SIENA. Nelle sale cinematografiche italiane ed in corsa per Cannes dove Moretti si unirà a Garrone e Sorrentino per sostenere i colori dell’Italia, il film di Nanni Moretti dedicato alla madre, Agata Apicella morta nel 2010.
Una elaborazione di lutto raccontata con grande delicatezza grazie anche ad un cast di attori strepitosi a partire da Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini è scritta insieme a Francesco Piccolo e Valia Santella.
Un film intimo dove Moretti tocca aspetti dell’intimità ben lontani dalle sue precedenti opere come Ecce bombo, Bianca o Palombella rossa, e dove egli stesso sembra assente per far vestire le sue caratteristiche a Margherita Buy, suo alias al femminile.
Raccontare una madre, la sua presenza e la sua assenza cinque anni dopo la sua dipartita è un’operazione non facile, nulla di nuovo infatti ma molto di bello e di artistico che mette a nudo senza pietà tratti distintivi del regista con una sincerità sconcertante che rende l’opera diversa da tutte le altre girate e con tratti di maturità e sofferenza che ne connotano l’unicità. Mia madre è infatti molto più dell’elaborazione di un lutto: è una testimonianza intima e personale che riesce nell’intento di coinvolgerci tutti e che, come twittato da Marta Cagnola, “non indaga, non stupisce, non indugia. Racconta. Per questo divide chi quel dolore ce l’ha dentro da chi, beato lui, non ce l’ha.”
Un film da vedere che di certo si farà notare laddove Moretti anni fa portò a casa la Palma d’Oro.