Gli interventi di Riccaboni e Padoan

SIENA. Il rettore dell’Università di Siena, Angelo Riccaboni, nel suo intervento alla sessione di apertura della XXII Pontignano Conference, che si è tenuta nell’Aula magna del palazzo del Rettorato dell’Ateneo senese, ha sottolineato che l’Europa deve tornare ad essere una fonte di ispirazione per i cittadini e per i govani in particolare. “C’è una grande opportunità nei prossimi mesi – ha detto Riccaboni – per dimostrare che l’Europa può ancora essere protagonista di sfide appassionanti, e mi riferisco al dibattito crescente sul cambiamento climatico globale. Sappiamo che la Intergovernamental Paris Conference on Climate Change che si terrà alla fine del prossimo anno potrebbe portare a decisioni di compromesso o di basso profilo. Questo non dovrà succedere. Al contrario l’attenzione verso l’ambiente potrà contribuire alla crescita economica, ad aprire nuovi mercati e nuove opportunità e anche a creare un’Europa più unita attraverso un mercato unico dell’energia, un’area comune di ricerca europea incentrata sulla sostenibilità e sull’inclusione e un mercato comune del lavoro green”.
L’Unione Europea “è a un bivio” ed “esiste ancora il rischio che si imbocchi la strada sbagliata andando avanti con questa bassa crescita e la stagnazione ancora a lunga”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo a Siena ai lavori dell’assise italo-inglese del XXII convegno di Pontignano. A parere del ministro, “c’è la necessità di superare le spinte individualiste che esistono nei vari paesi” per adottare “un approccio collettivo” per risolvere i problemi che pone la crisi economica. Per Padoan, occorre una nuova dimensione economica europea che sia “globale”, che affronti il tema degli investimenti e utilizzi anche strumenti come il Patto di stabilità.
Tutti i Paesi europei, secondo Padoan, “devono andare avanti con le riforme strutturali nessuno escluso. Ci sono paesi che dicono di aver fatto questo percorso fino in fondo. Io non sono d’accordo. Anche chi ha fatto alcune riforme deve continuare” a farne di nuove. Avranno successo “se fatte bene, eseguite bene e soprattutto se hanno sostegno politico”, perché “le riforme hanno a che fare con la politica, non con i tecnici o con l’economia”. Poi avverte: “Senza fiducia reciproca, la crescita è a rischio” in tutta Europa. Senza crescita e senza fiducia “rischiamo di cadere in un circolo vizioso: facciamo ancora in tempo ad evitare di cadere in questa trappola”.
Quanto all’Italia, il ministro sottolinea che “le riforme sono necessarie e urgenti” per il nostro Paese, “non certo per accontentare la Germania. L’Italia deve portare avanti le sue riforme per dare soluzione a problemi annosi, antichi, non per fare felice la Germania”.