"Occasione giusta per tornare alla vera democrazia"
SIENA. Sono convinta che modificare ora lo Statuto della Fondazione MPS sarebbe non solo utile e opportuno, ma anche necessario, anzi indispensabile, nel momento in cui le inchieste giudiziarie sulla Banca accertano l’esistenza di un sistema basato sulla disonestà e sul furto, cui si sono rivelate funzionali alcune norme dello stesso Statuto dal carattere politicamente corruttivo.
Invece mi pare che la richiesta di dimissioni di massa e commissariamento (formulata da opposte parti politiche che hanno diversi interessi) sia solo propaganda elettorale che fa il paio con l’ottusità di chi dentro la Fondazione non vorrebbe cambiare niente, nella convinzione che, passata la bufera, tutto potrà tornare come prima.
Così come la questione della sede della Banca appare la solita semplificazione giornalistica, che tende anche a distrarre i cittadini dalle questioni più importanti.
Per me è naturale che la Banca rimanga Siena e mi impegnerò al meglio nel momento in cui si tratterà di difendere questo patrimonio; non confondiamo questo problema con le modifiche allo Statuto della Fondazione.
Come ha scritto lei stessa, Antonella Buscalferri si sta battendo per introdurre nello Statuto strumenti adatti ad eliminare la lottizzazione e la corruzione partitica, affinché il Sindaco e il Consiglio Comunale che usciranno dalle elezioni di maggio possano nominare gli organi della Fondazione con nuove regole più democratiche, in grado di impedire il ricostituirsi del sistema perverso di scambi di favori in cambio dell’obbedienza.
Nella sua azione ha avuto come riferimento il dibattito pubblico con la cittadinanza promosso l’11 ottobre 2012 dal Circolo Città Domani – Sinistra per Siena, insieme ai Circoli “Peppino Impastato” dell’Italia dei Valori e “Viro Avanzati” del Partito della Rifondazione Comunista, che è sfociato in una serie di proposte precise contenute in un documento del novembre 2012.
In esso in particolare si chiede una riduzione delle spese di funzionamento della Fondazione, da realizzare con: diminuzione del numero dei membri sia della Deputazione Generale che di quella Amministratrice; fissazione del compenso per presidente e deputazione amministratrice non superiore a quelli del Sindaco e Assessori del Comune di Siena; riduzione drastica del gettone di presenza per i membri della Deputazione Generale, tagli agli incarichi esterni; spese di funzionamento contenute.
L’altra questione importante è l’attribuzione del potere di nomina: la Deputazione Generale dovrebbe essere nominata nella parte prevalente dagli organi elettivi locali e non più solo dal Sindaco o dal Presidente della Provincia, che hanno ottenuto in passato smisurati vantaggi personali dalla riconoscenza dei nominati, a scapito della loro autonomia critica.
Per evitare il costituirsi di gruppi di potere, legati da un intreccio di interessi anche relativi alle carriere professionali e politiche individuali, è indispensabile introdurre nuovi criteri di incompatibilità per chi ha ricoperto o potrà ricoprire in futuro la carica di Sindaco, Presidente della Provincia, assessore e dirigente di enti e società partecipate della banca o beneficiari di erogazioni da parte della Fondazione. Questa modifica è indispensabile per impedire il ripetersi anche di collusioni illegali.
Per quanto riguarda la competenza non credo che si debba richiedere ai membri della Deputazione Generale una preparazione finanziaria, ma poiché sono chiamati a rappresentare le realtà sociali ed economiche del territorio devono aver dimostrato doti di elevata professionalità, esperienza e onestà nello loro rispettive attività. Per poter scegliere i migliori il metodo più trasparente è l’emanazione di bandi pubblici, la pubblicazione dei curricula di tutti i candidati, la motivazione dettagliata delle scelte fatte.
Infine si chiede la trasparenza degli atti, quindi che il Presidente Gabriello Mancini s’impegni formalmente a far in modo che i verbali della Deputazione Generale e di quella Amministratrice siano pubblici ed accessibili ai cittadini senesi, perché si possano conoscere le posizioni assunte da tutti i deputati e si chiariscano i misteri di una gestione disastrosa, ovvero si faccia carico personalmente della responsabilità politica di un eventuale rifiuto.
Ora la commissione istituita all’interno della Deputazione Generale della Fondazione, sta arrivando alla fine del suo lavoro. Ma gran parte dei membri nominati dal PD resistono in ogni modo al cambiamento, per mantenere i privilegi di cui hanno goduto fin qui, pur avendo dissipato il patrimonio della Fondazione e contribuito al disastro della Banca.
Qualche malessere però si sta manifestando anche dentro a questa forte maggioranza, e la speranza è che l’azione paziente e intelligente ma determinata di Antonella Buscalferri possa portare al varo di modifiche significative allo Statuto.
Intendo precisare da subito che questa battaglia è quella decisiva; se le proposte della Commissione dovessero essere respinte dalla maggioranza della Deputazione Generale, espressione del PD senese, sarebbe un segnale gravissimo di irresponsabilità e di arroganza del potere, tanto più colpevole nei riguardi di una città che attonita segue gli scandali in cui sono imputati tanti manager nominati dalla Deputazione Amministratrice della Fondazione. In questo caso non mancheremo di denunciare i responsabili alla città e inviterò Antonella Buscalferri a valutare l’ipotesi delle dimissioni dalla Deputazione Generale, come forma di protesta estrema contro un sistema politico che ha portato la Banca, la Fondazione e Siena al disastro.
Laura Vigni
