Il Monte nella tempesta giudiziaria e finanziaria

di Red
SIENA. Abbiamo pubblicato la smentita della banca MPS relativa a un articolo di Panorama su una operazione finanziaria dell’istituto chiamata “Chianti Classico”. Un’operazione di cartolarizzazione di immobili di proprietà del Monte dei Paschi, con il collocamento sul mercato di titoli per un valore di 1,5 miliardi di euro fatta nel novembre 2010. Panorama afferma di aver letto i verbali del CdA del 27 novembre e 11 dicembre 2012 in cui un consigliere non altrimenti identificato “esprime il suo disagio per aver scoperto le «rilevanti conseguenze economico-patrimoniali delle operazioni Alexandria, Santorini e Chianti Classico», mentre il management avverte che quest’ultima «ha sofferto dell’andamento dei prezzi di mercato e dello spread e oggi l’incentivo del cliente a rivendere non è marginale», con il rischio per la banca di un danno economico e di un «contraccolpo reputazionale”. Se ci mettiamo anche l’indiscrezione che su Monte dei Paschi di Siena pende anche la scure della legge 231 sulla responsabilità penale delle imprese, abbiamo un insieme di notizie che spiega bene il tonfo del titolo alla borsa di Milano, dove ha chiuso con -9,46 a euro 0,2422.
Una brutta notizia per il presidente della Fondazione che ha ribadito oggi la volontà di alienare, non appena le condizioni del mercato glielo consentano, la maggior quantità possibile di azioni della banca. A confondere i mercati ci si mettono anche le dichiarazioni double face del presidente Profumo, il quale afferma che la banca sta migliorando però … cerca un nuovo socio forte. Afferma che 3,9 miliardi di Monti bond sono sufficienti però … si fa autorizzare un aumento di capitale da 6,5 miliardi di euro, come se sapesse fin d’ora che i nuovi strumenti finanziari diventeranno azioni dello Stato – quando lui lo riterrà conveniente. Ma allora chi vorrebbe investire un miliardo per farsi comandare da Profumo? Lascia comunicare alla Banca d’Italia che MPS non verrà commissariata però … se quello che dicono di aver fatto funzionerà perché la nostra banca centrale dovrebbe decidere per la nazionalizzazione vera non si capisce. Che la borsa reagisca negativamente alle mosse sia di Rocca Salimbeni che della Fondazione pare abbastanza logico. Dopo l’interrogatorio di Valentino Fanti, segretario del CdA vecchio e nuovo, verranno sentiti altri testimoni: Norberto Sestigiani, ex dirigente e azionista del Monte, che avrebbe deciso di collaborare con l’autorità giudiziaria, e Antonio Rizzo, funzionario della Dresdner Bank.
Adesso che lo stato dei fatti è evidente anche al resto del mondo, nuvole pesanti si addensano sul presidente della Bce. Perché lo scandalo del Monte è stato colto al volo dalla stampa tedesca. Die Welt: “La banca tradizionale italiana mette in difficoltà il presidente della Bce”. Con relativo sottotitolo: ”Le accuse al Monte dei Paschi di Siena raggiungono Draghi, all’epoca più alto supervisore del paese”. Sarebbe interessante, a onor del vero, chiedere al giornale tedesco cosa ne pensa di Deutsche Bank e Dresdner, che hanno rifilato a Mussari, Vigni e Baldassarri certi derivati tossici come Alexandria e Santorini… Die Welt infine chiede: “perché lui e i suoi collaboratori di Banca d’Italia non siano intervenuti tempestivamente”.
E arriva la denuncia del Frankfurter Allegmeine Zeitung: “La crisi del Monte dei Paschi raggiunge Draghi … perché è un assaggio di quali difficoltà dovrà affrontare la Bce una volta approdata al suo nuovo ruolo di sorveglianza”. Il punto della questione è se Mario Draghi, di fronte al comportamento tenuto nei confronti di MPS – nonostante oggi tutti si proclamino all’oscuro della situazione che si era creata a Siena – sia all’altezza di fare il controllore delle banche. Perché i maggiori istituti di credito tedeschi (dati Mbres-Mediobanca), al 15 giugno dello scorso anno avevano nei loro portafogli ancora derivati per 971 miliardi di euro, contro i 177 miliardi dell’Italia e, dal governo Merkel, hanno ricevuto aiuti per 419,6 miliardi di euro. E ancora oggi Deutsche Bank dichiara che chiuderà il 2012 con miliardi di perdite, per lo scandalo sul Libor ed errori nel investment banking e asset management.
E oggi, tanto per non sbagliarsi, Moody’s ha messo sotto osservazione il rating a lungo termine Ba2 del Monte e della controllata Mps Capital Services per un possibile downgrade.
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