E' la punta del tridente vincente delle Liste Civiche
di Enrico Campana
SIENA. Se Aristofane sosteneva che solo un poeta può salvare la città, per questo scopo Siena ha ingaggiato un vero centravanti di sfondamento: Gabriele Corradi, candidato sindaco delle Liste Civiche Senesi. “In gioventù sono stato un centravanti di calcio, voglio farlo anche nel campo della politica”.
Fra una telefonata concitata e l’altra dalla quale abbiamo intuito come in questa partita difficilissima Corradi abbia tentato di schivare con invidiabile sicurezza le (molte) trappole tipiche del mestiere politico, siamo capitati nella sede elettorale della “sua” coalizione proprio nel mezzo dell’incandescente querelle che ha fatto saltare il dibattito pubblico, uno dei momenti più aspri della tornata elettorale.
Gli racconto che, caso curioso, ho avuto l’onore di scrivere una prefazione di un libro dedicato a un “famoso” torneo calcistico nel quale si favoleggiava di un centravanti senese dal piede di dinamite che con una calciata bucò la rete. “Fui capocannoniere per tre anni di fila, una volta feci tremare la traversa per alcuni minuti…”.
Sta al gioco, e si schermisce quando gli chiediamo quale responsabilità gravi sulle sue (larghe) spalle avendo dietro due dioscuri, l’ex ministro Martelli, che sta allo “straniero” di nome, e Pierluigi Piccini, ex cestista della Stella Azzurra, come pochi sanno. “I grandi centravanti – dice questa sorta di rassicurante John Charles – hanno bisogno di avere due ali o due mezzali che gli mettono i palloni al centro, e la nostra squadra ha la fortuna di avere ben due Benetti”.
“In questo campo ho però ancora molto da imparare”, aggiunge accettando questa sfida su un terreno di gioco limaccioso, reso ancora più infido da una Siena che vuole saltare nel futuro senza ammettere di essere stata cicala, quando gli chiediamo come riesca a trovare questa sicurezza conquistata palmo dopo palmo con semplicità, fedele identità a quel suo slogan “Uno di noi”.
Le Liste Civiche Senesi ribaltano il concetto del cesarismo, e con un attacco a 3 punte, hanno sostanziato un programma articolato. Un documento che va dalla cultura all’economia prestando molta attenzione ai nuovi bisogni dei cittadini, al rilancio delle istituzioni e persino a una sinergia politica con i rivali, sul modello di Parma, dove Corradi è stato ai piani alti di una banca che gli dava da gestire i rapporti con i maggiori imprenditori di una delle città italiane più ricche, aperte e colte d’Italia.
“E’ attento, assorbe molto, la sicurezza gli deriva dal lavoro, diventerà un grande sindaco”, gongola Piccini che l’ha seguito come un ombra, sempre più convinto della bontà della scelta.
Fra i penta-candidati lo scenario di quella che ormai agli occhi d’Italia si definisce “la Questione Siena” con tanto di sfilata di ministri, leader di partito, professori, testimonial, sponsor,e anche filosofi, con Berlusconi messo in stand by da Nannini, si tratta in fondo anche di un’appassionante sfida sportiva per arrivare alla poltrona di Palazzo Pubblico.
Se a Firenze due anni fa è sceso in campo Giovanni Galli, un grande portiere di A, Siena lancia ben tre figure per le quali lo sport è un pezzo fondamentale della loro vita o della loro giornata. Il più famoso, naturalmente, è l’Alessandro vincitore di Gran Premi automobilistici con la Benetton. Fra il coraggioso pilota che guida “Amo Siena” e Michele Pinassi di “Movimento 5Stelle”, una passione per le maratonine ereditata dalla madre, in mezzo c’è Corradi. Potenzialmente un calciatore di successo, a soli 20 anni preferì il posto in banca (la prima maglia non fu quella del Monte!), lasciando in dote al figlio Bernardo, il campione di calcio, un fisico e un talento per avventurarsi in questo ginepraio.
Tutto è cominciato inaspettatamente, racconta, tre mesi fa.”All’inizio ero un po’ titubante, avevo in mente con la mia famiglia altri progetti, sono sempre stato un uomo di centro che vuole unire le forze d’opposizione in modo serio, compreso il Pdl completamente assente o complice di questa amministrazione. L’analisi del degrado della città, l’Università, il Monte, i servizi, i parcheggi, il turismo, l’arte, le cose importanti necessarie per le gente, ho lanciato una proposta: per salvare la città mettiamoci tutti attorno a un tavolo. Basterebbe un programma normale, e come sarebbe bello mettere anche qualcuno del Pd con noi a Palazzo pubblico, ma penso che non accetteranno mai questa proposta”.
Poche ore dopo ribadirà dalla presenza del ministro Edo Ronchi questa sorprendente apertura, in caso di vittoria, persino agli esponenti della maggioranza. Niente spoil system. “Sono qui – rimarca – per spirito di servizio, per riportare con questa coalizione la città agli splendori del passato. Mi auguro che stavolta voti quel 25 per cento di sfiduciati dalla politica, soprattutto che si veda bene che si sta mettendo in piedi una farsa della politica usando due vocaboli che loro non conoscono, Trasparenza e Merito.
“Non è giusto che i nostri giovani appartengano a qualcuno o dipendano da qualcuno senza nessuna discussione. Noi – e così traduce la sua proposta di sintesi rivoluzionaria, un Patto con le Opposizioni – non abbiamo fatto nomi per la nostra squadra nè le nomine, perché saremmo soddisfatti di una collaborazione con uomini della sinistra. Sarebbe un messaggio importante per tutta la nazione, non se ne può più di questi due poli urlanti”
E’ forse l’identità di un Terzo Polo capace di calamitare un consenso attivo, pratico, non solo politico. Un accordo non – come si dice – di spartizione ma utile e necessario a sciogliere nodi gordiani denunciati da una collettività più ampia di quella di potere degli ultimi 60 anni. E quindi il no all’ampliamento dell’aeroporto di Ampugnano, senza però cadere nell’isolamento, la ricetta per il rilancio della banca, una separazione netta nella Fondazione fra i poteri “perché il presidente non può essere il gestore diretto”, uno stop a un’ulteriore spinta all’ambiente “cementificato”, specie quello delle periferie (connesso tuttavia) al problema della casa “per il già pesante consumo del suolo che in divenire sarà ancora maggiore”.
Si pensa naturalmente in grande, vedi il progetto umanistico-economico ben illustrato in una conferenza stampa e la pubblicazione di una bella sintesi monografica distribuita anche per la città, per sostenere la candidatura di Siena Capitale Europea della Cultura 2019. Traguardo realizzabile solo con l’organizzazione di un polo museale – in grado di sfruttare l’enorme potenzialità del Progetto, anche in chiave socio-economica e storica, del Santa Maria della Scala che, obiettano le Lcs, è bloccato da difficoltà di dialogo interne fra i vari organismi artistici e culturali.
Questa operazione potrebbe godere anche della spinta derivante da cultura e l’economia finitime, con aggregazioni di pari storia e peso, a favore del rilancio stesso del Monte oggi scalabile, grazie al collegamento-gemellaggio con Umbria, Romagna e Marche. Da qui la creazione di una fascia di territorio fra Tirreno e Adriatico in grado di sprigionare tutta la sua forza specifica – anche finanziaria – del selezionato gruppo di stati rinascimentali. Richiamandosi infatti alle relazioni delle Città-Stato del Rinascimento, si ipotizza, potrebbero presentarsi degli investitori per la trasformazione del Santa Maria della Scala nel Centro Internazionale della Civiltà Figurativa Senese e la riapertura del centro d’Arte Contemporanea che aveva il suo tempio alle Papesse.
Un progetto collegato anche alla ricerca scientifica, da lanciare e sviluppare partendo da Siena, “perché – come ha proposto Pierluigi Piccini – possiamo diventare il centro in grado di studiare una soluzione ai grandi flagelli che incombono sulle popolazioni del Terzo Millennio, il Parkinson, l’Alzheimer, e quelli cardiaci”.
Priorità impellenti, scorrendo il programma, sono però anche quella serie di interventi di base, dai problemi del traffico alle riduzione delle tariffe dei parcheggi, la lotta al caro-affitti per le attività commerciali, le tasse comunali.
Si chiama “Quoziente Siena” il punto di partenza del programma di agevolazioni per la popolazione studiato per le famiglie numerose che sempre più spesso devono sostenere figli maggiorenni, gli anziani e coloro che vivono in situazioni di svantaggio sociale. “Una percentuale delle entrate – semplifica Corradi – servirà ad alleggerire il peso fra i più alti della Toscana dell’addizionale, l’Ici e altre tariffe altissime. L’operazione è già stata realizzata a Parma, proprio grazie a quella forma di governo allargato come proposto anche per Siena, e vorremmo via via estenderla da queste fasce protette a tutta la popolazione”.
Le Liste Civiche Senesi mettono il “Quoziente Siena” in cima agli interventi immediati in parallelo all’”Osservatorio Civico“, considerato indispensabile dopo l’abolizione delle circoscrizioni “per non allontanare il cittadino dalla sua città, fornirgli la certezza dei propri diritti”. Sarà un organismo di tutela aperto 24 ore su 24 ai cittadini, frutto anche di competenze esterne, magari giovani avvocati agguerriti, sensibili a questa causa, e si avvarrà di un sistema informatico che registrerà disservizi, richiesta d’informazioni, suggerimenti su problemi critici che riguardano anche il primo intervento.
“Abbiamo studiato un programma organico e realizzabile ampiamente durante il mandato amministrativo, e la prova di un intervento immediato sono proprio questi due punti di delicata portata e sensibilità sociale”.
A proposito di trappole, Corradi non si fa prendere in contropiede dalla notizia arrivata a campagna iniziata che al Comune sono arrivate ben 8 manifestazioni d’interesse per la realizzazione del nuovo Stadio che potrebbe comprendere anche il Palasport e la Piscina. I nomi non sono stati comunicati, per cui ovviamente in un clima surriscaldato si è pensato a un ballon d’essai in grado di provocare fluttuazioni di voto, perché Siena è una delle poche città ad avere due squadre in Serie A, primato da Guiness in rapporto a metropoli come Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze, Bologna.
Il “centravanti-gentiluomo” ha fin da principio affermato che il Rastrello sarà, con le adeguate migliorie previste da Lega Calcio, la casa della Robur anche col ritorno in A. Cosa graditissima per i tifosi come manifestato anche nell’incontro con Laura Vigni di Sinistra per Siena. “Se si vince noi, queste offerte – dice senza alzare il ciglio – le rispediamo al mittente dicendogli: scusate, ci spiace, ma noi non abbiamo niente a che fare con la precedente amministrazione. Per il momento ci sono altre priorità”.
L’asso nella manica? L’ultima fiammata? “Le sorprese non si dicono, ormai il tono della campagna è questo, peccato perché il dibattito a cinque, che non si è potuto fare perché si volevano scegliere le regole e l’arbitro, avrebbe fatto capire chi fa per tutti e chi vuole fare per i pochi”.
E dopo l’ultima stoccata, la doverosa previsione elettorale. Le Liste Civiche che hanno avuto 5 anni fa il 30 per cento hanno perso per strada alcuni protagonisti di spicco dello zoccolo duro di un’opposizione nobile, dal professor Ascheri, all’esperto di gestioni Campopiano, e fino dall’ex capo del Side e oggi consigliere di Stato Vittorio Stelo. Tre mesi fa è stata organizzata questa squadra con tre punte, con l’ingaggio prestigioso di uno “straniero” quale di Claudio Martelli. Tutti giurano che l’ex Ministro della Giustizia non ha chiesto nulla, se non per il piacere di mettere fine, come ha tuonato nella sua presentazione, “a questa dittatura”.
Siena è conservatrice per natura, anche se la sua storia ha registrato spesso colpi di scena repentina e tradimenti, dalla caduta dell’unico vero dittatore, Pandolfo Petrucci, fino al grande ribaltone con contorni da vero e proprio blitz che ha determinato agli attuali assetti del Monte scricchiolante.
Arriverà, all’ultimo momento, un misterioso cavaliere bianco, magari con la celata abbassata, mettendo sul tavolo la cifra necessaria per la ricapitalizzazione e il rilancio della banca? Tutte le battaglie senesi, in fondo, hanno visto prevalere l’astuzia ma spesso grazie a un concorso esterno, da Monteaperti in poi. La presa di Palazzo Pubblico prevede uno step obbligato: il ballottaggio. A quel punto sarebbero possibili repentini cambi di maglia e sorprese. Mai, quindi, fermarsi ai sondaggi, i numeri – 54.400 votanti – sono piccolissimi, si ragiona sull’ordine di pacchettini di voti, e con un concetto aureo e sacro, che da oltre 5 secoli produce benessere: il Monte dei Paschi. “In caso di ballottaggio – sorride beffardo mister “Uno fra noi” facendo partire come candidato della lista outsider un bel fumogeno color arcobaleno destinato a creare scompiglio – lanceremo una proposta agli uomini e donne di buona volontà per unire in un unico programma tutte le differenze per il bene di Siena”.
Il nostro viaggio si ferma qui, fra la curiosità per le sublimi capacità di Siena di essere guelfa o ghibellina da un giorno all’altro e l’angosciosa domande, quella di distinguere fra il bene e il male che spesso, per la storia, ha un confine invisibile: la convenienza. Perché, per dirla come Voltaire, qui è nato il Buon Governo e in fondo si vive, o si pensa di vivere, nel migliore dei mondi possibili.
