"La situazione era nota da tempo, Ora, però, è tempo di agire"

SIENA. Le problematiche gestionali che hanno messo a rischio la chiusura del Santa Maria della Scala, erano ben conosciute dalla giunta Ceccuzzi e più volte indicate come prioritarie, ma evidentemente schemi politici o impegni elettorali da scontare, hanno pesato più dell’oggettività e della realtà della situazione. Oppure si è preferito far scoppiare il problema per mostrarsi come salvatori.
Quando l’ennesimo fallimento viene alla luce, ci si arrampica sugli specchi con i soliti proclami in politichese: di vicinanza ai lavoratori, di valutazioni delle azioni e possibili soluzioni, ecc.. Solo chiacchiere di circostanza da parte di una classe politica, purtroppo, sempre più distante dalla vita reale delle persone. Ancora una volta si è più attenti all’apparire ed alle comunicazioni che a rimboccarsi le maniche ed aggredire i problemi con il lavoro vero.
Così appaiono sconcertanti i recenti interventi dell’ex presidente della Commissione Consiliare Cultura e Scuola: Rita Petti. La stessa presidente che con il sopralluogo del 31 ottobre del 2011 fece infuriare il Sindaco per aver fatto vedere e conoscere lo stato del complesso SMS anche ad alcuni componenti dell’opposizione. Oggi ci si affretta a dire che “…abbiamo lavorato per creare le condizioni…” Ma questa situazione era già conosciuta dall’inizio del mandato e ben nota anche alla stessa Petti. Allora perché non si è lavorato prima? Come ad esempio quando la sua commissione il 20 dicembre 2011 affrontava l’argomento del Complesso Museale SMS.
Ma se non basta, anche il sottoscritto dall’inizio del 2012 ha posto all’attenzione del Sindaco la problematica legata ai contratti di manutenzione del complesso e la necessità di individuare tempi e modalità di rinnovo degli appalti per la vicina scadenza del 31.8.2012. E pensare che all’epoca erano disponibili anche adeguate risorse economiche (residui di precedenti autorizzazioni sui lavori eseguiti). Solleciti e pressioni (anche nelle riunioni di giunta) puntualmente disattese. Quando, dopo tre mesi, siamo riusciti a portare l’argomento sul tavolo del primo cittadino, era troppo tardi, la situazione economica dell’ente era cambiata ed era già compromessa dalle problematiche di bilancio orami tristemente ben note. Quindi il Santa Maria poteva essere salvato, già un anno fa, attuando solamente iniziativa di buon senso in tempi ordinari, senza attendere di mettersi in moto sul piano comunicativo solo quando esplode il caso. Prevenire e meglio che curare!
Ma vorrei evitare di continuare ancora ad elencare i tanti inganni che i senesi hanno subito e guardare avanti, perché non serve continuare a piangere sul latte versato e solo la soluzione dei problemi può alleviare le preoccupazioni e sofferenze di tanti lavoratori e cittadini.
Ecco quindi che apprendiamo con soddisfazione della decisione del Commissario di indire la gara per il rinnovo dei contratti di gestione e manutenzione. Il progetto per il nostro ex Spedale deve però proseguire con l’affidamento, quanto prima, della convenzione per la realizzazione e gestione del bar ristorante, sostanzialmente già definita da tempo e che l’ex Sindaco con la sua giunta potevano attivata già da un anno. La realizzazione di questo ulteriore tassello consentirebbe di valorizzare la vecchia strada interna al complesso, dove si affaccia anche il museo archeologico.
Quella strada che potrebbe essere rivitalizzata consentendo l’insediamento di artigiani e commercianti, la cui attività sia legata al recupero, restauro e commercio di opere d’arte e di antiquariato. Come pure laboratori ed esposizioni di artisti locali. Una cessione degli spazi in regime di comodato, in cambio dei lavori di ristrutturazione ed allestimento, solleverebbe il Comune da ogni tipo di costo. La strada dove ora sono posteggiate i vecchi carrocci, può divenire una sorta di galleria d’arte che può stimolare anche iniziative imprenditoriali di giovani o investitori nel campo artistico. Una galleria che, con il collegamento con Piazza del Duomo, può divenire anche una passeggiata al coperto nelle stagioni invernali, ampliando l’appetibilità commerciale.
Avvalendosi poi della collaborazione del volontariato e delle guide senesi è possibile far conoscere (attraverso una illustrazione minuziosa) prima di ogni temporanea mostra, il complesso che con i suoi quattro ettari di superficie, rappresenta da solo un fenomeno espositivo ed una testimonianza storica delle nostre più autentiche tradizioni, un tema affascinante per senesi e turisti .
Per il bene di Siena mi auguro che la stagione de fare prenda il sopravvento sulla stagione dell’apparire.
Luciano Cortonesi