Bisognerebbe, piuttosto, far pagare le perdite a chi le ha causate dice l'eurodeputato

SIENA. «Nazionalizzare l’Mps significherebbe accollare tutte le perdite ai cittadini». Torna a ribadirlo Claudio Morganti, eurodeputato indipendente dell’Eld e membro della commissione per i bilanci all’Europarlamento, dopo la nota diffusa dall’Adusbef che in un comunicato ha sottolineato la necessità di “commissariare e nazionalizzare il Monte dei Paschi di Siena”.
«Non sono contrario alla nazionalizzazione delle banche in generale – afferma l’onorevole Morganti –, ma nel caso dell’Mps si parla di una banca piena di titoli tossici (si pensa circa sette miliardi di euro) le cui perdite ricadrebbero nelle tasche dei cittadini e sappiamo bene quale parte del Paese contribuirebbe maggiormente a risanarle. Bisognerebbe, piuttosto, far pagare le perdite a chi le ha causate, altrimenti sarebbe troppo facile fare i danni per poi chiedere ai cittadini di tappare i buchi. Ritengo, inoltre, che sia la nazionalizzazione che il commissariamento non avranno l’effetto sperato finché non si separerà le attività di raccolta e di deposito dalle attività speculative delle banche. Fintanto i depositi dei cittadini – evidenzia Morganti – verranno usati per le attività speculative non si risolverà niente».
Poi, l’europarlamentare ricorda che «nessuno è accorso, né lo Stato né le banche, in aiuto di molte imprese private per ristrutturare le perdite, facendo così fallire importanti catene imprenditoriali e mandando a casa centinaia di cittadini. Mi meraviglio, quindi, delle posizioni espresse dall’Adusbef che vedono nella nazionalizzazione una soluzione dei problemi che, a mio parere, ci sarebbe solo attribuendo le responsabilità all’Mps».