Mancini sarebbe pronto a chiedere l'azione di responsabilità

di Red
SIENA. La realtà supera ancora una volta la fantasia. Il titolo MPS stamani (23 gennaio) non riesce nemmeno ad aprire le contrattazioni e viene sospeso con un ribasso di oltre il 9%. Vengono poi riammesse dopo oltre mezz’ora dall’apertura, lasciando sul terreno alle 10:11 -5,62%. Secondo indiscrezioni lasciate trapelare ieri da milanofinanza.it “sembra che dopo Santorini e Alexandria, nei prossimi giorni possano uscire dettagli su altre due operazioni di finanza strutturata confezionate dalla passata gestione della banca. Si tratterebbe di Patagonia e Nota Italia, due contratti di cui non si conoscono ancora né controparti, né dettagli tecnici, ma che potrebbero presentare elevati livelli di rischio. Bankitalia monitora con viva preoccupazione i problemi della terza banca nazionale ed è in costante contatto con i suoi vertici”.
Ora il buco che si allarga in maniera abnorme lascia intendere che due uomini soli, seppur nella plancia di comando, non possano aver fatto tutto da soli senza che amministratori e dirigenti si accorgessero di nulla. Non è una questione di Mussari e Vigni contro tutti; c’è una intera classe dirigente che passa attraverso il Consiglio di Amministrazione del 2009 per approdare ai gruppi che hanno espresso le figure sedute in consiglio. Aspettiamo che Caltagirone o Axa rilascino dichiarazioni in cui affermano di non sapere che dal 2008 si facevano operazioni stravaganti al limite della follia: Frederic de Courtois, passato attraverso il vecchio e presente nel nuovo CdA insieme a Turiddo Campaini della Unicoop Firenze non si sono mai accorti di nulla? Come potrà Campaini spiegare alla massaia che fa la spesa alla coop cosa ci ha guadagnato l’Unicoop a spalleggiare personaggi e situazioni sempre più simili a un qualunque Madoff che non alla cooperazione è cosa francamente incomprensibile.
Milano finanza non esclude la possibilità che si arrivi ad una amministrazione straordinaria, se le gravi irregolarità che stanno emergendo dovessero trovare pronto riscontro in una azione rapida ed efficiente – almeno stavolta – della Banca d’Italia. Il passivo di oltre 2 miliardi servirà a Profumo e Viola per non pagare gli interessi sui Tremonti bond: poca cosa, si dirà, ma in questo momento tutto fa alla causa di sopravvivenza. Alla fine, proprio stamattina, sembra che si sia mosso anche il presidente della Fondazione MPS, Gabriello Mancini. Corre voce che nel suo intervento all’assemblea straordinaria del Monte dei Paschi in calendario venerdì prossimo userà toni molto duri nei confronti degli ultimi avvenimenti, aprendo di fatto le porte all’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici della banca, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni.
Si dice che una volta chiusa l’analisi interna – e se questa dovesse confermare responsabilità in capo al precedente management, prosegue la fonte interna a Palazzo Sansedoni citata da milanofinanza.it – la Fondazione sia pronta a esercitare l’azione di responsabilità, nonostante il temporaneo “no comment” sugli avvenimenti. Il tardivo pronunciamento di Mancini non potrà tuttavia cancellare la storia di un presidente sempre appiattito sui desiderata di Mussari e perciò – di fatto – corresponsabile. Già rimarrà nei ricordi come l’uomo che ha distrutto la Fondazione, svendendo le partecipazioni buone per concentrare il capitale solo sul titolo MPS, firmando quella cambiale chiamata covenant che ha azzerato le finanze dell’Ente e lo ha lasciato in un mare di debiti (dei quali si è procrastinato si il pagamento), ma senza che all’orizzonte si intraveda la possibilità, per anni, di mettere insieme il denaro necessario per togliersi il cappio dal collo. E, senza aspettare la naturale scadenza di luglio, Mancini potrebbe chiudere il discorso che farà all’Assemblea straordinaria annunciando le sue personali dimissioni. A qualcuno pare il minimo…
Chissà cosa diranno Beppe Grillo e Oscar Giannino, presenti all’assemblea Mps.
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