“Dimostreremo ai nostri coetanei che non sono soli"
SIENA. “Dimostreremo ai nostri coetanei che non sono soli, che la politica ha una funzione e che il mondo si può interpretare e cambiare” le prime parole del vicesegretario
Dopo il congresso, sabato 13 dicembre si è tenuta al Nazareno la prima direzione nazionale dei Giovani Democratici che ha eletto i primi ruoli apicali: il presidente e i due vicesegretari.
“In questi lunghi anni di assenza dell’organizzazione nazionale – spiegano i Giovani democratici di Siena -, abbiamo continuato a fare politica sul territorio, rappresentando uno spazio libero e autonomo dove crescere, dentro il Partito Democratico. Tanti temi sono stati al centro del nostro lavoro: il diritto all’abitare, la salute mentale, le aree interne e il diritto al restare nei luoghi in cui si nasce, il diritto allo studio, i tirocini e il lavoro autonomo. Adesso questi temi diventano patrimonio di tutti i giovani democratici con il ruolo di Filippo in segreteria nazionale e che in tutti gli anni di militanza al nostro fianco a livello provinciale e alla nostra guida come segretario regionale è stato esempio di generosità e impegno”.
Filippo Giomini, già segretario regionale dei Giovani Democratici in Toscana e assessore del Comune di Poggibonsi andrà a ricoprire il ruolo di Vice segretario vicario nazionale.
Da sempre attivo negli ambienti sportivi e nell’associazionismo locale, il suo percorso politico inizia alle elezioni amministrative di Poggibonsi del 2019. Entra nel PD e già nel 2023 viene eletto all’unanimità segretario regionale dei GD Toscana. Nel 2024 è il secondo più votato fra i candidati al consiglio comunale di Poggibonsi e la neo Sindaca Susanna Cenni lo nomina assessore con deleghe allo sport, alla qualità urbana, partecipazione e politiche giovanili.
“Questo nostro congresso – spiega Giomini – vuole rappresentare una ripartenza dai temi quotidiani che la nostra generazione vive in un mondo che non gli appartiene. Siamo precari, replichiamo le condizioni di partenza della nostra famiglia perché non abbiamo gli strumenti per diventare qualcosa di diverso, siamo costretti a fuggire o a rimanere nei luoghi dove nasciamo. Ma da oggi non siamo più soli”.
“In questi anni – continua Giomini – è mancato un soggetto generazionale in cui i nostri coetanei potessero ritrovarsi e sentirsi rappresentati. Rifiutiamo di essere sfruttati con contratti da fame, riempiamo le piazze per la Palestina, andiamo a votare per il lavoro e la cittadinanza. Nonostante questo siamo colpevoli di uscire di casa solo a trent’anni mentre nel resto d’Europa i nostri coetanei lo fanno cinque anni prima. Siamo la generazione più formata della storia del paese ma anche la prima ad avere di fronte una prospettiva di vita peggiore del presente. Eppure ci chiamano ‘bamboccioni’ o ‘maranza’ o ‘estremisti’. A chi ci vorrebbe divisi e conformisti, rispondiamo che la nostra generazione ha sogni che vanno organizzati e guidati. Con questa ambizione dimostreremo ai nostri coetanei che non sono soli, che la politica ha una funzione e che il mondo si può interpretare e cambiare”.






