"Ce la faccio da solo, senza Berlusconi"
SIENA. E’ tornato in ottima forma, e il sangue che ne ha fatto quel pilota temerario vincitore nella Formula Uno gli ribolle. E con uno scatto alla Joe Sentieri salta su dalla sedia stile impero per negare di essere frutto di un’operazione tipica della politica, quella del cavallo di Troia. Anzi, è lui il Tiresia che predica di non accettare stavolta altri regali dalla politica, come quelli dell’ultimo ventennio.
Dopo lo sfogo si ricompone, è convincente perché non si sforza affato di essere convincente, e spesso il commento finale sulla ricognizione dei vari problemi (o disastri) causati alla città di gestioni in fotocopia è quello classico del popolano. Ovvero, le palle sue –come quelle della gente tendono all’orchite. E stanno per scoppiare.
Alessandro Nannini è un mezzo diretto, semplificato, di fare politica nel nome di “Io amo Siena”, mettendoci il cuore e la faccia. La sua posizione è chiara nella sua…contraddizione: è nato democratico, ma ci vogliono manager capaci e trasparenti per rilanciare la città pervasa da impulsi ambiziosissimi, europea per vocazione anche se isolata, e pari problemi per rilanciare istituzioni che sembravano inattaccabili e che sembra comportarsi come gli ospiti del Titanic.
C’è bisogno di azione economica, senza guardare al colore politico. E dichiara che la prima cosa che farà, nel nome della trasparenza, sarà tagliare la spesa che ha portato il comune del “Buon Governo “ a un indebitamento record.
E’ arrivato a sorpresa nell’agone, per irritazione delle stesse identiche repliche al voto da quattro lustri e spinto da un amore paterno affinchè le colpe dei padri non ricadano sui figli. Si propone di salvare il salvabile, dalla banca in giù, dice di avere un asso nella manica, che non è Berlusconi. E a proposito del cavaliere-premier, non si presta a fare l’alter ego di un leader politico. Berlusconi va bene,ma stia a casa sua. Si sente trasversale, potrebbe occupare una larga fascia di voto fra gli arrabbiati-tartassati, specie commercianti e artigiani, se non fosse perché manifesta con chiarezza la necessità per Siena di un aeroporto turistico. Unica lista civica senese a sposare questo programma.
C’è un padrino dietro la sua candidatura che vorrebbe una Siena bianca come è stato per Grosseto e Arezzo?
“Non è proprio così. L’investitura è venuta semplicemente da me stesso vedendo cosa è successo , basta andare a guardare tutti i bilanci di 15-18 anni. Non è un fatto di destra o di sinistra ma è tutto un fatto di sistema, di tanti anni, che ci ha portato a una situazione delicata che il senese ancora non capisce bene. Secondo me la sta palpando, ma in futuro sarà ancora peggio. Per cui mi sono schierato io personalmente a dire le cose, perché nessuno le vuole dire”.
L’esempio di Berlusconi fa scuola, tocca adesso agli imprenditori adesso salvare le città dove il sistema non ha funzionato?
“In questo momento sì. Almeno a Siena. Siamo noi, noi cittadini tutti che devono comprendere la situazione. La Fondazione in questo momento non ha un granchè di soldi per partecipare a un aumento di capitale del Monte dei Paschi. E dobbiamo rimanere in maggioranza assoluta nella nostra banca, se possibile, perché sarà molto difficile nei prossimi due anni”.
Perché un imprenditore come lei, con un nome illustre, non è stato coinvolto negli anni precedenti, e solo adesso si getta nella mischia?
“Perché fino ad oggi non l’ho voluto fare. Non sono un politico, ma diciamo che nella vita siamo tutti politici, da quando si nasce e si muore, dipende se la vuoi fare attivamente o meno. Negli ultimi mesi ho preso coscienza di questa responsabilità, perché voglio stare a Siena e che i miei figli stiano bene. E tutti si guarda ai nostri figli, io mi sono rotto le palle”.
La politica ufficiale storce il naso, le malelingue dicono che chi votava a sinistra adesso non può guidare una battaglia col centrodestra…
“Io sono democratico di nascita, e lo sono sempre stato. Non ho mai visto, mi spiego,le elezioni dal punto di vista del sindaco, ma come scelta di una persona, di una certa figura . Anni fa ho votato per la prima volta il Piccini per la persona. E 10 anni fa il Cenni. Però mi hanno un attimino disatteso, e adesso anche lo stesso Ceccuzzi. Gli stessi programmi da 20 anni!… Si promettono 7 mila posti di lavoro, sono capace anch’io a trovare 5 mila posti di lavoro sostituendo chi ha lasciato per la pensione. Prima li ho visti come persone da votare per il bene della città, adesso non è un problema di centrodestra o centrosinistra. Questo è un genere di sistema che da 20 anni ha depauperato e non ha fatto niente come prospettiva futura”.
Quindi Ceccuzzi con un programma pesante quanto una libbra chiuderebbe il cerchio?
“Mi dispiace per Piccini, ma ce l’ha messo lui nominando Ceccuzzi Segretario Provinciale quando aveva 23 anni. Adesso sembra che stiano litigando, ma non è vero. Il problema vero, più che altro, è che in questo momento critico c’è sempre stato”.
Per questo lei ha gettato il dado?
“Se si presentava un altro io me ne sarei stato fuori, vedendo Ceccuzzi effettivamente c’è d pensare a un dittatura di questo sistema qui, e quindi non può dire che i disastri non li hanno fatti loro. E allora mi hanno rotto le palle. E lo dico pari, perché bisogna dire le cose come stanno. La situazione è davvero drammatica”.
Ma Ceccuzzi ha poi proseguito con una carriera parlamentare che adesso dovrebbe fare la cifra di differenza…
“A prescindere che Ceccuzzi non faccia parte di questa cosa qui, e non sia responsabile di tutto, va bene…peggio ancora. Vuil dire che ci ha rappresentato male a Roma”.
Perfetto, anzi no. Lei pilota coraggioso, ha chiesto a questo punto un aiuto al Pdl, e sotto che forma?
“Io non sono del Pdl, l’hai capito?. Ho capito dove volete farmi arrivare…Io sono Lista Civica, non sono Pdl. Ho chiesto un appoggio a Roma perché non si può andare da soli”.
Nessuno di noi voleva offenderla, il Pdl guida il paese…
“A forza di essere abbinato sempre al Pdl mi sono rotto le scatole. Va bene, va bene… mi scusi”.
Lasciamo stare il Pdl, e magari che accordi ci sono stati, spostiamo la domanda: che tipo di staff avrà?
“In questo momento non posso promettere niente, tipo assessorati o posti in consiglio comunale”.
La sua priorità assoluta?
“In questo momento il Comune non ha un buon bilancio, sto vedendo da solo delle cose o delle soluzioni che possono portare a Siena e al Comune stesso dei soldi senza fare investimenti”.
Come intende scegliere la squadra da sindaco dell’austerity?
“La logica sarà quella di un team meritocratico, persone capaci, prevalentemente professionisti, gli assessorati richiedono specializzazione”.
Selezione politica bandita?
“Di sinistra o di destra non me ne importa niente, purchè siano persone capaci per quello che hanno fatto nella loro vita, poi si decide. Come sindaco porterei anche idee nuove”.
Il logo della sua Lista Civica “Io Amo Siena”contrasta con una realtà arrabbiata o peggio sfiduciata, è un messaggio di speranza? Cosa simboleggiano quei colori?
“Il bianco e nero sono la balzana di Siena, il rosso pastello è un colore tenue, un rosa di speranza. Nessun colore che riguarda le contrade, il sindaco organizza il Palio, è sopra la contesa”.
Il suo punto fermo è: solo l’economia per fermare la caduta e rilanciare Siena, con buon senso o ragioni di interesse?
“Serve il buon senso per capire. Sono una persona pragmatica, che cerca di portare risultati. Bisogna decidere tutti assieme che strada prendere per il bene di Siena. Sono l’unico che crede nello sviluppo dell’aeroporto che comporterà qualche sacrificio per Sovicille e costerà quale voto”.
Aeroporto dunque a misura di turismo di massa e qualità?
“Bisogna cominciare dal turismo che ha perso il 35 per cento, 100 milioni persi sul territorio. La gente sta dicendo che è colpa della crisi, il problema è solo nostro”.
C’è un’alternativa all’aeroporto turistico, ad esempio una metropolitana leggera di superficie?
“Non prendiamoci in giro, il trenino costa 1 miliardo di euro, ci vorrà 20-25 anni per realizzarlo, e quando sei a Firenze cosa fai, sposti Santa Maria Novella? E c’è il problema dell’impatto ambientale, la cosa più bella del nostro territorio. Invece nel giro di 5-6 anni, dico un mandato fatto bene, si potrebbe invece completare l’Autopalio e avere una bona connessione con Grosseto. Purtroppo Fanfani ha fatto passare l’Autosole da Arezzo per isolare Siena”.
La sua opposizione sarà dura, senza mediazioni e sconti?
“Mi sono preso questo impegno, il tempo e l’energie ci sono. Gestisco un’azienda che non è mia, e dei negozi, conosco bene le persone. Ho chiesto proprio un contatto diretto con Roma per cambiare un attimino questo sistema, perché bisogna andare dal Comune alla Provincia, dalla Provincia alla Regione, e questo è negativo, ci vuole molto più tempo per cambiare le cose e le persone non possono lavorare”.
Lei pensa col suo carisma di aver trasmesso una scossa alla politica ufficiale di Siena?
“Non credo di aver trasmesso granché ai senesi, o almeno non è ancora abbastanza”.
Pensa di riuscire a recuperare? Ha un asso nella manica, magari Berlusconi?
“Spero di sì, non è Berlusconi. Non è un problema, anzi, quando l’ho incontrato gli ho detto di non venire”.
Il punto d’onore principale della sua candidatura è spazzare via la mala-politica?
“No, è il futuro dei nostri figli a darmi forza in questa contesa”.
Un Palio con 5 candidati ai canapi con un Pd dato nei sondaggi sotto il 50 per cento lascia spazio agli accordi?
“Non sono condizionabile, quando vedo che mi si abbina al Pd e al centrosinistra. Ritengo di essere una persona seria, e so in questo momento di rischiare la mia faccia. Cosa vuol dire?. Che io amo Siena per davvero, e non poco, se sbaglio qualcosa i senesi me la farebbero pagare, mentre altri andranno via o ci staranno ancora, per depauperare quelli che sono i beni culturali ed economici della città”.
La parola d’ordine che fa colpo per altri è internet, il web, la fibra superveloce…
“Non uso personalmente Internet, ma conosco le applicazioni, e non mi improvviso un tuttologo”.
Al di là del risultato, il suo ingresso in politica avrà anche un dopo?
“E’ chiaro che l’impegno di sindaco è più pesante di quello dell’opposizione, ma a prescindere mi sono preso un impegno per portarlo avanti. Come ho fatto sempre nella mia vita, anche il giorno dell’incidente. Sono sempre andato avanti, specialmente sulle promesse”.
Corre da outsider, non da favorito, pensa di potercela fare al primo giro?
“Al primo giro sarebbe meglio per tutti i senesi perché se si dovesse andare al ballottaggio vedo in questo momento già delle trasversalità che non mi piacciono”.
Quale sarebbe il suo start up come neo-sindaco?
“Per i primi famosi 100 giorni spenderei 50 invece che 100, e capire bene tutto quel che il comune ha, le società, i beni immobili, perché devi capire quando c’è un bilancio in perdita si capisce vedendo i nastrini. Loro sanno quanto hanno speso, io no. Quindi subito turismo, e l’aumento della trasparenza in politica, spiegare bene a tutti i cittadini senesi cosa è successo negli ultimi 20 anni, e trasparenza anche nelle nomine degli assessori e dei consiglieri comunali. E riprendere subito contatti con persone qualificate ed esperte, e concentrarsi sulla sanità, e sul problema degli anziani magari aggregando i piccoli paesini attorno alla città”.
Può bastare il coraggio, o conta solo la preparazione?
“Conta molto il coraggio in questo momento, perché questa preparazione politica io non l’ho vista. E quando si hanno 780 dipendenti, serve una gestione aziendale, soprattutto perché così vuole il federalismo verso il quale stiamo andando”.
Il prossimo sindaco partirà con un buco di bilancio, la preoccupa?
“So che siamo saliti al 3° posto d’Italia come indebitamento, siamo al 90° posto come infrastrutture, e so che pagano le tasse solo 30 mila persone, e 15 mila vengono aiutate, da quel che so io”.
Chiederà a sua sorella Gianna Nannini. alla quale è molto legato, un aiuto a svegliare Siena?
“Le voglio molto bene, non la voglio tirare dentro. Lei è un’artista,non le interessa la politica, però se sapesse quello che succede a Siena sarebbe più incazzata di me”.
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(Foto di Corrado De Serio)
