Scarso il peso della classe politica locale
di Enzo Martinelli
SIENA. La Cassia è stata per secoli l’asse di collegamento di Siena con Roma e Firenze e dunque con il sud e il nord d’Italia. Dopo l’entrata in servizio dell’autostrada del Sole e delle relative strade di attracco (Bettolle e aAtopalio), la vecchia statale n° 2, nel tratto senese, è stata di fatto declassata ad un ruolo subalterno, ma non meno importante perché infrastruttura principale della mobilità dell’intero territorio provinciale attraversato da San Casciano Bagni a Poggibonsi.
Alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’importante arteria statale in atto provvede l’Anas, che ha promesso di completare i lavori di ammodernamento nel tratto Monteroni-Siena, iniziati alcuni decenni addietro. Sta di fatto però che dal 2021 l’arteria a nord è interrotta a Bellavista di Poggibonsi per la demolizione di un ponte e a sud, presso Radicofani, da tempo indefinito per l’adeguamento della galleria delle Chiavi, suscitando le giuste e reiterate ire degli operatori economici della provincia. Anche la galleria di Pari sulla strada per Grosseto, in fase di raddoppio, è chiusa da anni. Il ponte “nove luci” tra Pienza e Castiglione è crollato dal 2012 e attende la ricostruzione.
La classe politica senese ha richiesto interventi appropriati ma le risposte tardano a conseguire risultati. Si è insomma aggravato l’isolamento di Siena, da sempre lamentato e diventato esiziale soprattutto dopo la crisi del Monte dei Paschi, che con gli utili di bilancio, in passato, compensava le falle del penalizzato sistema economico locale.
Anche per migliorare i collegamenti ferroviari per Firenze, Chiusi e Grosseto i partiti politici locali hanno sempre elencato promesse nei programmi elettorali, ma nella realtà i tempi di percorrenza dei treni sono rimasti quelli di un secolo fa.
Infine il collegamento aereo. Per lo sviluppo di Ampugnano finora si sono spesi molti soldi e tante parole, con risultati pari a zero, che è la misura destinata a rimanere tale ancora per tanti anni.
Accanto alla fallimentare questione delle infrastrutture della mobilità, negli ultimi anni è peggiorata anche la gestione dei servizi che supportano le due Università. La Regione in passato garantiva per gli studenti universitari due mense e 1.465 posti letto negli studentati. Oggi funziona una sola mensa e i posti letto attivi sono 1.180. Viene assicurato agli studenti aventi diritto un rimborso per l’affitto presso i privati, ma in un mercato sempre più ristretto e difficile a causa degli “affitti brevi”.
E’ diminuita la presenza di docenza universitaria nell’ospedale, si è ristretto il numero delle scuole di specializzazione, delle richieste di frequenza di esse e risultano ai minimi storici le domande degli aspiranti all’iscrizione ai corsi di medicina.
Le sommarie note evidenziano che sia il Governo centrale che quello regionale, con i loro Enti strumentali, marginalizzano l’interesse per le problematiche della provincia di Siena, oggi delusa anche per aver perso la metà dei consiglieri nell’Assemblea regionale toscana (la sinistra aveva 4 consiglieri, oggi ne ha 1).
La soluzione dei problemi non sempre dipende dai numeri. Enrico Cuccia, figura di spicco della scena economico finanziaria nazionale dello scorso secolo, amava dire che ”le azioni si pesano e non si contano”. Evidentemente nelle dinamiche politiche Siena “pesa… poco”.






