Piccini: "Le consigliamo di guardare da subito nelle casseforti e nei cassetti della Fondazione"

SIENA. La curiosità mi ha spinto a leggere l’intervista della nuova presidente della Fondazione. Devo dire che gli aspetti che mi sento di evidenziare sono due, non di più. I primo è quello relativo ai soggetti che avrebbero determinato la nomina a presidente, con la relativa risposta che sarebbero stati quelli “rappresentati dal Valentini”. Strano! Non ci risulta, e una risposta del genere ha tanto il sapore della captatio benevolentiae. Tutte le dichiarazioni e gli articoli mettono chiaramente in evidenza come il ruolo dell’ex sindaco di Monteriggioni sia stato marginale e come questi abbia appoggiato la candidatura della Mansi solo all’ultimo momento quando la proposta del Pizzetti non aveva più i consensi necessari. Non è possibile parlare di soggetti vicini a Valentini, come ad esempio Alberto Monaci, perché così non è: Monaci non ha gestito l’operazione del nuovo presidente e non è vicino all’ex primo cittadino di Monteriggioni. Gli artefici della nomina risulterebbero essere in primis Luigi Mansi e poi Viola, Squinzi e solo in parte Guzzetti, tutto il resto è contorno. Un’operazione, che ha molto di un lavoro fatto da una parte dei vertici della banca, per trovare un sostituto del Mancini che avesse le caratteristiche della vicinanza e della affidabilità. Qualcuno sospetta che la captatio benevolentiae sia dovuta a una richiesta specifica del Valentini e alla messa in campo, da subito, di una strategia che porti al rinnovo degli attuali assetti della Fondazione. Come tutti sanno la Fondazione dura in carica un anno e un anno passa velocemente, forse troppo. E proprio per questo, e non solo, sarebbe stato bene evitare una risposta del genere. Comunque la ricostruzione dei fatti è un esercizio che ci interessa poco; così come quello di riconoscere un maggior potere a chi ha determinato il successo dell’operazione.
Veniamo invece al secondo aspetto, quello di sostanza che ci interessa veramente: l’in bocca al lupo fatto da Profumo alla nuova nominata. Un in bocca al lupo che la dice lunga. La dice lunga soprattutto sulle difficoltà che la Mansi dovrà fronteggiare da subito. Su questi aspetti è bene sospendere il giudizio. È opportuno aspettare il documento programmatico e leggere i numeri. A ottobre avremo, con molta probabilità, anche il piano industriale della Banca licenziato dalle autorità di Bruxelles. L’intreccio dei due documenti permetterà di fare una valutazione seria, sui numeri e i numeri sono sempre galantuomini. Tutto il resto è poco interessante e lascia il campo alla lettura preconcetta, cosa che non è pertinente per chi vuole occuparsi di Fondazioni bancarie. Una cosa però credo che sia utile sottolineare che ciò che conterà nel giudizio non saranno soltanto le strategie future, ma anche il passato. Alla presidente, la città di Siena, i cittadini senesi chiedono trasparenza, di sapere, di conoscere quello che è avvenuto in questi dodici anni: la verità. Le consigliamo di guardare da subito nelle casseforti e nei cassetti: la cattiva gestione non è stata di pertinenza esclusiva della Banca e le menzogne non pagano. Non so se sarà utile per questo lavoro di avvalersi del vecchio management. Da questi atti capiremo le reali capacità della sig.ra Mansi e la sua volontà di autonomia a vantaggio del territorio e potremo, solo allora, esprime un giudizio di merito. Per il momento sopporteremo con pazienza tutto il battage comunicativo che segue sempre un nuovo evento: articoli, foto, presenze varie, atti legati alla legittimazione e via discorrendo.
Veniamo invece al secondo aspetto, quello di sostanza che ci interessa veramente: l’in bocca al lupo fatto da Profumo alla nuova nominata. Un in bocca al lupo che la dice lunga. La dice lunga soprattutto sulle difficoltà che la Mansi dovrà fronteggiare da subito. Su questi aspetti è bene sospendere il giudizio. È opportuno aspettare il documento programmatico e leggere i numeri. A ottobre avremo, con molta probabilità, anche il piano industriale della Banca licenziato dalle autorità di Bruxelles. L’intreccio dei due documenti permetterà di fare una valutazione seria, sui numeri e i numeri sono sempre galantuomini. Tutto il resto è poco interessante e lascia il campo alla lettura preconcetta, cosa che non è pertinente per chi vuole occuparsi di Fondazioni bancarie. Una cosa però credo che sia utile sottolineare che ciò che conterà nel giudizio non saranno soltanto le strategie future, ma anche il passato. Alla presidente, la città di Siena, i cittadini senesi chiedono trasparenza, di sapere, di conoscere quello che è avvenuto in questi dodici anni: la verità. Le consigliamo di guardare da subito nelle casseforti e nei cassetti: la cattiva gestione non è stata di pertinenza esclusiva della Banca e le menzogne non pagano. Non so se sarà utile per questo lavoro di avvalersi del vecchio management. Da questi atti capiremo le reali capacità della sig.ra Mansi e la sua volontà di autonomia a vantaggio del territorio e potremo, solo allora, esprime un giudizio di merito. Per il momento sopporteremo con pazienza tutto il battage comunicativo che segue sempre un nuovo evento: articoli, foto, presenze varie, atti legati alla legittimazione e via discorrendo.
Pierluigi Piccini