Il candidato alla Camerasi racconta in una intervista in esclusiva, affrontando temi di attualità

di Augusto Mattioli
SIENA. A pochi giorni dal voto restano sul tavolo della discussione temi che, forse, sono utili solo a deviare l’attenzione delle masse dalle vere necessità della gente. Il lavoro, la scuola, la sanità, la difficoltà di arrivare alla fine del mese per sempre più italiani, restano argomenti secondari e spesso (troppo spesso) si assiste a polemiche e battibecchi tra politici che hanno al centro questioni che paiono anacronistiche.
Abbiamo voluto sentire, su questo, un giovane candidato alla Camera dei Deputati del gruppo Fratelli d’Italia, Francesco Michelotti, per sapere da lui quanto è importante e centrale nel suo impegno politico legato ad un partito di centrodestra, il fattore ideologico e quindi quanto “pesa” la contrapposizione “fascismo” – “antifascismo”.
Lei, avvocato di 34 anni, consigliere comunale a Poggibonsi e ora candidato alle politiche è uno dei pochi giovani impegnati nell’attività politica a Siena. Da cosa dipende questa scarsa presenza di nuove energie sulla scena attiva locale?
“In realtà sono uno dei pochi candidati. Ma almeno per quanto riguarda Fratelli d’Italia c’è un gruppo giovanile forte, importante, che lavora, si impegna e fa militanza. L’anno scorso Gioventù universitaria, il gruppo giovanile di riferimento di Fratelli d’Italia, è stata la prima lista dell’Università. A Siena la generazione dei trentenni, dei quarantenni non è ancora pienamente coinvolta nella questione politica. Sta anche a noi, alla politica, avere la capacità di attrarre le giovani generazioni. C’è una disaffezione innegabile che secondo me è dovuta a ciò che rappresenta la politica. Ma vorrei dire che non siamo tutti uguali. Quando sento dire “non mi interesso perché sono tutti uguali” capisco che è una pietosa giustificazione. Ero domenica Roma con la Meloni lei ha detto chiaro: “non sono uguale a Renzi”. Inutile insistere sul luogo comune del tutti uguali. Noi non siamo uguali a Mancuso – per il quale ho grande rispetto – perchè ci sono delle diversità di vedute, di opinioni. E non siamo uguali a persone del Partito Democratico”.
Dunque c’è una visione delle cose differenti. Per cui destra e sinistra esistono ancora…
“Assolutamente sì, magari non si declinano, come dieci o vent’anni fa. Ieri in Consiglio Comunale a Poggibonsi ho fatto una discussione sulla mozione sull’antifascismo che secondo me è abbastanza antistorica. Non ha più senso attardarsi su questo”.
Che idea ha, lei che ha 34 anni, del fascismo, di quel fascismo.
“Secondo me è storicizzato. Nel senso che appartiene ad un’epoca storica con la quale ormai la nostra nazione ha fatto i conti. Noi abbiamo preso da anni, come destra italiana, delle posizioni nette, sposando in maniera netta i valori di democrazia, di uguaglianza, di libertà. Credo che chi oggi agita la bandiera dell’antifascismo lo fa in maniera strumentale per additare le forze politiche di destra o di estrema destra come pericolose quando in realtà tutti hanno una loro dignità politica e una cittadinanza all’interno dell’arco costituzionale”.
Ma quando c’è chi si proclama fascista del terzo millennio, oppure quando si negano i campi di concentramento con relativo sterminio questo è legittimo che preoccupi?
“E’ chiaro che queste sono frasi, opinioni, affermazioni che sono inaccettabili. Il negazionismo è inaccettabile è pericoloso. E’ verissimo. Ma credo che questo non appartenga a partiti politici sul campo, piuttosto a frange estreme che nemmeno sono rappresentate. Su questo dobbiamo fare un percorso culturale di consapevolezza. Altro è agitare la bandiera dell’antifascismo come hanno fatto in consiglio comunale a Siena approvando un regolamento che, per me, lo dico anche da avvocato, ha degli aspetti anche gravi dal punto di vista giuridico perché costringere delle persone, associazioni a firmare una dichiarazione di adesione ad una opinione soggettiva per avere uno spazio pubblico. Questo è grave”
Parliamo delle elezioni amministrative di Siena per il momento in secondo piano rispetto alle politiche. Qual è il suo giudizio sulla situazione attuale e le prospettive?
“Vedo che gli schieramenti non sono ancora fatti. Ci sono formazioni che devono ancora scendere in campo. Bisogna che qualcuno decida con quale formazione schierarsi. Noi, in ossequio alla chiarezza che ci ha sempre contraddistinto abbiamo detto da subito da che parte stiamo, cosa vogliamo per Siena. Luigi De Mossi per me incarna il sentimento di rinnovamento vero, la discontinuità rispetto al sistema Siena. Tra tutti i candidati in campo è l’unico che dà più garanzie rispetto alla discontinuità. Gli altri più o meno direttamente sono riconducibili al sistema Siena. Anche perchè sono sostenuti da persone che ne hanno fatto parte. Con la stessa chiarezza faremo le liste. Già abbiamo dei nomi importanti: cito l’amico e collega Maurizio Forzoni, uno dei principali candidati a Siena”.
De Mossi in ogni caso è sostenuto da persone che hanno fatto politica da molti anni in questa città…
“Abbiamo parlato di questo lungamente. De Mossi si presenta, ci mette la faccia e un bagaglio umano, culturale, professionale. Se poi intorno a lui, oltre a persone nuove, c’è qualcuno che ha un percorso diverso ma che nel frattempo si è ravveduto e dà una mano è ben accetto. E’ chiaro che non vinciamo con i nostri: per vincere a Siena abbiamo bisogno di persone che fino a qualche tempo fa erano da un’altra parte. Altrimenti non potremo vincere mai. A queste persone bisogna chiedere di aderire ad un percorso di discontinuità e di rinnovamento. Secondo me ci sono le possibilità. Già la volta scorsa c’è stato con Neri il ballottaggio, un risultato eloquente. Secondo me è una città contendibile. Sta a noi, a tutto il centro destra, di presentarci in maniera unita e compatta, con programma serio di rinnovamento in tutti i settori”
Parliamo di Montepaschi e di banche in generale. Che idea si è fatto?
“Fratelli d’Italia ha fatto la scelta di candidare alla Camera Letizia Giorgianni, una persona che di fronte al decreto salvabanche del governo Renzi ha costituito un’associazione per tutelare i risparmiatori. Noi abbiamo scelto di stare dalla loro parte. E anche quello che ha detto Borghi della Lega sulla partecipazione dello Stato in Mps credo sia eloquente. Diciamo che è cambiato il mondo. La Fondazione è passata dall’avere una banca ad una partecipazione irrisoria per cui dobbiamo fare i conti anche con questo“.
Responsabilità?
“Scindiamo quelle penali da quelle politiche. Il sistema Siena lo conosciamo. C’è una responsabilità politica del Pd, che ha sempre gestito le istituzioni. Ne deve rispondere politicamente”.
Ma anche il centrodestra qualche responsabilità ce l’ha.
“C’ è anche una parte del centro destra che all’epoca, in accordo con il partito democratico, ha avallato questo sistema che abbiamo sempre combattuto anche dall’interno. Parlo di Denis Verdini, che tanto era contiguo al Pd che hanno fatto il governo insieme”.