
di Augusto Mattioli
SIENA. Questa volta Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps, intervenendo all’assemblea dei soci della banca, ha fatto – pur nei toni pacati che gli sono sempre stati congeniali (la scuola della vecchia Dc è sempre utile) – delle osservazioni molto precise. Dei veri e propri inviti alla dirigenza della banca a darsi da fare per evitare che anche l’anno prossimo il dividendo non arrivi.
“L’ente che io rappresento – ha detto in un passo – ha sempre appoggiato concretamente e con fiducia le scelte operate dal consiglio, certo del fatto che, nel medio termine, possa essere ripagato di quanto seminato con frutti concreti”. Altra considerazione. “Le istituzioni, e mi sento di dire tutta la comunità senese, hanno accettato anche questo sacrificio, sempre che esso, tuttavia si situi entro un percorso chiaro, finalizzato al raggiungimento di un obiettivo specifico che è quello, più volte ricordato, del ritorno solerte ad una maggiore e più solida redditività, sia ad un’adeguata politica di remunerazione del capitale investito dagli azionisti”. In queste osservazioni, se si guardano più a fondo si legge indubbiamente un'insoddisfazione per il mancato dividendo con un tono però che per molti non si era notato nella dichiarazione che il presidente Mancini aveva fatto dopo avere appreso che il dividendo quest’anno non ci sarebbe stato.
I vertici della Banca apparsi fiduciosi di un ritorno all’utile nel 2010 dovranno impegnarsi molto per raggiungere davvero l’obiettivo e fugare le preoccupazioni, anche forti, emerse in alcuni dei ventidue interventi nel corso dell’assemblea degli azionisti (quelli che fanno riferimento alle liste civiche e alla lega in particolare) e le sensazioni negative e i timori che a Siena si hanno sul futuro della banca, vera cassaforte finanziaria della città e della sua provincia. Che certo, se vogliono mantenere gli standard attuali di vita non possono rinunciare troppo a lungo ai denari distribuiti dalla Fondazione. Ma queste difficoltà comunque dovrebbero indurre a cambiare una certa mentalità che fa affidamento in gran parte sui soldi di mamma Fondazione.
A microfoni spenti, l'ammissione che i mancati dividendi hanno fatto girare le scatole…
SIENA. Questa volta Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps, intervenendo all’assemblea dei soci della banca, ha fatto – pur nei toni pacati che gli sono sempre stati congeniali (la scuola della vecchia Dc è sempre utile) – delle osservazioni molto precise. Dei veri e propri inviti alla dirigenza della banca a darsi da fare per evitare che anche l’anno prossimo il dividendo non arrivi.
“L’ente che io rappresento – ha detto in un passo – ha sempre appoggiato concretamente e con fiducia le scelte operate dal consiglio, certo del fatto che, nel medio termine, possa essere ripagato di quanto seminato con frutti concreti”. Altra considerazione. “Le istituzioni, e mi sento di dire tutta la comunità senese, hanno accettato anche questo sacrificio, sempre che esso, tuttavia si situi entro un percorso chiaro, finalizzato al raggiungimento di un obiettivo specifico che è quello, più volte ricordato, del ritorno solerte ad una maggiore e più solida redditività, sia ad un’adeguata politica di remunerazione del capitale investito dagli azionisti”. In queste osservazioni, se si guardano più a fondo si legge indubbiamente un'insoddisfazione per il mancato dividendo con un tono però che per molti non si era notato nella dichiarazione che il presidente Mancini aveva fatto dopo avere appreso che il dividendo quest’anno non ci sarebbe stato.
I vertici della Banca apparsi fiduciosi di un ritorno all’utile nel 2010 dovranno impegnarsi molto per raggiungere davvero l’obiettivo e fugare le preoccupazioni, anche forti, emerse in alcuni dei ventidue interventi nel corso dell’assemblea degli azionisti (quelli che fanno riferimento alle liste civiche e alla lega in particolare) e le sensazioni negative e i timori che a Siena si hanno sul futuro della banca, vera cassaforte finanziaria della città e della sua provincia. Che certo, se vogliono mantenere gli standard attuali di vita non possono rinunciare troppo a lungo ai denari distribuiti dalla Fondazione. Ma queste difficoltà comunque dovrebbero indurre a cambiare una certa mentalità che fa affidamento in gran parte sui soldi di mamma Fondazione.
A microfoni spenti, l'ammissione che i mancati dividendi hanno fatto girare le scatole…