Cominciano a sfilarsi tanti possibili partners per il Monte

di Red
SIENA. Contemporaneamente alle vicende della Fondazione, MPS si gioca anche, su un piano parallelo, il rinnovo delle cariche del Consiglio di Amministrazione di Rocca Salimbeni e della sua presidenza. L’assemblea dei soci è stata convocata per il 27 aprile e in quella sede verrà nominato il nuovo presidente. Che fino a qualche giorno fa si diceva non sarebbe stato Mussari, pubblicamente dimissionato dal sindaco di Siena lo scorso 30 dicembre in una intervista-confessione, in cui rivelò al mondo l’intenzione dell’avvocato di Catanzaro di lasciare la poltrona. Il 13 gennaio il presidente confermò tutto: “Ad aprile lascerò, da tempo l’ho già comunicato agli azionisti della banca, pubblici e privati. Questo è un incarico a termine – disse in conferenza stampa – e questo NON E’ IL MIO LAVORO. Tornerò a fare quello che facevo prima. È una constatazione semplice e non una notizia giornalistica”.
In questi giorni sono apparsi segnali importanti che vorrebbero Alessandro Profumo nuovo presidente dell’istituto di credito senese. L’ex amministratore delegato di Unicredit viene presentato, in nome della discontinuità, come NON SENESE perciò svincolato dalle logiche politiche del “Sistema Siena”. Prodiano e “vicino alla sinistra per storia personale”, potrebbe stare bene anche ai fratelli Monaci, che sembrano non disposti a subire altri smacchi dopo il trasferimento coatto di Antonio Vigni e la vendita di Biverbanca ormai prossima, che farà perdere ad Alfredo la poltrona di presidente.
Fra le altre attività del nostro nuovo banchiere “in pectore” c’è curiosamente una partecipazione azionaria nel quotidiano on line linkiesta.it che si è distinto nelle settimane passate per articoli veramente virulenti nel descrivere la disfatta senese. Non è stata smentita l’indiscrezione della visita recente di Profumo a Siena, dove si è incontrato con la coppia presidente-sindaco certamente non per parlare di cose di Palio. Certo non siamo fortunati a Siena: passeremo da un presidente indagato a un altro presidente rinviato a giudizio (inchiesta Brontos a Milano)… Insieme con gli auguri di compleanno per Profumo (venerdì 17 febbraio compie 55 anni), è arrivato il regalo di Bassanini, che tirato più volte in ballo anche da noi, ha detto oggi: “Non esiste una mia candidatura alla presidenza MPS. Ho già un doppio lavoro a tempo pieno, uno alla CDP e uno alla Fondazione Astrid”.
In tutte le storie c’è sempre un ma. I rumours interni alla banca dicono che in realtà Mussari non avrebbe alcuna intenzione di lasciare, vista anche la museruola che hanno messo ai sindacati, che hanno levato il grido “Dimissioni!” nei pochi giorni in cui tutto il can can davanti Sallustio Bandini è stato archiviato nell’indifferenza totale, E IN FIN DEI CONTI UN PO’ SENESE LUI LO E’. Gli insuccessi collezionati alla guida della terza banca italiana non hanno toccato gli interessi personali dei suoi tanti sponsor all’interno e all’esterno del PD, per cui si sente veramente in gioco e intende dire la sua.
Ma di fronte si trova un vecchio mestierante della politica, che scoperta l’intenzione, prontamente a mezzo stampa ha lasciato rivelare i colloqui con Profumo per mandargli un messaggio inequivocabile: la nomenclatura dei notabili locali non vuole più l’avvocato di Catanzaro – il suo tempo è finito – e rientri nei ranghi oppure si faccia una seconda vita a Roma.
Registriamo che, nel fronte dei possibili investitori nella banca senese, si sono chiamati fuori due eventuali protagonisti. Matteo Arpe, col fondo Sator, ha optato per Fonsai, dove vorrebbe guadagnare sulle spalle di Mediobanca, e non è una cosa facile. Henri de Castries, Ad di Axa, ha testualmente dichiarato: ”Il nostro mestiere è l’assicurazione, non aumentare la nostra esposizione o la partecipazione nelle banche, in Italia o altrove”.
La giornata di borsa, negativa per il Ftse Mib, ha detto bene invece al titolo MPS, che ha chiuso le contrattazioni con +2,32% a euro 0,3442. Nonostante a Milano siano ancora in corso le trattative della Fondazione con i creditori, ai quali Mancini avrebbe chiesto, secondo Milano Finanza, uno sconto sugli interessi di 200 milioni, e lo spostamento della scadenza dello standstill prevista per il prossimo 15 marzo, in attesa di sapere qualcosa di più preciso dall’Eba. Tentar non nuoce ma chiaramente chi ha il coltello dalla parte del manico non è d’accordo. D’altronde, alla Fondazione MPS dovrebbero saperlo che i banchieri fanno sempre i propri interessi e mai quelli dei debitori.