Assemblee sindacali, lavoratori del COG in rivolta: non potrà salvarli l'attaccamento all'azienda
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. “Fin dal primo anno delle superiori ho sempre studiato con l’obiettivo di entrare a lavoro in banca”: intere generazioni di italiani, e di senesi in particolare, sono cresciute col mito del posto in banca. In “Compagni di scuola” Antonello Venditti arrivò addirittura a teorizzare la cosa come la sconfitta della rivoluzione del ’68. Dei “4 amici al bar” di Gino Paoli qualcuno si sarebbe perso in una filiale; ma il sogno delle famiglie piccolo borghesi italiane ha resistito a tutte le critiche: posto fisso, lavoro sicuro, la certezza di costruirsi un buon futuro. Tante persone così anche al Monte dei Paschi, che lo hanno chiamato da sempre “Babbo”, anche se poi molti lo hanno considerato “mucca” da mungere. Aveva ben ragione Ceccuzzi, all’arrivo di Fabrizio Viola, a dire che il nuovo amministratore “potrà contare sul senso di attaccamento all’azienda che è sempre stato espresso dai dipendenti di Banca Mps e che, nel tempo, si è dimostrato un valore aggiunto rispetto agli altri competitori”. Ma evidentemente anche i valori aggiunti sbiadiscono e si trasformano in pesi morti al solo variare delle opinioni. Siamo in dirittura d’arrivo dello sciopero annunciato ed è importante per il futuro dell’azienda che abbia successo. Le relazioni sindacali in un amen sono passate dall’accondiscendenza dei rappresentanti locali dei lavoratori alla completa rottura dei rapporti con la Direzione Generale, che ha mandato dalla proprietà della banca di fare e disfare senza guardare in faccia nessuno, nemmeno i figli migliori, nemmeno gli uffici che portano utili. Si sente forte, il Tandem, che governa macerie sulla terra di nessuno. E nessuno pensi di essere escluso dai nuovi rapporti che si dovranno ricostruire: 4600 sono esuberi, ma il resto dei dipendenti potrebbe velocemente essere retrocesso a stipendi da metalmeccanici, pur continuando a lavorare in banca, con la disdetta del Contratto integrativo.
Nelle sedi lontane del COG già si prefigurano licenziamenti camuffati da spostamenti delle sedi di lavoro: stanno alzando la voce i 400 dipendenti di Lecce, che hanno interessato alla minaccia le autorità regionali. Le performance di Mussari e Vigni con 4,6 miliardi di perdite della banca e la distruzione di valore per 3,5 miliardi (infine ammessa dai vertici della Fondazione quando non c’era più nulla da fare) dovrebbero spingere ad agire. Si dovrà discutere in altra sede perfino della gravità dell’aver celato la verità dei conti: agire per tempo avrebbe salvato la banca dal fallimento a cui è stata condannata, senza colpe dei lavoratori. Per far accettare il nuovo piano industriale è stata minacciato il trasferimento della Direzione Generale altrove. Occorre la pubblica presa di posizione di Gabriello Mancini, del neo segretario politico del Pd Guicciardini e del Presidente della Provincia Bezzini che ci facciano sapere se sono d’accordo a mandare la testa della banca altrove. Assumendosi la responsabilità dei danni a cose e persone, non solo quelle di Siena ma di Mantova, Padova, Lecce e ogni altra città in cui sia rilevante la presenza di banca MPS. Non in politichese, ma con un sì o no netto: cittadini e dipendenti sapranno come stanno le cose da una semplice risposta.
I mercati hanno già dimostrato che per loro il Piano Industriale 2012-2015 è poco più che aria fritta. La mancanza di utili viene dalla quantità industriale di prestiti non esigibili (tra un po’ probabilmente arriverà anche la bad bank a riprova). Dal fatto che la banca retail non fa il suo mestiere, ma sappiamo che le spese accessorie, dalle sponsorizzazioni agli appalti, non sono toccate dal piano. Che molti responsabili dei disastri sono ancora al loro posto, con i soliti stipendi. Nel pomeriggio di oggi (24 luglio) assemblea sindacale per i 31000 lavoratori: controllate che nessuno, specialmente tra i sindacalisti, si faccia segnare il giorno di venerdì come ferie invece che sciopero. Se l’interlocutore sarà Profumo o possibili raiders, come si dice già in diversi siti specializzati in economia, è bene che sappia essere solida e credibile la rappresentanza dei lavoratori. E ai sindacati vogliamo ricordare di fare un appassionato comizio: è il minimo che la gravissima situazione richiede.
