Il Wall Street Journal ipotizza una retromarcia dell'Eba sulla ricapitalizzazione

di Red
SIENA. C’è da capire il busillis dell’intervento a gamba tesa di Moody’s contro Rocca Salimbeni, tra l’altro fuori tempo massimo. Certe cose si dicono “prima” della presentazione del piano di rafforzamento del capitale di Viola, non si gettano là insinuazioni per condizionare il giudizio di Banca d’Italia o dell’Eba attraverso la risposta impulsiva dei mercati che procedono a un rapido realizzo e fanno incassare a fine seduta di venerdì -3,53% a euro 0,3332, che comunque vale un +27,76% rispetto alla quotazione di un mese fa.
Materiale buono per fare aprire alla Procura di Trani un altro fascicolo contro le agenzie di rating dopo quelli dei mesi passati che, guarda caso, hanno convinto i magistrati pugliesi di “poter dimostrare l’inaffidabilità di Fitch, Standard & Poor’s e Moody’s quanto l’aver commesso reati perseguibili dalla giustizia italiana”. Ma è tuttavia possibile che la mossa degli americani esperti di rating sia una risposta tutta anglosassone alle indiscrezioni odierne del Wall Street Journal. Il sempre ben informato quotidiano newyorkese con appendici londinesi ha raccolto “notizie” da banchieri europei in fibrillazione.
Essi stimano che le pressioni fatte dalla banche del vecchio Continente ai regolatori di Bruxelles starebbero per riuscire a provocare una clamorosa retromarcia sui requisiti di ricapitalizzazione da imporre agli istituti. Evidentemente la paura del Credit Crunch europeo generalizzato, da una parte, e della perdita del controllo degli istituti di credito in favore di soggetti dotati di capitale ancora misteriosi, dall’altra, costringerà tutti a più miti consigli: in fondo l’Europa è una sola come la sua moneta, e nessuno è in grado di smarcarsi senza creare danni “mondiali”. E il piano di Viola, con qualche spintarella come questa del WSJ, potrebbe per davvero funzionare alla faccia di Moody’s e della finanza d’assalto.