Titolo vivace in borsa: lo spezzatino degli asset rende le contrattazioni effervescenti
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. L’andamento del titolo MPS in borsa nella giornata di martedì è andato lentamente ma inesorabilmente verso l’alto, di pari passo con le indiscrezioni che trapelavano dal CdA. Fino a diventare il miglior titolo di seduta con +6,53% a euro 0,2153. Sul tavolo in Rocca Salimbeni c’era tutto il piano dismissioni, per raggranellare i miliardi necessari a soddisfare le richieste di buffer temporaneo dell’Eba. E gli scambi sono andati su quando si è discusso del dossier Biverbanca e degli sportelli NordOvest per circa 200 milioni, poi ancor più su quando è toccato ai 200 sportelli del NordEst dell’Antonveneta, sui quali non ci sarebbe ancora accordo sul prezzo di vendita: c’è chi spera di ricavare 800 milioni di euro, ma ci sembrano stime poco prudenziali, per di più se a versarle dovesse essere una banca a scelta fra Deutsche Bank e Bnp Paribas. Superata dopo le 11 la notizia del rinvio a giudizio di Profumo senza cattive conseguenze, si è addirittura arrivati alla sospensione per eccesso di rialzo, fino alla chiusura delle contrattazioni con la palma del migliore.
Il Consiglio di Amministrazione è durato fino a sera, senza che venissero prese decisioni definitive, come è stato riferito alle agenzie. Domani 7 giugno ci sarà l’incontro con gli emissari dell’ente europeo, le decisioni sono rinviate ancora per poco. Poi ci sarà un nuovo consiglio entro il 14, perché si deve presentare il nuovo piano industriale, che le vicende complessive dalle parti di Siena hanno saggiamente consigliare mettere in attesa il più possibile. Infatti entro il giorno 8 si dovrà formalizzare l’accordo fra la Fondazione MPS e gli istituti bancari creditori; entro l’11 si consumerà la definitiva rinuncia di Ceccuzzi alla carica di sindaco, così che Profumo e Viola, senza vincoli nei confronti di chi l’ha chiamati al capezzale del Monte dei Paschi, potranno fare e disfare a piacere sul futuro della banca, visto che la Fondazione non ha quasi voce in capitolo. Così il commissario prefettizio avrà da Palazzo Sansedoni i milioni che cercavano Ceccuzzi e Marzucchi, si correrà il Palio regolarmente, magari facendolo un po’ risparmioso.
“Il conto economico di una banca è cosa semplice. Sono ricavi meno costi e meno costo del rischio. Noi cercheremo di lavorare sul fronte dei ricavi per aumentarli. Sappiamo però – spiega Alessandro Profumo in una intervista rilasciata a La Repubblica – che se non torniamo ad avere utili, della banca si pregiudica proprio la sua capacità di stare sul territorio. Siamo al lavoro per trovare un equilibrio. E comunque dovremo tutti correre di più, nessuno escluso”. Il manager, fresco di rinvio a giudizio, continua dicendo che per il Monte “sarà necessario spostare delle persone che oggi non stanno allo sportello perché si dedichino ai clienti. Ci saranno cambiamenti significativi. Dimagriremo le strutture centrali per portare risorse professionali sulla rete”.
Per finire, attenzione all’evolversi della situazione europea e mondiale nel breve periodo. Infatti, le difficoltà generate dalla crisi in Grecia (oggi è andato in difficoltà Cipro, che ha investitori pesantemente coinvolti con Atene) e le facili ripercussioni sulla Spagna, annegata nel mare del cemento invenduto, potrebbero sconsigliare Deutsche Bank e Bnp Paribas dall’acquisto degli sportelli ex-Antonveneta. Piccolo investimento, rispetto al recente passato, grande impegno finanziario oggi.
Il CdA di Monte dei Paschi dovrà studiare un piano B da poter attuare in pochissimi giorni (a ringambarsi tedeschi e francesi ci mettono un attimo), il tempo stringe e il game over dell’Eba sta già laciando lo sprint…