L'associazione pone dubbi di eticità: "Non è questo il tipo di rilancio di cui ha bisogno il Monte"

SIENA. “Se risponde al vero quanto riportato da alcuni organi di stampa sul fatto che il presidente designato dal cda di Banca Mps per Biverbanca, l’avvocato milanese Paolo Manzato, sia stato un uomo di fiducia dell’ex presidente della provincia di Milano e braccio destro di Bersani, Filippo Penati, coinvolto nell’inchiesta sul ‘Sistema Sesto’, ci troveremmo evidentemente di fronte a una nomina inopportuna, sulla quale è auspicabile che venga fatta quanto prima marcia indietro”. E’ quanto l’associazione di Siena “Confronti”, nella newsletter inviata a tutti gli associati e gli aderenti.
“A Penati, ex-capo della segreteria di Bersani – prosegue l’associazione senese – è stato chiesto di lasciare ogni incarico fino a quando non sarà chiarita la propria posizione. A suo tempo abbiamo ritenuto inopportuna la nomina a Presidente della Banca MPS di Alessandro Profumo, voluta con arrogante spregiudicatezza dall’ex sindaco Franco Ceccuzzi tanto da portare al commissariamento del Comune di Siena, in quanto rinviato a giudizio per un fatto relativo al suo ruolo di Amministratore Delegato di Unicredit, come giustamente sottolineato dal Presidente della Fondazione MPS Gabriello Mancini. Allo stesso modo è da ritenersi inopportuna la nomina di Manzato, di cui certamente Profumo conosce i suoi rapporti passati, per non far comparire ombre sulla controllata Mps Biverbanca”.
“Come anche sottolineato dal segretario generale del sindacato dei bancari Fabi – è riportato ancora nella newsletter – è molto singolare che si parli di discontinuità e poi vengano effettuate nomine di persone a vario titolo comparse nelle cronache giudiziarie. Non è certamente questo il tipo di rilancio di cui ha bisogno il Monte dei Paschi. Sorprende che il segretario provinciale del Pd di Siena, Niccolò Guicciardini, si sia precipitato ad appoggiare la scelta di Manzato proprio nel giorno in cui il presidente della Banca Alessandro Profumo ha confermato, tra l’altro, che la direzione generale dell’istituto scomparirà da Siena. Il Pd è un partito che ha un codice etico e chi condivide certe nomine allontana i cittadini dalla politica e mette a rischio i risultati elettorali del PD”.
“Purtroppo le decisioni prese fino ad oggi, sempre guidate dalla regia dell’ex sindaco Franco Ceccuzzi, – scrive ancora l’associazione – confermano quelli che erano stati i sospetti denunciati anche dai rappresentanti dei lavoratori: è in atto una manovra per portare via la Banca da Siena, con l’appoggio connivente e incomprensibile di una parte del Pd di Siena”.