Siena Pirata riporta la lettera di un ex-responsabile Caf

SIENA. Da Siena Pirata riceviamo e pubblichiamo.
“Abbiamo appena letto, su Linkedin, una drammatica testimonianza pubblica di un ex-responsabile di un CAF – Centro Assistenza Fiscale – italiano[1]:
“Mi farò un numero illimitato di nemici con questo post. Ma ormai non mi interessa più.
Il cancro sociale dei bonus. Una delle peggiori esperienze della mia vita professionale è stata essere responsabile di un CAF. Lì ho visto il lato più oscuro e ipocrita del nostro sistema assistenziale.
Famiglie intere costruite sulla dipendenza dai bonus. Lavoratori in nero che rifiutavano impieghi regolari per non “alzare l’ISEE”. Gente che veniva da me non per chiedere aiuto, ma per esigere un diritto costruito su una bugia.
E poi gli immigrati. Molti – troppi – vivono esclusivamente grazie ai bonus. Un circuito chiuso: bonus affitto, bonus bollette, bonus figli, bonus spesa. Zero lavoro vero. Zero contributo produttivo. Solo richieste continue, spesso aggressive, sempre più distanti dal concetto di integrazione.
Ho avuto scontri verbali che hanno quasi sfiorato lo scontro fisico.
Quando qualcuno mi diceva: “Mi devi fare il bonus, mi devi fare l’ISEE così”, io rispondevo: “Io non devo proprio niente. Se vuoi barare, fallo da solo.”
Ma nel sistema attuale, chi resiste alla corruzione è un intralcio.
Il costo sociale è incalcolabile. Risorse pubbliche sottratte alla comunità, ai servizi, alle famiglie oneste. Un sistema che premia la furbizia e penalizza il lavoro, la dignità, la responsabilità.
Questo non è welfare. È clientelismo di massa.
È una macchina che distrugge il tessuto sociale, divide, alimenta rabbia e sfiducia.
Serve coraggio per dirlo. E serve ancora più coraggio per smontare questa trappola.”
Crediamo non ci sia altro da aggiungere. E siamo orgogliosi di essere, anche noi nel nostro piccolo, un intralcio a questo sistema marcio”.