
SIENA. «È necessario difendere i diritti dei cittadini italiani attraverso la ferrea applicazione delle leggi italiane. Noi siamo qui oggi per presentare una mozione che mettiamo a disposizione di tutti i consiglieri comunali della provincia di Siena sul tema dei criteri di accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Ci auguriamo di ricevere tante adesioni da parte dei consiglieri comunali di opposizione», afferma il consigliere regionale e commissario provinciale della Lega Nord Marco Casucci, che ricorda come nei comuni a guida centrodestra come Arezzo e Cascina, questo sia già una realtà che ha dato i frutti sperati: «Nei Comuni dove la Lega è in maggioranza, in primis ad Arezzo, dove abbiamo l’assessore alle Politiche per la Casa Tiziana Nisini, e a Cascina, dove abbiamo conquistato il comune con il neo sindaco leghista Susanna Ceccardi, abbiamo voluto dare una svolta decisa nei criteri di assegnazione delle case popolari ed i risultati sono stati notevoli. Ad Arezzo oltre il 70% dei richiedenti entrati in graduatoria sono cittadini bisognosi di nazionalità italiana».
Come è stato possibile raggiungere questo risultato? A spiegarlo è il reponsabile enti locali provinciale Riccardo Galligani: «Il merito è tutto della Lega Nord. Da quando nell’autunno 2014 decidemmo di presentare agli atti del Consiglio regionale la proposta di legge di iniziativa popolare, la precedente Giunta provvide prontamente nel marzo del 2015, prima delle elezioni regionali, a modificare la legge regionale inserendo molti aspetti che erano contenuti nella nostra proposta, quali il criterio degli anni di residenza e l’accertamento dei patrimoni esteri dei richiedenti». Non tutti i comuni però sembrano aver applicato alla lettera la normativa. Da qui la necessità di presentare la mozione per impegnare i sindaci a farlo.
«Purtroppo non tutti i Sindaci hanno fanno rispettare la legge alla lettera. Ci sono infatti ben due decreti del Presidente della Repubblica datati 1999 e 2000 che obbligano le pubbliche amministrazioni ad accertare gli Stati patrimoniali dei cittadini extracomunitari attraverso specifica documentazione delle ambasciate del Paese di origine del richiedente, debitamente tradotte e certificate dalle autorità consolari italiane. Chiediamo semplicemente che sia fatta rispettare la legge per evitare che persone senza requisiti, possano ugualmente usufruire di servizi sociali molto costosi per il nostro Paese – afferma Galligani -. Ci auguriamo di vedere tante adesioni e vigileremo attentamente sull’applicazione della normativa, anche perché il mancato rispetto della stessa ci costringerebbe a predisporre un esposto alla Corte dei Conti per possibile danno erariale.»