranza non e’ neppure proponibile, soprattutto alla vigilia delle elezioni per il nuovo sindaco. Peraltro sono molti a chiedersi a Siena se “sia giusto e conveniente lasciare quest’ultima occasione di rilancio della banca nelle mani di chi l’ha guidata fino ad oggi sull’orlo del tracollo”.