Il progetto puntava su sostenibilità, impianti già esistenti e un modello policentrico
di Umberto De Santis
SIENA. Le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 rappresentano un progetto ambizioso e diffuso, nato dopo il ritiro della candidatura di Roma per i Giochi estivi del 2024. L’Italia ha ottenuto l’assegnazione dell’evento nel 2019, grazie a una proposta che puntava su sostenibilità, impianti già esistenti e un modello policentrico che coinvolge Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e persino l’Emilia-Romagna. Tuttavia, il percorso verso i Giochi si è rivelato più complesso del previsto, soprattutto sul fronte economico e infrastrutturale.
Il budget iniziale della Fondazione Milano Cortina era di circa 1,6 miliardi di euro, con un contributo di 400 milioni garantito dal CIO attraverso il Broadcast Refund Agreement approvato dalla Regione Veneto con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 822 del 22 giugno 2021, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto n. 88 del 2 luglio 2021. A questi si aggiungevano 3,4 miliardi destinati a 94 interventi infrastrutturali, tra impianti sportivi e opere di mobilità, sotto la regia della società pubblica SIMiCo2026. Già nel 2023, però, il costo complessivo era salito a 3,6 miliardi, con opere come la pista da bob Eugenio Monti di Cortina (118 milioni) e il cavalcavia ferroviario di Sondrio (52 milioni) che hanno inciso pesantemente.
Nel 2025, il bilancio aggiornato ha toccato quota 5,4 miliardi di euro, suddivisi tra 1,9 miliardi per l’organizzazione dell’evento e 3,5 miliardi per le infrastrutture. Il ministro dello Sport Andrea Abodi ha confermato questi numeri in Parlamento, sottolineando la necessità di una gestione rigorosa e trasparente. L’aumento dei costi è stato attribuito a ritardi nei cantieri, adeguamenti normativi e nuove esigenze logistiche, che hanno reso il progetto più oneroso rispetto alle stime iniziali. Rimane il fatto che il 4 febbraio 2026 cominceranno alcune delle gare in programma, il 6 ci sarà la Cerimonia di Apertura a Milano, il 22 quella di Chiusura, costi quel che costi.
In questo contesto, non sono mancate le critiche da parte del presidente della Fondazione Milano Cortina, Giovanni Malagò, che ha puntato il dito contro l’Unione Europea per il mancato sostegno in un convegno che si è svolto lo scorso venerdì 24 ottobre, dopo aver ascoltato parole di circostanza della presidente del Parlamento Europeo Metsola: «Io sono orgoglioso di essere europeo, tutto il team è orgoglioso di essere europeo, l’Europa è orgogliosissima che le Olimpiadi si portino qui, ma non hanno fatto niente, nessuno ha fatto niente. Questo è poco ma sicuro. E sarei anche felice che ciò venisse riferito alla presidente Metsola (andata via nel frattempo, ndr)». Un gelo, più del ghiaccio della pista di pattinaggio che aprirà in Fiera. «Questo è inequivocabile, ma quando dico niente intendo dire che non c’è stato un voto di supporto, non c’è stato un euro di supporto e noi abbiamo sicuramente delle esigenze di budget. Quando abbiamo preso l’Olimpiade nel 2019 c’era un budget, adesso a ottobre 2025…».
Nonostante le criticità, le previsioni sull’impatto economico preparato dall’Ufficio Studi di Banca IFIS restano straordinariamente ottimistiche: si stimano benefici per oltre 5,3 miliardi di euro nei territori coinvolti. Milano-Cortina 2026 sarà la prima edizione “diffusa” dei Giochi invernali, un modello innovativo che punta a lasciare un’eredità duratura.
Tuttavia, con una città come Milano in cui la domanda di recettività complessiva annuale occupa l’80% della disponibilità e una località come Cortina che fa registrare ogni anno il tutto esaurito nel periodo, per avere un riscontro di incremento sarebbe necessario che l’evento funzioni come effetto di traino nei 18 mesi successivi almeno. In una Italia che nel 2024 ha avuto oltre 65 milioni di presenze turistiche internazionali è difficile immaginare un aumento degli arrivi che giustifichi un investimento di svariati miliardi. Il gettito previsto da Ifis sarebbe di 2,3 miliardi di euro. 3 miliardi di euro, infine, è la stima del valore delle infrastrutture realizzate, ma viste precedenti esperienze come a Torino, che ha seminato diversi ruderi nel tempo, la valutazione ci sembra “casualmente” generosa.
A quasi 100 giorni all’apertura, la sfida ora è rispettare i tempi e garantire un evento all’altezza delle aspettative internazionali. Si conoscono già opere che non saranno pronte per l’inaugurazione e che avranno tempi di consegna che slittano anche fino al 2033. E il Ministero dell’Economia ha già previsto una finestra di revisione triennale (2026-2029) per l’adeguamento dei costi. Per la copertura del budget di 1,9 miliardi per l’organizzazione dell’evento si attendono ricavi teorici per 1,25 miliardi. I Giochi sono quindi in perdita finanziaria: mancherebbero 450 milioni. A riprova che la matematica non è una opinione, il Governo ha già stanziato coperture straordinarie per 300 milioni, come indicato nel bilancio della Fondazione nel 2024.
E alla fine il conto per il contribuente sarà salato, come sempre.






