Incontro a Palazzo Sansedoni sul bilancio 2013

SIENA. La presidente Antonella Mansi ed il provveditore Enrico Granata hanno commentato i dati del bilancio della Fondazione Monte dei Paschi recentemente approvato. (vedi). Dopo tre esercizi consecutivi di disavanzi di gestione, la Fondazione chiude il 2013 con un risultato economico positivo di 22 milioni di euro.
Si è fermato il processo di riduzione del patrimonio con un valore netto contabile pari a 723 milioni (lo scorso anno era a 673 mln). Il risultato positivo deriva dalla dalla vendita del FRESH 2008 e dalla ridestinazione del Fondo stabilizzazione delle erogazioni. Il Fresh, con un valore nominale di 490 milioni di euro, e’ stato venduto a 95,2 mln a fronte di un valore di carico di 32,6 mln. Dopo aver venduto, con una minusvalenza di 29 milioni, il 31% delle azioni della banca (attualmente detiene il 2,5%), la Fondazione avrà una quota immobilizzata in Mps non superiore al 25% dell’attivo contabile cosa che, ha detto Granata, pone ”le basi per una ampia diversificazione”. Per quanto riguarda i costi, il calo degli oneri dal 2012 riguarda, tra l’altro, gli organi statutari (-40%); il personale (-30%) che nel 2014 dovrebbe avere un costo di 2,6 mln per arrivare a 2,2 mln nel 2015; le consulenze, ridotte del 72% rispetto all’anno precedente.
”C’è una svolta reale – ha detto la presidente Mansi – con una forte discontinuità nei numeri e nei metodi. Abbiamo colto l’obiettivo della messa in sicurezza e della salvaguardia del patrimonio dell’Ente”.
Il 2014, comunque, ha detto ancora il provveditore Granata, sarà ”un anno di passaggio”, nel corso del quale saranno definite alcune situazioni complesse come le partecipazioni in Siena Biotech e Sansedoni.
“Noi ci auguriamo la crescita del patto” di sindacato all’interno di Mps,- ha affermato la presidente della Fondazione, che ha un accordo con Fintech e BTG Pactual che vincola il per cento del capitale della banca. Rispondendo alle domande dei giornalisti, che chiedevano se il patto potrà crescere ed ampliarsi dopo l’aumento di capitale,Mansi ha spiegato “‘non abbiamo la risposta in mano, noi ci siamo posti come polo aggregante e ci auguriamo una crescita del patto, è uno degli obiettivi qualificanti che accompagnano la sua costruzione”; ed ha confessato la convinzione ”di poter avere un ruolo di collegamento tra gli azionisti e il territorio”.
Per quanto riguarda la successione sulla poltrona di Palazzo Sansedoni, Mansi ha dato disponibilità a restare sino alla fine di luglio, in attesa che si trovi la persona giusta per quel ruolo. ”So – ha spiegato – che la mia non permanenza ha creato alcune difficoltà, per questo ho dato la mia disponibilità, entro il mese di luglio, perché la Deputazione generale possa esercitare la sua esclusiva capacità di nomina in tempi opportuni. Non ho motivo di dubitare che faranno un buon lavoro. Lo statuto già prevede un alto profilo – ha detto – e il collegamento con BTG Pactual e Fintech impongono una interlocuzione internazionale, è un’occasione che deve essere colta, bisogna pensare in grande, non al meno”.
Sul clima politico che si respira a Siena, Mansi ha commentto: Mi dispiace che ci sia un pezzo di città che non ha memoria e chi non ha memoria non ha futuro. Qualcuno dice che siamo passati da avere il 51% al 2,5% della banca, la realtà è che siamo passati dal 51% a una situazione che poteva essere di default e ora siamo al 2,5%. Mi dispiace che la Fondazione sia strumentalizzata da questioni di politica locale”.
Si è fermato il processo di riduzione del patrimonio con un valore netto contabile pari a 723 milioni (lo scorso anno era a 673 mln). Il risultato positivo deriva dalla dalla vendita del FRESH 2008 e dalla ridestinazione del Fondo stabilizzazione delle erogazioni. Il Fresh, con un valore nominale di 490 milioni di euro, e’ stato venduto a 95,2 mln a fronte di un valore di carico di 32,6 mln. Dopo aver venduto, con una minusvalenza di 29 milioni, il 31% delle azioni della banca (attualmente detiene il 2,5%), la Fondazione avrà una quota immobilizzata in Mps non superiore al 25% dell’attivo contabile cosa che, ha detto Granata, pone ”le basi per una ampia diversificazione”. Per quanto riguarda i costi, il calo degli oneri dal 2012 riguarda, tra l’altro, gli organi statutari (-40%); il personale (-30%) che nel 2014 dovrebbe avere un costo di 2,6 mln per arrivare a 2,2 mln nel 2015; le consulenze, ridotte del 72% rispetto all’anno precedente.
”C’è una svolta reale – ha detto la presidente Mansi – con una forte discontinuità nei numeri e nei metodi. Abbiamo colto l’obiettivo della messa in sicurezza e della salvaguardia del patrimonio dell’Ente”.
Il 2014, comunque, ha detto ancora il provveditore Granata, sarà ”un anno di passaggio”, nel corso del quale saranno definite alcune situazioni complesse come le partecipazioni in Siena Biotech e Sansedoni.
“Noi ci auguriamo la crescita del patto” di sindacato all’interno di Mps,- ha affermato la presidente della Fondazione, che ha un accordo con Fintech e BTG Pactual che vincola il per cento del capitale della banca. Rispondendo alle domande dei giornalisti, che chiedevano se il patto potrà crescere ed ampliarsi dopo l’aumento di capitale,Mansi ha spiegato “‘non abbiamo la risposta in mano, noi ci siamo posti come polo aggregante e ci auguriamo una crescita del patto, è uno degli obiettivi qualificanti che accompagnano la sua costruzione”; ed ha confessato la convinzione ”di poter avere un ruolo di collegamento tra gli azionisti e il territorio”.
Per quanto riguarda la successione sulla poltrona di Palazzo Sansedoni, Mansi ha dato disponibilità a restare sino alla fine di luglio, in attesa che si trovi la persona giusta per quel ruolo. ”So – ha spiegato – che la mia non permanenza ha creato alcune difficoltà, per questo ho dato la mia disponibilità, entro il mese di luglio, perché la Deputazione generale possa esercitare la sua esclusiva capacità di nomina in tempi opportuni. Non ho motivo di dubitare che faranno un buon lavoro. Lo statuto già prevede un alto profilo – ha detto – e il collegamento con BTG Pactual e Fintech impongono una interlocuzione internazionale, è un’occasione che deve essere colta, bisogna pensare in grande, non al meno”.
Sul clima politico che si respira a Siena, Mansi ha commentto: Mi dispiace che ci sia un pezzo di città che non ha memoria e chi non ha memoria non ha futuro. Qualcuno dice che siamo passati da avere il 51% al 2,5% della banca, la realtà è che siamo passati dal 51% a una situazione che poteva essere di default e ora siamo al 2,5%. Mi dispiace che la Fondazione sia strumentalizzata da questioni di politica locale”.