Un confronto a distanza tra le protagoniste di questa stagione pre-elettorale
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. “Essere donna è terribilmente difficile perché consiste principalmente nel trattare con gli uomini”. Un aforisma emblematico, questo di Joseph Conrad, che contiene una grande, condivisibile verità. Una verità che diventa tanto più condivisa quanto più ci si addentra in ambiti “storicamente” maschili.
La politica, per esempio.
Mentre in Paesi come l’Inghilterra, la Germania e persino l’India e le Filippine le donne sono riuscite a ricoprire i più alti incarichi politici, in Italia la volontà di dare un ruolo concreto e decisivo all’altra metà del cielo tentenna. E spesso cade del tutto, lasciando spazio ad una “parità di facciata” in cui, tra le qualità più significative di una donna “al potere” c’è l’accondiscendenza e l’obbedienza al capo. Maschio, ovviamente.
Ma non è sempre così, per fortuna.
Tra le arriviste, le donne oggetto, le finte femministe, le donne-uomo (quasi peggio dell’originale), le comunque rifatte, le mai rassegnate alla maturità delle rughe, ci sono donne che si mettono in gioco, si espongono, fanno scelte coraggiose e sono capaci di contagiare con il loro entusiasmo (incredibilmente ancora in vita, a dispetto dei tempi) anche i colleghi uomini. Un fatto rassicurante.
L’esempio di questo “cambio di passo” si può leggere in queste imminenti amministrative a Siena. Un esempio di iniziativa femminile che può essere guardato con interesse anche a livello nazionale.
A capo di una lista di sinistra c’e’ una donna: Laura Vigni.
Non è stata una scelta facile. Una donna che decide di contrapporsi alla coalizione di centrosinistra. La coalizione al potere da decenni e che controlla la città a tutti i livelli (economico e amministrativo). Ebbene, forte di un manipolo di fuoriusciti da Sel ma non solo, Laura Vigni candidata sindaco per la lista “Sinistra per Siena” in pochi giorni ha riscosso un successo insperato. “Ottanta firme in un pomeriggio per sostenere la presentazione della nostra lista” dice orgogliosa al telefono. “In molti mi hanno fermata per strada incoraggiando la mia scelta e questo mi rende molto felice”.
Nella decadenza della politica internazionale, italiana e – a cascata – locale, Laura vede anche il segno di una riduzione progressiva del ruolo delle donne. In passato c’erano molte più donne in Consiglio Comunale a Siena. Da oltre un ventennio le cose sono andate progressivamente peggiorando. Oggi abbiamo una sola consigliera, che si è distinta per la poca o nulla attività consiliare”.
Delle donne attualmente impegnate in attività istituzionali Vigni ne cita solo una per meriti: l’assessore alle Pari Opportunità Simonetta Pellegrini. “Una che sta facendo cose belle per le donne”.
Per il resto: buio pesto; non pervenute.
Segno evidente che ci sono troppi uomini che “giocano” alle spalle delle donne in campo.Neppure tanto celatamente.
E sui valori “al femminile” che possono essere riversati in ambito politico Laura non ha dubbi: “Un modo disinteressato di trattare la cosa pubblica. Che vuol dire lavorare per la città e non per sè stessi: uscire dalle stanze del potere per interessarsi a quanto di concreto c’è da fare per rendere la società più coesa, la città più vivibile”.
A Laura Vigni abbiamo chiesto di commentare l’uscita dalla competizione politica dell’altra donna che, fino a qualche giorno fa, era in lizza per la poltrona di sindaco, Loretana Battistini. “Sono molto dispiaciuta della sua uscita. Avrei preferito vivere una competizione “al femminile”. Con una donna che non conosco ma a cui riconosco scelte coraggiose e piglio determinato. Un vero peccato che sia stata esclusa da queste elezioni”.
Beh, si trattava di ieri.
Oggi (8 aprile) sappiamo già che le cose non sono proprio così. Loretana Battistini, scaricata in malo modo dalla Lega Nord, ha deciso di non abbandonare la politica ma di abbandonare “i partiti”.
Lo aveva svelato già ieri, al telefono, anche senza dirci chiaramente che aveva intrapreso questa nuova strada. Quella delle liste civiche senesi.
La bionda ex candidata a sindaco mostra di non aver perso nulla del suo spirito battagliero.
Racconta, in breve, della sua candidatura a Presidente della Provincia di Siena nel lontano 1999. Di quella scelta ricorda che nessun uomo se l’era sentita di “metterci la faccia”. E così era toccato a lei. Salvo poi, a un giorno dall’insediamento del nuovo Consiglio Provinciale, chiederLe di rinunciare al ruolo di capogruppo che le toccava di diritto. Lei ha fatto spallucce e non ha mollato. Una scelta che non sarà piaciuta. La qualità preferita dagli uomini – l’accondiscendenza – era decisamente carente in questa donna con la passione per la politica.
“Nel centrodestra le donne non hanno molto spazio” ammette la Battistini. “E comunque non hanno un ruolo di rilievo se non accettano di stare al gioco”. Ma, nota Loretana, anche dall’altra parte non ci sono esempi di grandi donne capaci di tenere testa ai colleghi maschi. “La stessa Meloni non ha avuto un grande ruolo negli ultimi tempi. Raramente la si vede al fianco di Ceccuzzi. Eppure è il suo candidato sindaco!”.
Sul piano del contributo che le donne possono portare alla politica, anche Loretana pare decisa: “La capacità di conciliare più cose insieme. Del resto lo facciamo nella vita di tutti i giorni e quindi siamo allenate. Lavoro, casa, marito, figli… riusciamo a condurre tutti gli aspetti della nostra vita con tanta fatica ma anche con grande determinazione”.
“Se avessi potuto ricoprire la carica di sindaco – aggiunge – avrei voluto portare la mia sensibilità su temi come la scuola, la cultura, il lavoro delle donne”.
Al nome della sua “rivale” Laura Vigni anche la ex candidata sindaco della Lega Nord pronuncia parole di apprezzamento. “Non è della mia parte politica ma raccolgo attestati di stima da parte di tanti. E’ una donna di coraggio che ha dimostrato di non volersi piegare al “sistema Siena””.
Nessuna polemica, nessuna critica urlata. Le due ex rivali, che restano distanti dal punto di vista politico, mostrano un rispetto per l’avversario ed una sobrietà che manca ormai da tanto tempo nella politica che siamo abituati a vedere. Quella dei maschi, per intenderci.
Due donne a confronto, sottoposte alle stesse domande, pur dichiarandosi di schieramenti diversi trovano obiettivi comuni e mostrano una unità d’intenti nel modo di amministrare una città, nel modo di vivere la politica.
Meno chiacchiere e più concretezza. Meno interessi di casta e più attenzione ai problemi concreti della gente.
Niente quote rosa nella testa – anche se entrambe ammettono che sono una garanzia in un mondo che non ha ancora imparato a premiare il merito indipendentemente dal sesso – ma voglia di restare in politica e di farcela senza “obbedire ad un capo”. Perchè “la politica è femminile!” dice Loretana pensando al sostantivo.
Noi invece la pensiamo come Oscar Wilde quando disse: “Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono fare tutto”. E anche di più, obiettivamente – o quasi – parlando…
