Proteste dei lavoratori all'inaugurazione di una mostra MPS a Palazzo Te
di Red- foto di Corrado De Serio
SIENA. “Esternalizziamo Profumo”. Il cartello è comparso insieme alla protesta vibrante dei lavoratori MPS a Mantova, all’inaugurazione di una mostra sul Novecento italiano a Palazzo Te organizzata dalle fondazioni MPS e BAM. Clima incandescente, che la curatrice della mostra Barbara Cinelli non poteva immaginare. Roba da metropoli, roba da metalmeccanici. Fischi, urla, slogan. Imbarazzo per il nuovo responsabile d’area MPS Elfo Bartalucci, che si dichiara estraneo al processo di esternalizzazione dei dipendenti del Centro Operativo. Sodano, il sindaco di Mantova, esce per incontrare i lavoratori e stringere loro la mano. Fascia tricolore sopra il cappotto, portavoce del Consiglio Comunale aperto di tre giorni fa che ha compattato il fronte della politica locale, riceve un cartello e si offre di consegnarlo nelle mani di Bartalucci. I consiglieri comunali sono rimasti fuori con i manifestanti. Fuori, a sorpresa, Luigi Piazza, già responsabile d’area MPS a Mantova e referente locale di Abi, adesso a Padova alla direzione di Antonveneta. Dentro, invece, l’ultimo direttore generale della Bam Giuseppe Menzi, anche lui ora in Antonveneta. Immagini eloquenti diffuse sui media locali in Lombardia, che riprendiamo per informare Siena. Cento e forse più partecipanti compresi sindacalisti (tranne quelli targati Fiba/Cisl): gli indignati MPS, “risorse e non esuberi” come ricorda un altro cartello. La pasionaria Raffaella Galano: “Se ci crediamo ancora? Certo, la speranza c’è sempre, altrimenti non saremmo qui”. Per i manifestanti esternalizzazione fa rima con licenziamento: “Non molleremo mai, andremo avanti a protestare anche dopo!”. Non c’è rassegnazione, ma consapevolezza delle difficoltà del momento: “Vede forse qualcuno della Fiba qui nel mezzo? E se si è sfilata la Cisl, qualcosa vorrà pur dire”, afferma un manifestante a Igor Cipollina della Gazzetta di Mantova, che chiede se c’è puzza di bruciato. “Puzza di Marchionne” è la risposta. “Siamo in tanti, nonostante sia sabato e faccia pure freddo. Ci sono colleghi che arrivano da Padova, qualcuno pure dalla Toscana e, soprattutto, ci sono molti cittadini. La battaglia è diventata davvero della città – si fa coraggio un dipendente – Mancano Viola e Profumo, che non si sono presentati (avevano già annunciato la loro assenza a Mantova, ndr). E allora sa cosa le dico? Abbiamo vinto noi, a tavolino”. Sono 380 i dipendenti mantovani che rischiano di uscire dal perimetro della banca. Verso una fine a cui non sono stati sottratti, tanto per fare gli esempi, i lavoratori Telecom ed Eutelia negli anni passati.