Consegnata al segretario PD una "lettera aperta"
Vorremmo partire da questa notizia, peraltro comunicata a tutti i dipendenti dall’Amministratore Delegato. Una notizia che conferma la fallimentare gestione precedente, una gestione che ha portato la “nostra” banca vicina al “default”, tanto per usare un termine di moda.
Giuseppe Mussari, presidente di Banca MPS fino alla scorsa primavera, presentando il nuovo Direttore Generale Fabrizio Viola, dichiarò: “Ad Aprile lascerò, da tempo l’ho già comunicato agli azionisti della banca, pubblici e privati. Questo è un incarico a termine e questo non è il mio lavoro. Tornerò a fare quello che facevo prima”.
In molti si erano già resi conto che quello non era il suo lavoro. Basti pensare all’acquisizione di Banca Antonveneta, pagata ben di più del suo valore reale e senza previ accertamenti sulle condizioni finanziare disastrose nelle quali versava. Nonostante ciò Mussari, chissà per quali meriti e grazie a quali “grandi elettori”, è stato riconfermato Presidente dell’ABI. Quale più alto incarico poteva essere trovato per chi era corresponsabile nella rovina della banca più antica del mondo?
Ora si chiederà perché ci rivolgiamo a Lei, Onorevole Bersani. Lo facciamo perché, a torto o a ragione, (ma riteniamo con fondate ragioni) consideriamo il Suo partito il regista, nemmeno tanto occulto, che ha consentito, indirizzato e avallato certe scelte: scelte di uomini, manager e strategie. Appartengono al suo partito, infatti, i sindaci che si sono susseguiti alla guida del comune di Siena negli ultimi dieci anni , sostenitore di Mussari di Mancini e del suo successore, Alessandro Profumo.
Il “tandem” Viola-Profumo ha varato un Piano Industriale lacrime e sangue, per tentare di salvare e rilanciare la Banca MPS. Il piano è stato salutato con immediato entusiasmo, fra gli altri, dal presidente della moritura provincia Bezzini, altro esponente del PD.
Il piano prevede, fra l’altro, l’esternalizzazione delle attività di Back Office e dei lavoratori addetti a tali servizi, gran parte dei quali distaccati presso le varie sedi del Consorzio Operativo di Gruppo. Quella che viene definita dall’azienda “terziarizzazione” riguarderebbe oltre 2mila dipendenti , evidentemente “figli di un Dio minore”, anche se, da sempre, godono degli stessi diritti e degli stessi doveri di tutti gli altri dipendenti. Un vero e proprio attacco allo spirito di appartenenza e di collaborazione che unisce i dipendenti di Banca MPS, i cui benefici economici sono tutti da dimostrare. Inevitabili, invece, le ricadute negative su migliaia di famiglie, la precarizzazione dei rapporti di lavoro, il cui vero scopo è probabilmente quello di demandare a terzi i futuri licenziamenti e/o delocalizzazioni (vedi altre esternalizzazioni-eccellenti, ultima quella che ha riguardato alcuni dipendenti Unicredit).
“Tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese” canta Francesco Guccini. Noi, futuri esternalizzati ci domandiamo, Onorevole Bersani, perché “a pagare le spese” di scelte politico-economiche sconsiderate debbano essere, ancora una volta, i lavoratori dipendenti che hanno svolto, per anni e con onestà, il proprio lavoro e che ora si vedono “svenduti” a terzi, senza garanzie di continuità occupazionale e con lo spettro del licenziamento non appena ceduti. Non siamo disposti a pagare i fallimenti di una classe dirigente che in pochi anni ha sperperato (si veda ad esempio l’acquisto della Banca 121 e dell’Antonveneta) quello che una città era riuscita a creare e far prosperare per più di 500 anni.
Ci chiediamo anche, perché l’azienda rifiuta le proposte alternative dei sindacati, basate su principi solidaristici, che otterrebbero tagli dei costi del personale di entità pari a quelli ipotizzati dalla banca, e per quale ragione la parte datoriale non è interessata a preservare l’unico valore aggiunto che le rimane, ovvero il patrimonio rappresentato dai dipendenti e dalla loro professionalità.
Condivide, Onorevole Bersani , alla luce dei principi solidaristici da lei espressi nel confronto televisivo con il candidato Matteo Renzi, le dichiarazioni del presidente di Banca MPS, Alessandro Profumo, secondo il quale “ I sindacati vorrebbero spalmare i risparmi su tutti i dipendenti, ma questo è ingiusto. E poi “Più la politica si avvicina a questa vicenda, più rischia di bruciarsi le mani”?
Può, secondo Lei, la “buona politica”, che Voi sostenete di rappresentare, restare fuori dalla vicenda MPS, dopo che, per decenni, la Vostra cattiva politica ha intrecciato un groviglio assolutamente innaturale e disarmonico con la Banca MPS? Trova infondate, Onorevole Bersani, le affermazioni di Matteo Renzi, secondo il quale “ Sarà difficile per Mps uscire da questa situazione, ma sicuramente c’è una parte della sinistra che non si può permettere, oggi, di fare le pulci a nessuno”?
E come mai ora, Lei e il suo partito non prendete una posizione chiara e netta in tutta questa vicenda? Noi lavoratori siamo disposti a fare la nostra parte, ma ci aspettiamo altrettanto da parte Sua.
Cordialmente.
Costituenda Associazione Dipendenti Gruppo BMPS
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