Le preoccupazioni del governatore della Banca d'Italia Vincenzo Visco

di Vito Zita
SIENA. Un articolo di oggi di Milano Finanza riporta le preoccupazioni del governatore della Banca d’Italia Vincenzo Visco sulla diminuzione della redditività delle banche italiane enunciate all’assemblea dell’ABI. Diminuzione che Visco imputa ad un rinvigorirsi di nuove perdite derivanti da crediti deteriorati. La società di rating Moody’s ritiene che dopo la cartolarizzazione e le vendite di crediti non esigibili effettuate nel 2020 e nel 2021 il deterioramento degli attivi delle banche italiane riprenderanno a salire nel corso del 2022. Anche secondo le stime KPMG, nel 2021 il default rate potrebbe aumentare significativamente (+100/200 bps) e questo potrebbe comportare la generazione di nuovi NPL per un ammontare compreso tra 50 e 100 miliardi di Euro.
Nello specifico il governatore Visco durante l’assemblea ABI ha sottolineato come “le informazioni raccolte presso un campione di grandi banche italiane che hanno cominciato ad applicare le nuove norme all’inizio dell’anno indicano che, nonostante la congiuntura avversa, le conseguenze sui bilanci bancari sono state effettivamente modeste”.
Proprio qui nasce il nodo perché Visco non esclude una crisi tra gli istituti più piccoli generati da “difficoltà strutturali derivanti da modelli di attività non sostenibili e da carenze nel governo societario che abbiamo più volte invitato, spesso non adeguatamente ascoltati, a superare” e si dichiara pronto ad intervenire, come si legge nell’articolo di MF, soprattutto verso alcuni intermediari in gravi fragilità come emerso dalle procedure di autovalutazione dello scorso novembre.
Dopo questa esternazione di Visco è normale che il primo pensiero si rivolga a quegli istituti di piccole dimensioni che entrano sotto l’ombrello dell’ICCREA che raccoglie 132 Banche di Credito Cooperativo (su un totale di 247), rappresentate da 2.529 sportelli (su un totale di 4.202) sul territorio e circa 3,5 milioni di clienti, con un rapporto crediti deteriorati lordi verso clientela su crediti lordi verso clientela al costo ammortizzato pari al 9,1% in calo dall’11,6% del 2019 (dati di bilancio ICCREA 2020). Sarà sufficiente il fondo di garanzia cooperativo, le cui risorse finanziarie necessarie al perseguimento delle finalità proprie dei sistemi di garanzia sono fornite dalle banche aderenti, a proteggere i correntisti? A quanto ammonta la consistenza patrimoniale del fondo di garanzia cooperativo? Il patrimonio a disposizione del Fondo Italiano di Tutela dei Depositi, che punta ad essere per il 2024 pari allo 0,8% dei “depositi protetti” (ovvero della somma dei conti correnti di valore inferiore ai 100.000 euro nelle varie banche) ad oggi è circa 1,5 miliardi di euro da utilizzare in caso di necessità per rimborsare i correntisti di una banca in liquidazione. Il problema è che le famiglie ad oggi hanno circa 900 miliardi di depositi e le aziende hanno raggiunto quasi 460 miliardi di euro di depositi. Numeri che rendono poco tranquilli.