Il trasferimento della Sapori nell'agenda del partito
“Le scelte – affermano Panci e Senesi – di riorganizzazione fatte dalla Sapori ci preoccupano, chiediamo impegni precisi alla proprietà e chiarezza per un piano industriale complessivo che consenta di capire quale sia il futuro dei lavoratori e della produzione dei dolci tipici senes, patrimonio culturale ed identitario della nostra terra, prima ancora che economico. Richiamiamo la proprietà a una responsabilità sociale, ed a chiarire quali siano gli investimenti sul nostro territorio, sapendo che le istituzioni, le forze politiche, economiche, sociali e i lavoratori faranno la propria parte per trovare una soluzione positiva a questa vicenda”.
“Siamo vicini – affermano Panci e Senesi – ai lavoratori e alle loro famiglie che si stanno battendo, insieme ai sindacati e alle istituzioni locali, per difendere il loro posto di lavoro. Salvaguardare i livello occupazionali, in questo momento difficile, è la priorità, ma non basta. L’impegno per il futuro deve essere quello di riportare la Sapori a Siena, incentivando la realizzazione di un nuovo investimento nel settore dolciario. Da anni la Provincia di Siena, l’amministrazione comunale di Monteriggioni e quella di Siena si stanno impegnando per dare continuità e prospettive di rilancio al settore dolciario nel nostro territorio e hanno sempre ribadito l’impossibilità di cambiare destinazione d’uso all’impianto di Fornacelle. Un’ipotesi, questa realizzabile solo se gli investimenti rimanessero nel territorio. Siamo di fronte a un bivio, dunque, che da una parte porta ad un ritorno della Sapori in terra di Siena e, dall’altro, ci indirizza verso la ricerca di altri investitori. Come Pd siamo pronti a far fronte a questa seconda possibilità impegnandosi con tutti gli strumenti a nostra disposizione e confrontandoci con i vari soggetti coinvolti. Nel frattempo continueremo a seguire, giorno per giorno l’evoluzione della vicenda, battendoci al fianco delle istituzioni e delle forze economiche e sociali presenti nel territorio, per non lasciare soli i lavoratori della Sapori”.