Il candidato sindaco: "In caso contrario, mai con il PD"

a cura di Augusto Mattioli
SIENA. “Io andrò al ballottaggio. In ogni caso se non ci andassi mai con il Pd”. L’avvocato Luigi De Mossi, civico, con un sostegno convinto di tutto il centro destra, guarda con fiducia al dieci giugno sottolineando che si è candidato “ perché credo che si debba voltare pagina dopo i danni epocali effettuati dalla classe dirigente del Pd. Non è accettabile che chi ci ha portati al disastro continui a scambiarsi ruoli e poltrone come niente fosse raccontando una realtà inventata” . A suo dire sono le responsabilità politiche dell’attuale situazione di crisi di Siena sono” della classe dirigente del Pd e di chi si è comunque giovato del sistema Siena”. E sulla Fondazione conferma che se eletto sindaco chiederà ai nominati di rimettere il mandato.
Candidato civico? Mi pare che ci sia un forte apporto dell’area di centro destra.
Per essere di un partito o di un movimento bisogna appartenervi; io di tessere in tasca non ne ho né le ho mai avute. La mia lista civica è nata prima dell’appoggio dei partiti; sono loro che sostengono me.
Quali i motivi per i quali si è candidato?
Perché credo che si debba voltare pagina dopo i danni epocali effettuati dalla classe dirigente del PD. Non è accettabile che chi ci ha portati al disastro continui a scambiarsi ruoli e poltrone come niente fosse raccontando una realtà inventata. L’indignazione è un sentimento nobile mentre non lo è la vendetta.
Quali in breve le proposte concrete per la città.
Ridare sicurezza, tutelare il lavoro e creare nuove opportunità di impiego, adattare alle nuove esigenze dei cittadini , dei lavoratori e dei turisti la mobilità urbana ed extraurbana. Poi turismo di qualità, cultura e agroalimentare.
Di chi sono le responsabilità politiche della crisi di Siena?
Della classe dirigente del PD e di chi si è comunque giovato del sistema siena.
La Fondazione ha ancora qualcosa in cassa. Come utilizzare al meglio questo qualcosa? Nel caso di sua elezione si devono dimettere i vertici?
La Fondazione valeva 5 miliardi di euro ora ne vale poco più di 400. Bisogna utilizzare gli utili, se ci saranno, in parte per ricapitalizzare la fondazione e per grandi progetti senza più distribuzioni a pioggia inutili e clientelari. Poi bisogna anche impedire fusioni e liquidazioni che impoverirebbero ulteriormente la città. Quando sarò Sindaco chiederò ai nominati di mettere a disposizione il mandato.
Dieci candidati non sono troppi? Sono forse il sintomo di una città divisa?
I veri candidati sono pochi, la proliferazione è tutta dentro il centrosinistra, frutto delle divisioni e guerre interne del PD e dei suoi alleati.
Nel caso non andasse al ballottaggio quale candidato sosterebbe?
Io andrò al ballottaggio; in ogni caso mai col PD.