Derubricato un argomento spinoso che poteva fare solo danni ai politici in consiglio Comunale
di Red
SIENA. Tanto tuonò che… non piovve nemmeno! La mozione sulla senesità della Fondazione, partorita dalla maggioranza consiliare sulla quale si scommetteva per vedere finalmente la resa dei conti tra le due contrapposte anime del PD, ex-DS ed ex-Margherita, è stata abortita e derubricata, formalmente “ritirata per cercare di arrivare a un documento condiviso”.
E chi si è incaricato di salvare capra e cavoli nel dissennato mondo della politica di centro sinistra senese? L’ex candidato sindaco delle Liste Civiche Gabriele Corradi, nel corso della riunione dei capigruppo, con una proposta subito accettata. Grande lungimiranza del neofita della politica cittadina, che durante lo sciopero di venerdì scorso lamentava “che i dipendenti senesi fossero pochi”. Rendersi conto che MPS non è una realtà territoriale deve essere cosa davvero difficile: erano i dipendenti delle altre province d’Italia a essere tanti. Uno sta all’opposizione per tutta la vita con la speranza di vedersi frantumare gli accordi tra i soggetti che contribuiscono a far vincere le elezioni agli avversari, e al momento di raccogliere i risultati se ne esce con una proposta che ricompatta la maggioranza senza che nessuno (Ceccuzzi o Monaci, ad esempio) debba ammettere la sconfitta della propria parte. Stasera, invece, in città si dice che sia passato anche lui con la maggioranza… Potrà anche verificare se il prossimo sciopero (il 2 aprile) sarà più frequentato dai senesi che l’ultima volta sono andati al mare.
In Palazzo Pubblico i gruppi di opposizione con il loro mandato al sindaco di Siena di monitorare gli avvenimenti nella banca e nella Fondazione non hanno ottenuto nulla. Per sapere quello che avveniva hanno dovuto leggere i giornali e come al solito, nel momento delle nomine, non sono riusciti ad evitare il classico balletto delle poltrone e come ringraziamento hanno perso anche il consigliere che gli era stato concesso negli anni passati da sindaci meno autocentrati.
Così si dà ragione a Gabriello Mancini, che non molla lo scranno di Palazzo Sansedoni. Se lo vorranno “fora di ball” dovranno dargli quelle prebende e quel posticino romano che lui pensa di meritare per la devozione “quasi mariana” alla causa degli sponsor politici.
A Biella vorrebbero sapere dal sindaco di Siena che difetto abbia il presidente di Biverbanca, che è buono da rifilare ai piemontesi, ma che non per fare il vicepresidente del Monte: perché gli scarti (della politica) devono toccare proprio a loro? Tanto saranno venduti al migliore offerente, e questa è cosa certa, visto che Fabrizio Viola difende l’opzione di non procedere all’aumento di capitale come richiesto dall’Eba (e ormai quasi abortito, visto che Mediobanca Securities avrebbe calcolato che agli attuali prezzi dei titoli di stato il buffer è già matematicamente dimezzato) e adesso da Banca d’Italia.
E’ preoccupante invece che la richiesta arrivi proprio mentre Profumo si accinge all’arduo compito di guidare MPS fuori dal mare in tempesta: che si stia cominciando i preparativi della grande fuga della Direzione generale a Roma?
Intanto oggi la Deputazione dovrà decidere tra le offerte ricevute per le azioni del Monte (tra esse Equinox ha formalizzato ieri pomeriggio l’offerta per acquisire fino al 9% delle azioni di Banca Mps. Sposito di Clessidra conferma di “essere interessato”, ma non ha presentato altre offerte oltre a quella dei giorni scorsi, confermata. Tra le offerte pervenute, in totale – pare – sei, vi sarebbero anche du fondi esteri).
(Foto Corrado De Serio)