La candidata sottolinea alcuni punti dell'incontro di Libera

SIENA. Il primo confronto pubblico fra i candidati sindaci organizzato da Libera lo scorso venerdì 1 febbraio, ha fatto emergere alcuni spunti interessanti, non abbastanza colti dai vari giornalisti presenti. Vorrei perciò segnarli ai cittadini che non hanno potuto leggerli sui giornali.
Franco Ceccuzzi ha ripetuto come un mantra che lui aveva avviato il rinnovamento dei metodi e delle persone, e perciò sarebbe stato impallinato dagli stessi amici del suo partito. In particolare ha detto di aver adottato la carta etica sulle qualità dei nominati e la pubblicità dei loro curricula sul sito del Comune. Peccato che tutto ciò si è già rivelato aria fritta.
Ho fatto un esempio: il 23 novembre 2011 il Sindaco nominava nella Deputazione Generale della Fondazione l’avvocato Duccio Panti, ex consigliere delle liste civiche e organizzatore di una convention pro Ceccuzzi al Continental in campagna elettorale, al posto di Paola Rosignoli diventata assessore. Mai stella fu più rapida cadere: l’avvocato si dimise rapidamente quando vennero in luce i suoi guai giudiziari dei quali non aveva fatto cenno nell’autocertificazione. Per difendersi Ceccuzzi ha detto che non sapeva dei problemi con la giustizia di Panti. Ma allora la famosa carta etica non garantiva niente! E poi si era accontentato di un’autocertificazione?
Quanto alla pubblicità dei curricula, non basta mettere on line quelli dei nominati: come si fa a capire se è stato scelto il migliore fra chi si era candidato?
Io mi sono impegnata a coinvolgere il consiglio comunale, come rappresentanza della città intera, nella procedura delle nomine, da basare su criteri assolutamente trasparenti a cominciare da eliminare ogni possibile conflitto di interessi, fino alla pubblicizzazione di tutti i curricula e alla spiegazione delle ragioni delle scelte.
Conclusione: dopo le dimissioni di Panti, Ceccuzzi procedette ad un’altra nomina, ma questa volta da Roma gli consigliarono un nome inattaccabile. Che sia cominciato da allora un filo diretto che ha portato alla designazione di Profumo e Viola, e che ora induce il PD nazionale a difendere Ceccuzzi in ogni modo, anche a rischio di evidenti difficoltà elettorali?
Laura Vigni
Franco Ceccuzzi ha ripetuto come un mantra che lui aveva avviato il rinnovamento dei metodi e delle persone, e perciò sarebbe stato impallinato dagli stessi amici del suo partito. In particolare ha detto di aver adottato la carta etica sulle qualità dei nominati e la pubblicità dei loro curricula sul sito del Comune. Peccato che tutto ciò si è già rivelato aria fritta.
Ho fatto un esempio: il 23 novembre 2011 il Sindaco nominava nella Deputazione Generale della Fondazione l’avvocato Duccio Panti, ex consigliere delle liste civiche e organizzatore di una convention pro Ceccuzzi al Continental in campagna elettorale, al posto di Paola Rosignoli diventata assessore. Mai stella fu più rapida cadere: l’avvocato si dimise rapidamente quando vennero in luce i suoi guai giudiziari dei quali non aveva fatto cenno nell’autocertificazione. Per difendersi Ceccuzzi ha detto che non sapeva dei problemi con la giustizia di Panti. Ma allora la famosa carta etica non garantiva niente! E poi si era accontentato di un’autocertificazione?
Quanto alla pubblicità dei curricula, non basta mettere on line quelli dei nominati: come si fa a capire se è stato scelto il migliore fra chi si era candidato?
Io mi sono impegnata a coinvolgere il consiglio comunale, come rappresentanza della città intera, nella procedura delle nomine, da basare su criteri assolutamente trasparenti a cominciare da eliminare ogni possibile conflitto di interessi, fino alla pubblicizzazione di tutti i curricula e alla spiegazione delle ragioni delle scelte.
Conclusione: dopo le dimissioni di Panti, Ceccuzzi procedette ad un’altra nomina, ma questa volta da Roma gli consigliarono un nome inattaccabile. Che sia cominciato da allora un filo diretto che ha portato alla designazione di Profumo e Viola, e che ora induce il PD nazionale a difendere Ceccuzzi in ogni modo, anche a rischio di evidenti difficoltà elettorali?
Laura Vigni