L'abolizione del vincolo "frutto della politicae dell'incompetenza", dice il Carroccio

SIENA. E finalmente il gioco è fatto. Dopo una resistenza che è stata più debole di un foglio di giornale bagnato, il vincolo del 4% che permetteva a Siena di essere titolare della Banca più antica del mondo, è stato definitivamente abolito, aprendo a chiunque ne avesse le capacità economiche, la scalata per la conquista del Monte dei Paschi. «La cancellazione del vincolo del 4% è una diretta conseguenza di quelle che sono state operazioni e scelte politiche che hanno messo in ginocchio la banca ed hanno costretto a continui aumenti di capitale anche in assenza delle sufficienti disponibilità finanziarie per farlo da parte della Fondazione. Certo è che le istituzioni, Comune e Provincia su tutte, avrebbero avuto il dovere di resistere fino in fondo al fine di scongiurare quello che forse è uno dei giorni più bui della storia di Siena, invece hanno preferito essere accondiscendenti alle pressanti richieste di cancellazione del vincolo, anche a costo di doversi rimangiare tutto quanto sostenuto in campagne elettorale.» commenta il segretario provinciale della Lega Nord Riccardo Galligani.
Francesco Giusti, segretario comunale del Carroccio, va invece all’attacco di Mancini e di quanti hanno sostenuto in assemblea l’incompatibilità del Presidente della Fondazione a seguito di quello che sembrerebbe essere il terzo mandato consecutivo alla Guida della Fondazione, mentre lo statuto ne prevede soltanto due: «Voglio ricordare a chi oggi durante l’assemblea ha sostenuto che Mancini non avrebbe avuto il diritto di fare le veci della Fondazione, che la Lega Nord ha presentato ben due esposti, uno dei quali dopo appena due mesi dall’acquisizione di Antonveneta, ed una denuncia ancora pendente alla Procura della Repubblica e con la sua azione di trasparenza ha indotto alle dimissioni un sindaco revisore supplente. Mi sembra che qualche amico senese si sia svegliato un po’ troppo tardi, forse era sempre al mare così come indicato da qualcuno in occasione del ballottaggio. Purtroppo – conclude Giusti – quelli di oggi sono i frutti della politica del Partito Democratico e dell’incompetenza o malafede, se varrà accertata, di certi personaggi alla guida della Banca e della Fondazione e di chi, dall’opposizione, ha permesso che a guidare le istituzioni fossero ancora una volta gli artefici di quello che è stato un disastro annunciato.»
Francesco Giusti, segretario comunale del Carroccio, va invece all’attacco di Mancini e di quanti hanno sostenuto in assemblea l’incompatibilità del Presidente della Fondazione a seguito di quello che sembrerebbe essere il terzo mandato consecutivo alla Guida della Fondazione, mentre lo statuto ne prevede soltanto due: «Voglio ricordare a chi oggi durante l’assemblea ha sostenuto che Mancini non avrebbe avuto il diritto di fare le veci della Fondazione, che la Lega Nord ha presentato ben due esposti, uno dei quali dopo appena due mesi dall’acquisizione di Antonveneta, ed una denuncia ancora pendente alla Procura della Repubblica e con la sua azione di trasparenza ha indotto alle dimissioni un sindaco revisore supplente. Mi sembra che qualche amico senese si sia svegliato un po’ troppo tardi, forse era sempre al mare così come indicato da qualcuno in occasione del ballottaggio. Purtroppo – conclude Giusti – quelli di oggi sono i frutti della politica del Partito Democratico e dell’incompetenza o malafede, se varrà accertata, di certi personaggi alla guida della Banca e della Fondazione e di chi, dall’opposizione, ha permesso che a guidare le istituzioni fossero ancora una volta gli artefici di quello che è stato un disastro annunciato.»