L'unica cosa certa, per queste amministrative, è il candidato Pd. E la partecipazione resta il suo punto di forza
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Facciamo spazio al nuovo che avanza! Viene dal cuore un commento di questa natura, sulla bocca di chi ha – dopo settimane di incertezza – saputo il candidato sindaco del Pd di Siena per le prossime amministrative. Svelato il segreto (di Pulcinella) è possibile entrare nel merito della scelta ormai fatta.
Franco Ceccuzzi, ex segretario provinciale, ex segretario comunale, deputato del Pd e “deus ex machina” del partito di maggioranza senese è già quasi seduto sulla poltrona da sindaco della città. Nelle sue parole “emozionate” al termine dell’assemblea all’Arci si leggono tutte le sue certezze (Tanto sicuro che ha già pronta la Giunta!).
Si legge la serenità di chi è riuscito a piegare, ancora una volta, la volontà interna al partito: quella volontà che avrebbe voluto aprire una “discussione”, un “confronto dialettico”, una “alternativa”.
Si legge la serenità che si estende anche a possibili primarie di coalizione che, certamente, resteranno “sogni in un cassetto” per future democrazie mature; e ancora, la serenità che supera i limiti del tempo e che si culla nella certezza che, nella “rossa Siena” si può storcere il naso per un candidato non particolarmente amato, ma proprio non si può mettere la crocetta su un simbolo che non è quello del Pd.
Eppure i numeri, ancora una volta, non sono incoraggianti. Dietro le percentuali bulgare – che ormai non funzionano neppure come valido trucco di bellezza ma, anzi, vengono sistematicamente derise da chi ha compreso che le vittorie combattute forse sono quelle più meritate – si cela uno scontento che appare chiaro nel numero dei democratici che hanno partecipato all’assemblea. Circa il 60 per cento.
Ma fuori dal Pd cosa accade? Con chi potrebbe vedersela Franco Ceccuzzi?
Il PdL è nel pallone: candidare chi? Allearsi con chi? Promuovere quale programma? Con quali appoggi credibili? Pare che le proposte a possibili candidati a sindaco siano state lanciate. Pare anche che, dopo la smentita, si torni a parlare della candidatura di Lorenzo Rosso, sponsorizzato da Roma.
La neonata Fli potrebbe essere un interlocutore attendibile per il PdL? E se non con il PdL, con chi Futuro e Libertà potrebbe allearsi a Siena? Si ventila un’alleanza con Api e Udc ma… resta da capire con quale capacità attrattiva, rispetto ad un elettorato stanco delle solite manfrine e decisamente poco affascinato da queste operazioni di taglia e cuci ad hoc per il voto.
E la Lega Nord? Parrebbe voler “ballare da sola”, con un proprio candidato che, da voci di corridoio, potrebbe essere nientedimenocchè la bionda Loretana Battistini. Il Carroccio ha dato prova di volersi fare strada e punta ai voti degli scontenti; di quelli che potrebbero scegliere di attuare un voto di protesta per esprimere lo sconcerto di fronte al disastro dell’Università di Siena, della Fondazione Mps, della Banca, delle Aru, della cementificazione del territorio, della svendita dei gioielli di famiglia… e chi più ne ha più ne metta! Si è parlato di una vicinanza tra Lega e Api: un “si dice” mai smentito e mai confermato dai protagonisti.
E le Liste civiche? Dopo le defezioni degli ultimi giorni resta un nodo da sciogliere.Tornare nell’agone elettorale oppure definire conclusa l’esperienza politica? Per qualcuno, la presenza di Pierluigi Piccini, rappresentante Api, sarebbe “ingombrante” e ostativa per eventuali avventure elettorali. Si cercano volti nuovi, nuovi soggetti – possibilmente non politici – da coinvolgere in quelle che, ad un primo affaccio sulla scena politica senese, vengono presentate come associazioni pure: ma “dietro” tutte questi consessi, cosa si nasconde? Sempre e comunque un tentativo di sovvertire l’innaturale moto delle vicende politiche senesi? O c’è dell’altro?
E poi ci sono i Riformisti che non si sono ancora espressi, gli eventuali grillini… e i vari “Per Siena”, “Siena Futura”e quant’altro.
L’humus politico senese, insomma, è in fermento. E, ad un primo sguardo, anche disordinatamente in subbuglio. Senza capo né coda. Un fatto, questo, che potrebbe tornare utile solo a chi, con il potere ancora saldo in mano, vuole intorbidare le acque e confondere le menti.
Infatti, l’unico “punto fermo” resta Ceccuzzi con la sua candidatura. Che vale quanto una già ottenuta elezione, visti gli avversari in campo.
Timidamente, forse troppo timidamente, avevamo sperato in un improvviso moto d’orgoglio del Pd locale. In una nuova stagione che, dopo aver raggiunto le zone periferiche del “regno” – da Montepulciano a Castelnuovo, sebbene con diversi esiti – avesse attecchito anche nel capoluogo, forte di animi giovani, di spiriti indomiti, di volenterosi neopolitici, pronti a mostrare le loro ambizioni, le loro idee e, forse, un nuovo modo di interpretare il Partito Democratico. Dei “rottamatori” senesi, insomma. E dove se non a Siena, il termine “rottamazione” andava perfettamente a braccetto con una classe politica autoreferenziale e troppo saldamente legata al potere? E la cosa stava bene anche in considerazione dello spirito ghibellino che dovrebbe aleggiare – ma a questo punto qualche serio dubbio ci assale – tra le antiche pietre di questa città.
Insomma, speravamo nel risveglio di uomini politici fedeli ad un’idea di Pd unito ma aperto, innovativo e partecipativo, giunto finalmente ad una stagione di fervore ideale, di pensiero rivoluzionario. Anche in ossequio ai 150 anni dall’Unità d’Italia! Poteva anche soprassedere sulle primarie ma, vivaddio, non restare arroccato su schemi che rasentano il vassallaggio medievale. E che feriscono l’animo di chi ancora crede in una politica diversa.
Invece…. Ceccuzzi prosegue la sua carriera politica senza ammettere alcun dubbio, alcun dissenso.
Dopo aver “convinto” i circoli, adesso deve convincere i suoi alleati politici. Il suo consenso a Siena non è alto – e neppure il Pd pare godere di buona salute – e la sua candidatura non ha dato affatto una iniezione di fiducia al suo partito.
Si dice, sui blog nati come funghi intorno alle elezioni senesi e sui canali di comunicazione internet, che siano frequenti gli incontri con rappresentanti di vari partiti politici per allargare le alleanze intorno al suo nome. Si parla anche dell’Udc – ma la notizia è stata smentita – avvicinata per supportare il Pd qualora gli alleati (IdV, Sel e Rifondazione) assumano un atteggiamento recalcitrante e poco propenso ad accettare senza condizioni questa candidatura.
In Sel le cose non sono andate bene. Si registra una scissione causata, pare, da un “appiattimento” nel dialogo con il Pd di una parte del partito. IdV deve ancora sciogliere qualche nodo ma – e viaggiamo sempre sui “si dice” – da Roma sarebbe arrivato l’ordine di scuderia di appoggiare il Pd, comunque.
Quindi, sulla carta, tutto a posto per il volto nuovo “Ceccuzzi”. Salvo “candidati bomboloni” che possano convogliare le diverse – e distanti – anime dei frammentati (ed al momento confusi) partiti di opposizione. Che, se continuano così, resteranno opposizione ancora a lungo…
Vogliamo essere cattivi… Ci è nato un dubbio, nel leggere le critiche che si buttano addosso l’uno contro l’altro i partiti di opposizione: ma come si fa ad essere così imbelli in un momento così delicato per il futuro di Siena?
Sembra di essere davanti alla situazione nazionale. Solo invertita.
Un governo mai così debole, mai così macerato da forme di dittatura interna che scontenta e uccide il rinnovamento, non viene superato da una opposizione ringiovanita dall’alleggerimento delle responsabilità amministrative. Come è possibile? Un gran bel mistero che si può risolvere con una battuta: a far peggio c’è sempre tempo!
Intanto, Giulio Carli può cominciare a lucidare la poltrona del sindaco Ceccuzzi…
